Carcere di Bari, presentati gli esiti del percorso "Il teatro che ripara. Il teatro che è riparo"
L'iniziativa ha proposto due progetti autonomi e si è rivolto a dieci partecipanti per la media sicurezza
mercoledì 17 maggio 2023
15.34
Oggi, nella Casa Circondariale di Bari, l'assessora alle Culture Ines Pierucci ha partecipato alla presentazione degli esiti del laboratorio teatrale "Il teatro che ripara. Il teatro che è riparo", un progetto di formazione e accompagnamento alla pratica e alla visione del teatro a cura di Damiano Nirchio dell'associazione culturale Senza Piume, in collaborazione con la cooperativa Crisi. Un'iniziativa che punta a lavorare nelle carceri mettendo al centro l'arte e la cultura per favorire il riscatto personale e avviare percorsi per il reinserimento del detenuto nel mondo esterno.
«Il teatro è cambiato - commenta Ines Pierucci - e se da un lato il pubblico si orienta sempre più a frequentarlo in diversi momenti della giornata, dall'altro l'offerta culturale complessiva tende ad essere sempre più trasversale. Il teatro, nell'assumere una valenza antropologica e politica, può considerarsi un teatro senza confini. Il teatro è una sfida, una terapia, che non può giustificare la propria esistenza se non è cosciente della propria missione sociale e culturale. Per questi motivi, nel solco dell'investimento dell'assessorato alle Culture nei quartieri decentrati e dell'apertura della stagione "fuori" dal teatro, con gli eventi collaterali e i laboratori di accompagnamento al pubblico, abbiamo accolto con grande piacere la possibilità di proporre ai detenuti un percorso culturale e di avvicinamento al teatro che partisse dal vissuto di ciascuno per offrire stimoli ed emozioni utili a ripensarsi e a guardare il mondo con occhi diversi».
Il progetto condotto da Damiano Nirchio nella Casa Circondariale di Bari ha proposto due percorsi autonomi e si è rivolto a dieci partecipanti per la media sicurezza: cinque incontri per gruppo, della durata di due ore, per avvicinarsi e praticare la scrittura per il teatro a partire dai suoi temi portanti e dalla propria storia personale.
All'evento conclusivo hanno partecipato la direttrice della Casa circondariale di Bari Veleria Pirè, la dirigente responsabile delle attività teatrali del Teatro Pubblico Pugliese Giulia Delli Santi e il regista e drammatrugo Damiano Nirchio.
In questa occasione di dialogo dentro/fuori si è aperto un confronto col pubblico che assisterà alle letture dei testi realizzati nell'ambito dei laboratori, affidati alla voce degli attori professionisti Marinella Anaclerio, Marco Grossi, Anna de Giorgio e Marianna De Pinto.
Ieri sera, inoltre, alle ore 20.30, Damiano Nirchio ha raccontato l'esperienza laboratoriale condotta nel carcere di Bari ai microfoni di Radio3 Suite - Panorama.
Il percorso "Il teatro che ripara. Il teatro che è riparo", realizzato in collaborazione con la Casa Circondariale di Bari, che ha fortemente sostenuto l'attuazione del progetto, rientra nei "Laboratori Teatrali Urbani", il più ampio progetto di formazione del pubblico legato alla stagione teatrale 2022/2023 del Comune di Bari.
Un'attività che ha toccato anche i quartieri Libertà, San Pio e San Paolo, oltre alla Casa Circondariale di Bari, coinvolgendo attivamente abitanti di alcune zone periferiche della città che hanno avuto poche occasioni di approcciarsi al teatro, con la ferma convinzione che sia importante promuovere forme innovative di partecipazione, produzione ed espressione culturale.
«Il teatro è cambiato - commenta Ines Pierucci - e se da un lato il pubblico si orienta sempre più a frequentarlo in diversi momenti della giornata, dall'altro l'offerta culturale complessiva tende ad essere sempre più trasversale. Il teatro, nell'assumere una valenza antropologica e politica, può considerarsi un teatro senza confini. Il teatro è una sfida, una terapia, che non può giustificare la propria esistenza se non è cosciente della propria missione sociale e culturale. Per questi motivi, nel solco dell'investimento dell'assessorato alle Culture nei quartieri decentrati e dell'apertura della stagione "fuori" dal teatro, con gli eventi collaterali e i laboratori di accompagnamento al pubblico, abbiamo accolto con grande piacere la possibilità di proporre ai detenuti un percorso culturale e di avvicinamento al teatro che partisse dal vissuto di ciascuno per offrire stimoli ed emozioni utili a ripensarsi e a guardare il mondo con occhi diversi».
Il progetto condotto da Damiano Nirchio nella Casa Circondariale di Bari ha proposto due percorsi autonomi e si è rivolto a dieci partecipanti per la media sicurezza: cinque incontri per gruppo, della durata di due ore, per avvicinarsi e praticare la scrittura per il teatro a partire dai suoi temi portanti e dalla propria storia personale.
All'evento conclusivo hanno partecipato la direttrice della Casa circondariale di Bari Veleria Pirè, la dirigente responsabile delle attività teatrali del Teatro Pubblico Pugliese Giulia Delli Santi e il regista e drammatrugo Damiano Nirchio.
In questa occasione di dialogo dentro/fuori si è aperto un confronto col pubblico che assisterà alle letture dei testi realizzati nell'ambito dei laboratori, affidati alla voce degli attori professionisti Marinella Anaclerio, Marco Grossi, Anna de Giorgio e Marianna De Pinto.
Ieri sera, inoltre, alle ore 20.30, Damiano Nirchio ha raccontato l'esperienza laboratoriale condotta nel carcere di Bari ai microfoni di Radio3 Suite - Panorama.
Il percorso "Il teatro che ripara. Il teatro che è riparo", realizzato in collaborazione con la Casa Circondariale di Bari, che ha fortemente sostenuto l'attuazione del progetto, rientra nei "Laboratori Teatrali Urbani", il più ampio progetto di formazione del pubblico legato alla stagione teatrale 2022/2023 del Comune di Bari.
Un'attività che ha toccato anche i quartieri Libertà, San Pio e San Paolo, oltre alla Casa Circondariale di Bari, coinvolgendo attivamente abitanti di alcune zone periferiche della città che hanno avuto poche occasioni di approcciarsi al teatro, con la ferma convinzione che sia importante promuovere forme innovative di partecipazione, produzione ed espressione culturale.