Cassa prestanza, dipendenti comunali presentano esposto in Procura: «Rivogliamo nostri soldi»
Abuso d'ufficio e omissione di atti d'ufficio le ipotesi di reato. Melini: «Ricorso alla Magistratura è il fallimento delle istituzioni»
mercoledì 13 marzo 2019
17.59
La vicenda della Cassa prestanza, il fondo istituito dal Comune di Bari per i propri dipendenti, a un punto di svolta: i lavoratori comunali, in servizio e in pensione, presentano un esposto contro ignoti alla Procura di Bari. A spiegare la vicenda è l'avvocato Sassanelli, che precisa come i reati ipotizzati dai suoi assistiti siano abuso d'ufficio e omissione di atti d'ufficio, ma non è escluso che le indagini possano farne venire alla luce altri.
L'attenzione sull'esposto presentato dai lavoratori è stata posta dalla consigliera comunale e candidata sindaco Irma Melini, che dice: «Da tre anni mi batto per i diritti dei dipendenti, ora sia il tribunale a decidere. Quando i lavoratori si rivolgono alla magistratura vuol dire che le istituzioni hanno fallito. Abbiamo sempre chiesto il riconoscimento della buonuscita per chi è in pensione e la sopravvivenza di Cassa prestanza per chi è in servizio. Non firmerò l'esposto perché ho rispetto della Magistratura e non voglio che l'intervento della Procura sia politicizzato o che si pensi che un candidato sindaco ne stia strumentalizzando l'azione».
Facendo un passo indietro, nella Cassa prestanza c'è un ammanco di 14 milioni di Euro, che il sindaco Antonio Decaro spiegò con lo squilibrio fra pensionamenti e nuove assunzioni e il conseguente disavanzo fra soldi che escono e liquidità in ingresso, di fatto chiamando fuori il Comune da ogni possibile coinvolgimento.
La questione, però, è proseguita: nella seduta dello scorso 11 dicembre il Consiglio comunale, unico organo deputato a decidere sulla questione, deliberò la continuazione dell'attività della Cassa prestanza, stabilendone altresì la continuazione. Una misura che, denunciano gli ex dipendenti in pensione, non ha avuto attuazione, dal momento che i soldi detratti dalle buste paga nel corso degli anni di servizio e depositati in Cassa prestanza non sono ancora stati resi con i relativi interessi. Ai dipendenti in servizio, invece, è stata sospesa la trattenuta dagli stipendi. «Due anni fa - dice Giuditta Di Lascio, agente di Polizia locale portavoce dei dipendenti in attività - l'amministrazione ha interrotto il proprio contributo nella Cassa. Già allora c'era allerta ma non potevamo recedere per via di un contratto unilaterale che non ce lo permette. Ci hanno sospeso anche il contributo dal nostro stipendio quindi la Cassa è di fatto cessata. Mi aspetto quindi che il cento per cento dei dipendenti firmi l'esposto perché abbiamo diritto al premio di buonuscita. Sono state fatte azioni non documentate da atti ufficiali».
A rappresentare le istanze dei dipendenti pensionati, invece, Lina De Virgilio (ex funzionario tecnico contabile) e Luigi Fumai (ex agente di Polizia locale). «Abbiamo provato tutte le strade per far capire alla nostra amministrazione che diritti e contratti vanno rispettati - dice De Virgilio. Lo statuto della cassa è unilaterale; il Comune ce l'ha proposto quando siamo stati assunti. Abbiamo provato a essere comprensivi, ma cerchiamo risposte ufficiali e legali: lo scorso 11 dicembre il Consiglio ha approvato una delibera che a oggi non ha avuto esecuzione. Siamo stati quindi costretti a portare a conclusione un iter legale con l'esposto presso la Magistratura penale. Non siamo divisi, ma abbiamo lo stesso interesse: i soldi sono nostri, la cassa è finanziata da noi». «Dopo la pensione - prosegue Fumai - aspettavo il premio di buonuscita che però non è arrivato. Mi sono rivolto al sindaco a gennaio 2018 e a fine marzo ho presentato una denuncia all'Autorità giudiziaria, integrata poi con il verbale di Consiglio comunale dell'11 dicembre. Sono fiducioso nell'operato della magistratura perché da parte dell'amministratore c'è un muro».
