Caso di razzismo allo Student center? L'Università chiarisce: «Vigilante convive con ragazza di colore»
Dall'ateneo smentiscono: «In un momento storico così delicato bisogna prestare attenzione ad allarmismi inquietanti»
sabato 2 marzo 2019
Ha destato scalpore la notizia di un presunto caso di razzismo all'Università di Bari. L'associazione Link ha, infatti, parlato nella giornata di ieri di un vigilante dello Student center che avrebbe chiesto il documento d'identità a uno studente di colore prima di accedere alle biblioteche, sottolineando l'irritualità del gesto.
Sull'episodio, vero o presunto, verificatosi presso l'ex palazzo delle Poste, ha provato a fare chiarezza la stessa UniBa, che in una nota ricostruisce la dinamica dei fatti. «L'episodio riguarda l'attività di controllo degli accessi alla sala lettura del Palazzo ex Poste svolta da un addetto della ditta appaltatrice della vigilanza. Ad una prima verifica, sembra che il vigilante, in esecuzione di quanto riportato dal capitolato di gara, si sia limitato a svolgere il proprio compito di controllo, senza porre in essere alcuna condotta discriminatoria. Nel caso di specie si è infatti limitato a chiedere se fosse uno studente, come peraltro abitualmente fa con persone sconosciute, di qualunque colore della pelle. Il vigilante ha manifestato dispiacere e stupore per l'accaduto e per come è stato riportato dalla stampa e dai social. Ha inoltre espresso sincero rammarico in considerazione della sua esperienza personale, convivendo con una ragazza di colore».
L'invito, quindi, dell'Università di Bari è a non creare falsi allarmi razzismo. La professoressa Aurora Vimercati, presidente del Comitato unico di garanzia dell'Università di Bari, e la Professoressa Francesca Recchia Luciani, delegata del rettore alle attività universitarie contro le discriminazioni etniche e di genere, avvertono che «In un momento storico così delicato bisogna prestare attenzione ad allarmismi inquietanti. Ricordando che l'Università di Bari ha una lunga tradizione di accoglienza, sottolineano che tale vocazione inclusiva è stata negli ultimi anni coraggiosamente coltivata attraverso una molteplicità di attività, in coerenza con i principi fondamentali richiamati nel suo Statuto dove, tra le finalità perseguite, si fa espresso riferimento al "dialogo e alla interazione tra le culture"».
Il rettore Uricchio, nel richiamare anche lui la tali principi, dalla sua evidenzia che l' Università «Promuove la diffusione di una cultura fondata sui valori fondamentali del rispetto della persona e riconosce e garantisce a tutti uguale dignità e pari opportunità, anche attraverso azioni idonee a rimuovere qualsiasi discriminazione».
Sull'episodio, vero o presunto, verificatosi presso l'ex palazzo delle Poste, ha provato a fare chiarezza la stessa UniBa, che in una nota ricostruisce la dinamica dei fatti. «L'episodio riguarda l'attività di controllo degli accessi alla sala lettura del Palazzo ex Poste svolta da un addetto della ditta appaltatrice della vigilanza. Ad una prima verifica, sembra che il vigilante, in esecuzione di quanto riportato dal capitolato di gara, si sia limitato a svolgere il proprio compito di controllo, senza porre in essere alcuna condotta discriminatoria. Nel caso di specie si è infatti limitato a chiedere se fosse uno studente, come peraltro abitualmente fa con persone sconosciute, di qualunque colore della pelle. Il vigilante ha manifestato dispiacere e stupore per l'accaduto e per come è stato riportato dalla stampa e dai social. Ha inoltre espresso sincero rammarico in considerazione della sua esperienza personale, convivendo con una ragazza di colore».
L'invito, quindi, dell'Università di Bari è a non creare falsi allarmi razzismo. La professoressa Aurora Vimercati, presidente del Comitato unico di garanzia dell'Università di Bari, e la Professoressa Francesca Recchia Luciani, delegata del rettore alle attività universitarie contro le discriminazioni etniche e di genere, avvertono che «In un momento storico così delicato bisogna prestare attenzione ad allarmismi inquietanti. Ricordando che l'Università di Bari ha una lunga tradizione di accoglienza, sottolineano che tale vocazione inclusiva è stata negli ultimi anni coraggiosamente coltivata attraverso una molteplicità di attività, in coerenza con i principi fondamentali richiamati nel suo Statuto dove, tra le finalità perseguite, si fa espresso riferimento al "dialogo e alla interazione tra le culture"».
Il rettore Uricchio, nel richiamare anche lui la tali principi, dalla sua evidenzia che l' Università «Promuove la diffusione di una cultura fondata sui valori fondamentali del rispetto della persona e riconosce e garantisce a tutti uguale dignità e pari opportunità, anche attraverso azioni idonee a rimuovere qualsiasi discriminazione».