Caporalato, 3 arresti e sequestri per 1 milione e mezzo di euro
Nei guai una donna di Mola di Bari e un'azienda di Bisceglie, obbligava i lavoratori a turni di 13 ore consecutive
martedì 24 luglio 2018
13.11
Reclutavano personale nel sud est di Bari e poi costringevano i dipendenti a turni fino a 13 ore di fila per 28/30 giorni. Due anni di indagini hanno portato la guardia di finanza di Mola di Bari ad arrestare 3 persone, una "caporale" di Mola di Bari, l'amministratore e l'addetto alla contabilità di un'azienda agricola di Bisceglie e notificato la misura dell'obbligo di dimora nei confronti di 4 persone, ritenuti appartenenti ad un consolidato sodalizio criminoso dedito al reclutamento ed allo sfruttamento di braccianti agricoli prevalentemente nel settore della raccolta dell'uva da tavola e delle ciliegie.
All'interno dell'azienda che registra circa mille dipendenti all'anno è stato disposto un controllo giudiziario oltre ad un sequestro preventivo per circa 1 milione e mezzo di euro di beni di cui dovrà essere accertata la provenienza, tra mobili, immobili, autovetture e rapporti bancari e postali.
L'operazione, denominata "Macchia Nera" e iniziata nel 2016, ha portato in questo lasso di tempo all'acquisizione di prove dell'esistenza e della piena operatività dell'associazione, operante nel comprensorio Sud – Est barese, finalizzata all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, all'estorsione in danno dei lavoratori, alla truffa ai danni dell'INPS ed all'autoriciclaggio. I promotori dell'organizzazione nei rispettivi ruoli di amministratore di una società, di addetto alla contabilità aziendale e di una caporale di Mola di Bari, a sua volta a capo di una rete di caporali, facendo leva sullo stato di bisogno economico, organizzavano il reclutamento dei lavoranti nel comprensorio del sud-est barese (Mola di Bari – Noicattaro – Conversano – Rutigliano) per condurli a bordo dei pullman dell'azienda agricola sia presso il magazzino sito in Bisceglie e sia presso i tendoni di uva da tavola dislocati sia nel sud-est barese (agro di Mola di Bari – Rutigliano) che nel nord-barese (agro di Andria – Barletta – Trani) e nell'agro di Trinitapoli (FG). Qui i lavoratori erano obbligati a turni di 10-13 ore di file per 28-30 giorni sotto la minaccia del licenziamento.
All'interno dell'azienda che registra circa mille dipendenti all'anno è stato disposto un controllo giudiziario oltre ad un sequestro preventivo per circa 1 milione e mezzo di euro di beni di cui dovrà essere accertata la provenienza, tra mobili, immobili, autovetture e rapporti bancari e postali.
L'operazione, denominata "Macchia Nera" e iniziata nel 2016, ha portato in questo lasso di tempo all'acquisizione di prove dell'esistenza e della piena operatività dell'associazione, operante nel comprensorio Sud – Est barese, finalizzata all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, all'estorsione in danno dei lavoratori, alla truffa ai danni dell'INPS ed all'autoriciclaggio. I promotori dell'organizzazione nei rispettivi ruoli di amministratore di una società, di addetto alla contabilità aziendale e di una caporale di Mola di Bari, a sua volta a capo di una rete di caporali, facendo leva sullo stato di bisogno economico, organizzavano il reclutamento dei lavoranti nel comprensorio del sud-est barese (Mola di Bari – Noicattaro – Conversano – Rutigliano) per condurli a bordo dei pullman dell'azienda agricola sia presso il magazzino sito in Bisceglie e sia presso i tendoni di uva da tavola dislocati sia nel sud-est barese (agro di Mola di Bari – Rutigliano) che nel nord-barese (agro di Andria – Barletta – Trani) e nell'agro di Trinitapoli (FG). Qui i lavoratori erano obbligati a turni di 10-13 ore di file per 28-30 giorni sotto la minaccia del licenziamento.