Caso Noemi, il fidanzato trasferito temporaneamente a Bari
Lucio, reo confesso dell'omicidio della 16enne di Specchia si trova da ieri nel carcere minorile cittadino
martedì 19 settembre 2017
E' stato trasferito ieri mattina nell'Istituto penale per minorenni di Bari il fidanzato 17enne, ed assassino reo confesso di Noemi Durini, la sedicenne uccisa in Salento. Si tratta di una disposizione momentanea, decisa dalla struttura per minorenni di Monteroni (Lecce), in cui il giovane si trovava dal momento del fermo per omicidio, assieme a quella di Bari. Sulla destinazione finale del giovane si attende dal Dipartimento un'individuazione, che potrebbe essere in Sardegna.
Lucio è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai futili motivi. Nelle otto pagine del provvedimento, il giudice minorile evidenza come il 17enne «non manifesta cenni di reale senso di colpa dovendo essere portato a prendere coscienza della gravità del fatto con un percorso trattamentale altamente specialistico, nell'ambito del quale saranno tenuti in debita considerazione anche gli aspetti scolastici e formativi».
Tutti elementi comunque che secondo il magistrato «non possono portare in ogni caso a ritenere in questa fase che "il ragazzo" non fosse pienamente in grado di intendere e di volere nel momento in cui ha commesso l'azione delittuosa».
«È evidente – conclude – che allo stato non è possibile soddisfare le esigenze cautelari con misure meno gravi, mentre proprio un contesto totalizzante, pienamente regolato e separato come quello dell'I.P.M può consentire di creare le condizioni minime per la profonda ricostruzione della personalità».
Fonte: Ansa
Lucio è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai futili motivi. Nelle otto pagine del provvedimento, il giudice minorile evidenza come il 17enne «non manifesta cenni di reale senso di colpa dovendo essere portato a prendere coscienza della gravità del fatto con un percorso trattamentale altamente specialistico, nell'ambito del quale saranno tenuti in debita considerazione anche gli aspetti scolastici e formativi».
Tutti elementi comunque che secondo il magistrato «non possono portare in ogni caso a ritenere in questa fase che "il ragazzo" non fosse pienamente in grado di intendere e di volere nel momento in cui ha commesso l'azione delittuosa».
«È evidente – conclude – che allo stato non è possibile soddisfare le esigenze cautelari con misure meno gravi, mentre proprio un contesto totalizzante, pienamente regolato e separato come quello dell'I.P.M può consentire di creare le condizioni minime per la profonda ricostruzione della personalità».
Fonte: Ansa