"Bonus facciate", sequestri per 140 milioni di euro. Nei guai un imprenditore di Bari
Svelato un circuito fraudolento volto alla creazione, circolazione, monetizzazione e/o utilizzo in compensazione di crediti d’imposta inesistenti
giovedì 9 giugno 2022
9.53
I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo d'urgenza - emesso nella fase delle indagini preliminari - da questa Procura della Repubblica avente per oggetto beni e crediti di imposta per un valore di oltre 140 milioni di euro, costituenti il profitto e il prodotto dei reati di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
I destinatari del provvedimento cautelare sono un imprenditore barese attivo nel settore edile, attualmente unico indagato per le citate ipotesi di reato, 11 persone fisiche e 13 imprese risultate cedenti/cessionarie dei presunti crediti di imposta fittizi.
Contestualmente sono state eseguite nel Lazio, in Lombardia, Puglia e Veneto anche perquisizioni e sequestri di documentazione utile alle indagini presso le residenze e le sedi dei predetti soggetti, con il supporto dei Reparti della Guardia di Finanza territorialmente competenti.
L'attività trae origine da un'analisi di rischio sviluppata dall'Agenzia delle Entrate – Divisione Contribuenti – Settore Contrasto Illeciti sulla spettanza del "bonus facciate" per la realizzazione di interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti. In particolare, tale beneficio consente la detrazione fiscale delle spese sostenute negli anni 2020 e 2021 nella misura del 90%, ovvero la possibilità di utilizzare un credito d'imposta pari al 90% cedibile a terzi e, quindi, monetizzabile ai sensi dell'art. 121 del c.d. "Decreto Rilancio" (D.L. n. 34/2020).
Sulla base delle risultanze dell'analisi dell'Agenzia delle Entrate, i riscontri investigativi delegati da questa Procura della Repubblica al Nucleo PEF Bari hanno fatto emergere (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) l'esistenza di un circuito fraudolento volto alla creazione, circolazione, monetizzazione e/o utilizzo in compensazione di crediti d'imposta inesistenti, che gravita intorno alla figura di un imprenditore barese, attivo nel settore edile, e attualmente unico indagato per le suddette ipotesi di reato, sia come persona fisica, che come rappresentante legale di una s.r.l. con sede a Bari (che risponde per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato).
Nello specifico è emerso che i soggetti che avrebbero commissionato le opere di recupero edilizio erano sprovvisti di una capacità reddituale e finanziaria idonea al sostenimento delle ingenti spese di rifacimento delle facciate, in relazione alle quali sarebbe maturato, in origine, il credito d'imposta successivamente ceduto all'indagato. Per di più, gli stessi avrebbero sostenuto oneri per interventi edilizi eccessivamente sproporzionati rispetto alle caratteristiche e al valore degli immobili posseduti che – come è emerso dagli accertamenti effettuati - non sono stati sottoposti a recenti opere di rifacimento delle facciate. Peraltro, anche i successivi cessionari che hanno acquistato gli ingenti crediti d'imposta direttamente dall'imprenditore indagato sono risultati privi di una capacità reddituale e finanziaria adeguata per sostenere un siffatto, rilevante esborso monetario.
Allo scopo di interrompere la circolazione dei crediti per i quali sussistono gravi indizi di fittizietà (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) e individuare tutti i responsabili dell'ipotizzato meccanismo illecito finalizzato a frodare sia l'Erario, sia i terzi in buona fede, questo Ufficio giudiziario ha emesso la misura cautelare reale in via d'urgenza, eseguita dalle Fiamme Gialle con i correlati decreti di perquisizione e sequestro.
La presente operazione testimonia la costante attenzione di questa Autorità Giudiziaria, della Guardia di Finanza di Bari e dell'Agenzia delle Entrate sulla corretta destinazione delle risorse pubbliche messe a disposizione della collettività per favorire la ripresa dell'economia e l'ammodernamento del Paese, così mitigando gli effetti prodotti dalla pandemia da Covid-19 e dalla crisi economica internazionale in corso.
I destinatari del provvedimento cautelare sono un imprenditore barese attivo nel settore edile, attualmente unico indagato per le citate ipotesi di reato, 11 persone fisiche e 13 imprese risultate cedenti/cessionarie dei presunti crediti di imposta fittizi.
Contestualmente sono state eseguite nel Lazio, in Lombardia, Puglia e Veneto anche perquisizioni e sequestri di documentazione utile alle indagini presso le residenze e le sedi dei predetti soggetti, con il supporto dei Reparti della Guardia di Finanza territorialmente competenti.
L'attività trae origine da un'analisi di rischio sviluppata dall'Agenzia delle Entrate – Divisione Contribuenti – Settore Contrasto Illeciti sulla spettanza del "bonus facciate" per la realizzazione di interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti. In particolare, tale beneficio consente la detrazione fiscale delle spese sostenute negli anni 2020 e 2021 nella misura del 90%, ovvero la possibilità di utilizzare un credito d'imposta pari al 90% cedibile a terzi e, quindi, monetizzabile ai sensi dell'art. 121 del c.d. "Decreto Rilancio" (D.L. n. 34/2020).
Sulla base delle risultanze dell'analisi dell'Agenzia delle Entrate, i riscontri investigativi delegati da questa Procura della Repubblica al Nucleo PEF Bari hanno fatto emergere (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) l'esistenza di un circuito fraudolento volto alla creazione, circolazione, monetizzazione e/o utilizzo in compensazione di crediti d'imposta inesistenti, che gravita intorno alla figura di un imprenditore barese, attivo nel settore edile, e attualmente unico indagato per le suddette ipotesi di reato, sia come persona fisica, che come rappresentante legale di una s.r.l. con sede a Bari (che risponde per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato).
Nello specifico è emerso che i soggetti che avrebbero commissionato le opere di recupero edilizio erano sprovvisti di una capacità reddituale e finanziaria idonea al sostenimento delle ingenti spese di rifacimento delle facciate, in relazione alle quali sarebbe maturato, in origine, il credito d'imposta successivamente ceduto all'indagato. Per di più, gli stessi avrebbero sostenuto oneri per interventi edilizi eccessivamente sproporzionati rispetto alle caratteristiche e al valore degli immobili posseduti che – come è emerso dagli accertamenti effettuati - non sono stati sottoposti a recenti opere di rifacimento delle facciate. Peraltro, anche i successivi cessionari che hanno acquistato gli ingenti crediti d'imposta direttamente dall'imprenditore indagato sono risultati privi di una capacità reddituale e finanziaria adeguata per sostenere un siffatto, rilevante esborso monetario.
Allo scopo di interrompere la circolazione dei crediti per i quali sussistono gravi indizi di fittizietà (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) e individuare tutti i responsabili dell'ipotizzato meccanismo illecito finalizzato a frodare sia l'Erario, sia i terzi in buona fede, questo Ufficio giudiziario ha emesso la misura cautelare reale in via d'urgenza, eseguita dalle Fiamme Gialle con i correlati decreti di perquisizione e sequestro.
La presente operazione testimonia la costante attenzione di questa Autorità Giudiziaria, della Guardia di Finanza di Bari e dell'Agenzia delle Entrate sulla corretta destinazione delle risorse pubbliche messe a disposizione della collettività per favorire la ripresa dell'economia e l'ammodernamento del Paese, così mitigando gli effetti prodotti dalla pandemia da Covid-19 e dalla crisi economica internazionale in corso.