Bosch Bari, l'allarme di Cgil: «Sforzi dell'azienda non sufficienti a superare la crisi»
Si è tenuto ieri un incontro sul futuro del sito barese in task force regionale, i sindacati chiedono investimenti
mercoledì 13 settembre 2023
10.23
Il futuro dello stabilimento Bosch di Bari è ancora avvolto nell'incertezza. Nella giornata di ieri si è svolto al riguardo un incontro tra i sindacati e la task force regionale guidata da Leo Caroli, nella quale si è anche provveduto ad effettuare un monitoraggio dello stato di attuazione del verbale di accordo del 21- 22 luglio 2022.
«L'azienda, ci ha illustrato l'andamento del piano di salvataggio del sito di Bari così come previsto dall'accordo sottoscritto - scrivono in una nota congiunta Domenico Ficco di Cgil Bari e Ciro D'Alessio di Fiom Cgil Bari -. Nello specifico riguardo a nuove produzioni, formazione riqualificazione e esodo incentivato per quei lavoratori che aderiscono al piano di fuoriuscite volontarie. Come Cgil e Fiom Bari abbiamo ribadito che, pur riconoscendo gli sforzi dell'azienda, questo non basta, chiedendo pertanto all'azienda ulteriori investimenti utili alla saturazione degli impianti e che diano una prospettiva solida al sito barese».
«Abbiamo, inoltre, ribadito - proseguono - come oggi manchi da parte dell'attuale Governo un'idea di politiche industriali capace di affrontare le transizioni ecologiche nel settore del automotive, sollecitando tutti gli attori locali, istituzioni, azienda a pretendere un tavolo permanente interministeriale che coinvolga il Ministero del Made in Italy, del Lavoro e Mef, utile a creare le condizioni per affrontare la transizione ecologia. La Cgil e la Fiom, continueranno con le proprie Rsu, a battersi per la difesa dell'occupazione dei lavoratori di Bosch Bari e per preservare il tessuto produttivo del nostro territorio».
Ricordiamo che la struttura barese ad oggi dà lavoro a circa 1.600 lavoratori. E il problema principale, riscontrato anche nei mesi scorsi, è legato al fatto che la produzione dei componenti di motori elettrici per le e-bike non è in grado di saturare l'intera fabbrica, per cui è fondamentale da parte dell'azienda un investimento che possa far uscire lo stabilimento dalla crisi e possa sostituire la produzione legata alla tecnologia diesel in termini di occupazione. Investimento che al momento non è stato fatto.
«Bosch sta investendo ingenti risorse nell'elettrificazione nei suoi vari stabilimenti europei, è necessario quindi un maggiore impegno da parte della multinazionale che porti investimenti e prodotti in grado di rilanciare anche il sito di Bari - hanno aggiunto Simone Marinelli, coordinatore nazionale del settore Automotive per la Fiom-Cgil e Ciro D'Alessio, segretario generale della Fiom-Cgil di Bari -. È necessario individuare strumenti specifici e ammortizzatori sociali che possano accompagnare la transizione del sito e più in generale quella del settore. Per questo occorre tornare rapidamente al tavolo nazionale al Mimit, previsto nell'accordo sottoscritto in sede ministeriale a luglio dello scorso anno»
«L'azienda, ci ha illustrato l'andamento del piano di salvataggio del sito di Bari così come previsto dall'accordo sottoscritto - scrivono in una nota congiunta Domenico Ficco di Cgil Bari e Ciro D'Alessio di Fiom Cgil Bari -. Nello specifico riguardo a nuove produzioni, formazione riqualificazione e esodo incentivato per quei lavoratori che aderiscono al piano di fuoriuscite volontarie. Come Cgil e Fiom Bari abbiamo ribadito che, pur riconoscendo gli sforzi dell'azienda, questo non basta, chiedendo pertanto all'azienda ulteriori investimenti utili alla saturazione degli impianti e che diano una prospettiva solida al sito barese».
«Abbiamo, inoltre, ribadito - proseguono - come oggi manchi da parte dell'attuale Governo un'idea di politiche industriali capace di affrontare le transizioni ecologiche nel settore del automotive, sollecitando tutti gli attori locali, istituzioni, azienda a pretendere un tavolo permanente interministeriale che coinvolga il Ministero del Made in Italy, del Lavoro e Mef, utile a creare le condizioni per affrontare la transizione ecologia. La Cgil e la Fiom, continueranno con le proprie Rsu, a battersi per la difesa dell'occupazione dei lavoratori di Bosch Bari e per preservare il tessuto produttivo del nostro territorio».
Ricordiamo che la struttura barese ad oggi dà lavoro a circa 1.600 lavoratori. E il problema principale, riscontrato anche nei mesi scorsi, è legato al fatto che la produzione dei componenti di motori elettrici per le e-bike non è in grado di saturare l'intera fabbrica, per cui è fondamentale da parte dell'azienda un investimento che possa far uscire lo stabilimento dalla crisi e possa sostituire la produzione legata alla tecnologia diesel in termini di occupazione. Investimento che al momento non è stato fatto.
«Bosch sta investendo ingenti risorse nell'elettrificazione nei suoi vari stabilimenti europei, è necessario quindi un maggiore impegno da parte della multinazionale che porti investimenti e prodotti in grado di rilanciare anche il sito di Bari - hanno aggiunto Simone Marinelli, coordinatore nazionale del settore Automotive per la Fiom-Cgil e Ciro D'Alessio, segretario generale della Fiom-Cgil di Bari -. È necessario individuare strumenti specifici e ammortizzatori sociali che possano accompagnare la transizione del sito e più in generale quella del settore. Per questo occorre tornare rapidamente al tavolo nazionale al Mimit, previsto nell'accordo sottoscritto in sede ministeriale a luglio dello scorso anno»