Cassa Prestanza, Melini diffida il Comune di Bari
La consigliera: «Annullare i provvedimenti illegittimamente adottati e gravemente lesivi dei diritti e degli interessi degli iscritti»
martedì 27 novembre 2018
15.44
Irma Melini torna all'attacco sulla questione della Cassa Prestanza e diffida il Comune di Bari. Motivo del contendere la gestione della cassa mutualistica istituita nel 1924 dal Comune e le problematiche al riguardo che gli stessi dipendenti sia quelli ormai in pensione che quelli attualmente al lavoro si stanno trovando ad affrontare.
«Sono oltre mille e quattrocento i dipendenti comunali, più un centinaio già pensionati, iscritti alla Cassa prestanza, che rischiano di non vedere riconosciuto il diritto al premio di buonuscita maturato negli anni di servizio al Comune di Bari e garantito dallo Statuto vigente - dichiara Irma Melini - A mancare sarebbero proprio i soldi: da un lato il contributo annuale del Comune congelato dal 2014, dopo l'esposto senza risposta alla Corte dei Conti da parte dei 5 Stelle, dall'altro i soldi versati dagli iscritti che hanno visto più uscite che entrate in una gestione ormai discutibile. Ultimo atto di questa farsa, posto in essere dall'Amministrazione Decaro, nella persona del suo delegato presidente Introna, è stato quello di bloccare da maggio scorso i premi di buonuscita a chi già in pensione e a sospendere da questo novembre anche il contributo alla Cassa che mensilmente i dipendenti comunali iscritti versano».
«Questi due atti, che potrebbero definitivamente far precipitare le sorti della Cassa, sono illegittimi - sottolinea la consigliera e candidato sindaco - in quanto prodotti in assoluta violazione delle disposizioni dello Statuto. Per questo motivo oggi ho protocollato una diffida al sindaco di Bari e al presidente facente funzioni Introna, volta ad annullare in autotutela i provvedimenti illegittimamente adottati perché non conformi all'interesse pubblico e gravemente lesivi dei diritti e degli interessi degli iscritti alla Cassa Prestanza».
La formale diffida è stata comunicata questa mattina, a seguito di tutti gli interventi in Consiglio Comunale e delle varie richieste presentate per ottenere "informazioni ed accesso agli atti", di cui l'ultima oggetto di diniego, ricevuto peraltro oltre i termini previsti. A tal proposito la Melini ha provveduto anche a formale censura del presidente Introna e della segretaria della Cassa Marisa Lupelli, per il tardivo riscontro avvenuto in violazione della legge sugli Enti locali. Oggetto del negato accesso agli atti era proprio l'estratto conto della Cassa prestanza degli ultimi 10 anni.
Melini chiede anche di acquisire tutta l'istruttoria alla base di questi atti illegittimi, di acquisire gli atti in base ai quali ha verificato se la responsabilità della tensione economico-finanziaria della Cassa Prestanza è dipesa dalla cattiva gestione degli amministratori, anche dei propri predecessori, e quindi di verificare se sono state attivate eventuali procedure di carattere giurisdizionale volte al ripristino della legalità.
«Sono oltre mille e quattrocento i dipendenti comunali, più un centinaio già pensionati, iscritti alla Cassa prestanza, che rischiano di non vedere riconosciuto il diritto al premio di buonuscita maturato negli anni di servizio al Comune di Bari e garantito dallo Statuto vigente - dichiara Irma Melini - A mancare sarebbero proprio i soldi: da un lato il contributo annuale del Comune congelato dal 2014, dopo l'esposto senza risposta alla Corte dei Conti da parte dei 5 Stelle, dall'altro i soldi versati dagli iscritti che hanno visto più uscite che entrate in una gestione ormai discutibile. Ultimo atto di questa farsa, posto in essere dall'Amministrazione Decaro, nella persona del suo delegato presidente Introna, è stato quello di bloccare da maggio scorso i premi di buonuscita a chi già in pensione e a sospendere da questo novembre anche il contributo alla Cassa che mensilmente i dipendenti comunali iscritti versano».
«Questi due atti, che potrebbero definitivamente far precipitare le sorti della Cassa, sono illegittimi - sottolinea la consigliera e candidato sindaco - in quanto prodotti in assoluta violazione delle disposizioni dello Statuto. Per questo motivo oggi ho protocollato una diffida al sindaco di Bari e al presidente facente funzioni Introna, volta ad annullare in autotutela i provvedimenti illegittimamente adottati perché non conformi all'interesse pubblico e gravemente lesivi dei diritti e degli interessi degli iscritti alla Cassa Prestanza».
La formale diffida è stata comunicata questa mattina, a seguito di tutti gli interventi in Consiglio Comunale e delle varie richieste presentate per ottenere "informazioni ed accesso agli atti", di cui l'ultima oggetto di diniego, ricevuto peraltro oltre i termini previsti. A tal proposito la Melini ha provveduto anche a formale censura del presidente Introna e della segretaria della Cassa Marisa Lupelli, per il tardivo riscontro avvenuto in violazione della legge sugli Enti locali. Oggetto del negato accesso agli atti era proprio l'estratto conto della Cassa prestanza degli ultimi 10 anni.
Melini chiede anche di acquisire tutta l'istruttoria alla base di questi atti illegittimi, di acquisire gli atti in base ai quali ha verificato se la responsabilità della tensione economico-finanziaria della Cassa Prestanza è dipesa dalla cattiva gestione degli amministratori, anche dei propri predecessori, e quindi di verificare se sono state attivate eventuali procedure di carattere giurisdizionale volte al ripristino della legalità.