Cambiamenti climatici, in Puglia è invasione di cormorani
Il numero degli uccelli che si cibano di pesce è aumentato di venti volte negli ultimi 25 anni
venerdì 5 febbraio 2021
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Invasione di cormorani in Puglia, il nuovo Eden per le specie di uccelli che si cibano di pesce, a causa della tropicalizzazione del clima e del global warming, con ripercussioni economiche gravi per i pescatori e per gli allevamenti. È quanto afferma Coldiretti Puglia, che denuncia la presenza sempre più invasiva dei Cormorani segnalata dai pescatori in provincia di Bari sia a sud, tra Mola di Bari e Torre a Mare che a nord tra Giovinazzo e Bisceglie, nella laguna di Varano, sulla Diga di Capaccio del Celone a Lucera e presso la palude del Lago Salso a Manfredonia, a Gallipoli, nel Golfo di Taranto e sugli oltre 400 chilometri di costa della regione.
"Ogni cormorano mangia fino a 10 chilogrammi di pesce al mese, oltre 300 grammi al giorno, lasciando tra l'altro pesci feriti nell'attività predatoria e con il rischio della diffusione di malattie e parassiti", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Il numero di cormorani svernanti è cresciuto di circa venti volte negli ultimi 25 anni secondo un andamento parallelo e strettamente correlato alla crescita esponenziale delle popolazioni nidificanti nei paesi dell'Europa centrosettentrionale.
"È ormai una vera e propria emergenza alla luce dei danni provocati all'attività ittiocolturale e alla vita stessa dei pesci nei mari. L'attività predatoria dei cormorani, uccelli molto furbi contro cui pescatori e acquacoltori non hanno a disposizione efficaci mezzi di difesa passiva – insite Muraglia - sottopone a forte stress la vita marina poiché è talmente intensa da non permettere la crescita, lo sviluppo e la riproduzione delle specie di cui si nutrono".
Non si limitano alle specie di pesce pregiate perché mangiano anche quelle specie-foraggio che dovrebbero fungere da pasto per le prime, rendendo ancor più negativo il loro impatto sul settore ittico. Per acquacoltori e pescatori di mestiere la riduzione del pescato è risultato il fattore di maggior impatto – riferisce Coldiretti Puglia - mentre per i pescatori sportivi a rischio è la riduzione degli stock ittici dovuti ad una ridotta produzione naturale.
I danni causati dai cormorani vanno ad aggiungersi agli effetti della seconda ondata della pandemia da Covid, con uno scenario nelle marinerie molto grave per il crollo della domanda di pesce sui mercati italiani ed esteri a causa del Covid con l'azzeramento degli ordini, per la chiusura 7 giorni su 7 dei ristoranti e una perdita di valore a carico del segmento della pesca di oltre 30 milioni di euro.
In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con i cinghiali distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari ad oltre 12 milioni di euro. Gli agricoltori stanno provvedendo a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dai cinghiali che distruggono strutture e produzioni. Si tratta di una situazione insostenibile che sta provocando l'abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali
"Ogni cormorano mangia fino a 10 chilogrammi di pesce al mese, oltre 300 grammi al giorno, lasciando tra l'altro pesci feriti nell'attività predatoria e con il rischio della diffusione di malattie e parassiti", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Il numero di cormorani svernanti è cresciuto di circa venti volte negli ultimi 25 anni secondo un andamento parallelo e strettamente correlato alla crescita esponenziale delle popolazioni nidificanti nei paesi dell'Europa centrosettentrionale.
"È ormai una vera e propria emergenza alla luce dei danni provocati all'attività ittiocolturale e alla vita stessa dei pesci nei mari. L'attività predatoria dei cormorani, uccelli molto furbi contro cui pescatori e acquacoltori non hanno a disposizione efficaci mezzi di difesa passiva – insite Muraglia - sottopone a forte stress la vita marina poiché è talmente intensa da non permettere la crescita, lo sviluppo e la riproduzione delle specie di cui si nutrono".
Non si limitano alle specie di pesce pregiate perché mangiano anche quelle specie-foraggio che dovrebbero fungere da pasto per le prime, rendendo ancor più negativo il loro impatto sul settore ittico. Per acquacoltori e pescatori di mestiere la riduzione del pescato è risultato il fattore di maggior impatto – riferisce Coldiretti Puglia - mentre per i pescatori sportivi a rischio è la riduzione degli stock ittici dovuti ad una ridotta produzione naturale.
I danni causati dai cormorani vanno ad aggiungersi agli effetti della seconda ondata della pandemia da Covid, con uno scenario nelle marinerie molto grave per il crollo della domanda di pesce sui mercati italiani ed esteri a causa del Covid con l'azzeramento degli ordini, per la chiusura 7 giorni su 7 dei ristoranti e una perdita di valore a carico del segmento della pesca di oltre 30 milioni di euro.
In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con i cinghiali distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari ad oltre 12 milioni di euro. Gli agricoltori stanno provvedendo a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dai cinghiali che distruggono strutture e produzioni. Si tratta di una situazione insostenibile che sta provocando l'abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali