Caso Bellomo, la difesa chiede al Riesame di Bari la revoca dei domiciliari
Secondo i legali dell'ex giudice le dichiarazioni delle presunte vittime non traccerebbero le condizioni per la privazione della libertà
venerdì 26 luglio 2019
0.17
I legali dell'ex giudice della del Consiglio di Stato Francesco Bellomo, arrestato lo scorso 9 luglio, sostengono che le dichiarazioni rese dalle donne presunte vittime dei maltrattamenti perpetrati dallo stesso Bellomo non sarebbero sufficienti per privarlo della libertà. Questi gli argomenti presentati dagli avvocati Beniamino Migliucci e Gianluca D'Oria, difensori di Bellomo, al Tribunale del Riesame di Bari, in un'udienza durata 7 ore per chiedere la revoca della misura degli arresti domiciliari a cui è sottoposto l'ex togato. I giudici dovranno decidere entro lunedì.
Bellomo è detenuto dal 9 luglio per presunti maltrattamenti su 4 donne, 3 ex borsiste e una ricercatrice della sua Scuola di Formazione per la preparazione al concorso in magistratura "Diritto e Scienza", ed estorsione a un'altra ex corsista, per averle fatto lasciare il lavoro in una emittente locale.
All'udienza hanno presenziato anche i pm che coordinano le indagini, il procuratore aggiunto Roberto Rossi e il sostituto procuratore Daniela Chimienti, che hanno insistito perché Bellomo resti ai domiciliari, producendo nuovi documenti come scambi di e-mail tra l'ex giudice e una delle donne.
Bellomo è detenuto dal 9 luglio per presunti maltrattamenti su 4 donne, 3 ex borsiste e una ricercatrice della sua Scuola di Formazione per la preparazione al concorso in magistratura "Diritto e Scienza", ed estorsione a un'altra ex corsista, per averle fatto lasciare il lavoro in una emittente locale.
All'udienza hanno presenziato anche i pm che coordinano le indagini, il procuratore aggiunto Roberto Rossi e il sostituto procuratore Daniela Chimienti, che hanno insistito perché Bellomo resti ai domiciliari, producendo nuovi documenti come scambi di e-mail tra l'ex giudice e una delle donne.