L'attenzione sull'esposto presentato dai lavoratori è stata posta dalla consigliera comunale e candidata sindaco Irma Melini, che dice: «Da tre anni mi batto per i diritti dei dipendenti, ora sia il tribunale a decidere. Quando i lavoratori si rivolgono alla magistratura vuol dire che le istituzioni hanno fallito. Abbiamo sempre chiesto il riconoscimento della buonuscita per chi è in pensione e la sopravvivenza di Cassa prestanza per chi è in servizio. Non firmerò l'esposto perché ho rispetto della Magistratura e non voglio che l'intervento della Procura sia politicizzato o che si pensi che un candidato sindaco ne stia strumentalizzando l'azione».
Facendo un passo indietro, nella Cassa prestanza c'è un ammanco di 14 milioni di Euro, che il sindaco Antonio Decaro spiegò con lo squilibrio fra pensionamenti e nuove assunzioni e il conseguente disavanzo fra soldi che escono e liquidità in ingresso, di fatto chiamando fuori il Comune da ogni possibile coinvolgimento.
La questione, però, è proseguita: nella seduta dello scorso 11 dicembre il Consiglio comunale, unico organo deputato a decidere sulla questione, deliberò la continuazione dell'attività della Cassa prestanza, stabilendone altresì la continuazione. Una misura che, denunciano gli ex dipendenti in pensione, non ha avuto attuazione, dal momento che i soldi detratti dalle buste paga nel corso degli anni di servizio e depositati in Cassa prestanza non sono ancora stati resi con i relativi interessi. Ai dipendenti in servizio, invece, è stata sospesa la trattenuta dagli stipendi. «Due anni fa - dice Giuditta Di Lascio, agente di Polizia locale portavoce dei dipendenti in attività - l'amministrazione ha interrotto il proprio contributo nella Cassa. Già allora c'era allerta ma non potevamo recedere per via di un contratto unilaterale che non ce lo permette. Ci hanno sospeso anche il contributo dal nostro stipendio quindi la Cassa è di fatto cessata. Mi aspetto quindi che il cento per cento dei dipendenti firmi l'esposto perché abbiamo diritto al premio di buonuscita. Sono state fatte azioni non documentate da atti ufficiali».
A rappresentare le istanze dei dipendenti pensionati, invece, Lina De Virgilio (ex funzionario tecnico contabile) e Luigi Fumai (ex agente di Polizia locale). «Abbiamo provato tutte le strade per far capire alla nostra amministrazione che diritti e contratti vanno rispettati - dice De Virgilio. Lo statuto della cassa è unilaterale; il Comune ce l'ha proposto quando siamo stati assunti. Abbiamo provato a essere comprensivi, ma cerchiamo risposte ufficiali e legali: lo scorso 11 dicembre il Consiglio ha approvato una delibera che a oggi non ha avuto esecuzione. Siamo stati quindi costretti a portare a conclusione un iter legale con l'esposto presso la Magistratura penale. Non siamo divisi, ma abbiamo lo stesso interesse: i soldi sono nostri, la cassa è finanziata da noi». «Dopo la pensione - prosegue Fumai - aspettavo il premio di buonuscita che però non è arrivato. Mi sono rivolto al sindaco a gennaio 2018 e a fine marzo ho presentato una denuncia all'Autorità giudiziaria, integrata poi con il verbale di Consiglio comunale dell'11 dicembre. Sono fiducioso nell'operato della magistratura perché da parte dell'amministratore c'è un muro».