Centrosinistra a Bari ad un passo dalla spaccatura, Laforgia: «Basta litigi, Pd decida regole delle primarie»
Dopo la presa di posizione dei dem, contrari alla preregistrazione, arriva la risposta dell'avvocato barese che pretende la data
sabato 9 marzo 2024
19.40
Una possibile rottura del fronte del centrosinistra (o campo largo progressista come preferisce dire il Movimento 5 Stelle) a Bari potrebbe essere scongiurata dalle dichiarazioni di stasera di Michele Laforiga. Da una parte, fino a questo momento, ci sono stati tutti coloro che fin dall'inizio hanno appoggiato Michele Laforgia, riuniti nella Convenzione per Bari, insieme al Movimento 5 Stelle ed una parte del Pd, rappresentato in diverse occasioni da Titti De Simone, e dall'altra il Pd e le liste civiche di area Decaro che stanno portando avanti il nome di Vito Leccese.
Motivo del contendere in questi giorni sono state le regole delle primarie, nonostante l'apertura dei laforgiani di qualche settimana fa, quando dopo aver negato per mesi di essere disponibili a questa soluzione si sono detti pronti al confronto. Ma l'accordo stava rischiando di saltare sulle modalità in cui tale votazioni avrebbero dovuto essere fatte, considerando che nonostante si sia arrivati a stabilire che dovrebbero esserci sei seggi in cui votare (contro i 15 che voleva il Pd e l'unico che volevano gli altri) e che la data potrebbe essere il 7 aprile, non si riesciva a trovare la quadra sul discorso preregistrazione.
I laforgiani la ritenevano fondamentale per garantire sicurezza. Dal Pd continuano invece a ritenerlo un modo per limitare la partecipazione. Come sottolineato da Domenico De Santis in conferenza stampa venerdì mattina: «Da sei mesi il Pd sta chiedendo di fare le primarie, perché con più candidati in campo non potevamo tirare i dadi. Le abbiamo chieste sempre libere e partecipate. Siamo felici per l'apertura di Giuseppe Conte, però vogliamo primarie vere, libere, per garantire la partecipazione e la democrazia». «Le primarie o unitarie - ha aggiunto De Santis - non sono più una questione interna ai partiti, chi vince sarà il sindaco di Bari. Noi rispetteremo il risultato, chi vince le primarie sarà il candidato di tutti. Però vogliamo delle consultazioni popolari, una grande giornata. Vogliamo coinvolgere il popolo del centrosinistra senza creare ostacoli».
E Michele Laforgia è intervenuto questa sera a gamba tesa dichiarando: «In queste settimane si è parlato molto delle modalità con cui dovremmo scegliere il candidato unitario della coalizione progressista, tra me e Vito Leccese. Si discute, almeno apparentemente, delle regole del voto. Il Partito Democratico rischia di lasciare fuori dalla coalizione non solo il Movimento Cinque Stelle, ma anche buona parte delle forze politiche e civiche con cui cerca di stringere alleanze a livello locale e nazionale, per costruire l'alternativa al governo della destra. Una postura incomprensibile non solo per me e per noi, ma per la maggioranza degli iscritti e degli elettori dello stesso PD, tanto che alcuni esponenti di quel partito hanno pubblicamente aderito alla Convenzione per Bari 2024. Dico quindi pubblicamente al Partito Democratico di decidere quando, dove e come votare per le primarie. Chiamiamole primarie, a questo punto, visto che non si è voluto scegliere, insieme, un metodo nuovo, più rigoroso. Stabiliscano loro le regole e se ne assumano integralmente la responsabilità. Io accetterò l'esito del voto qualunque esso sia. Ora non c'è più tempo: attendiamo la data del voto per le primarie».
Ora la palla passa al Pd, che dovrà quindi dire la sua.
Motivo del contendere in questi giorni sono state le regole delle primarie, nonostante l'apertura dei laforgiani di qualche settimana fa, quando dopo aver negato per mesi di essere disponibili a questa soluzione si sono detti pronti al confronto. Ma l'accordo stava rischiando di saltare sulle modalità in cui tale votazioni avrebbero dovuto essere fatte, considerando che nonostante si sia arrivati a stabilire che dovrebbero esserci sei seggi in cui votare (contro i 15 che voleva il Pd e l'unico che volevano gli altri) e che la data potrebbe essere il 7 aprile, non si riesciva a trovare la quadra sul discorso preregistrazione.
I laforgiani la ritenevano fondamentale per garantire sicurezza. Dal Pd continuano invece a ritenerlo un modo per limitare la partecipazione. Come sottolineato da Domenico De Santis in conferenza stampa venerdì mattina: «Da sei mesi il Pd sta chiedendo di fare le primarie, perché con più candidati in campo non potevamo tirare i dadi. Le abbiamo chieste sempre libere e partecipate. Siamo felici per l'apertura di Giuseppe Conte, però vogliamo primarie vere, libere, per garantire la partecipazione e la democrazia». «Le primarie o unitarie - ha aggiunto De Santis - non sono più una questione interna ai partiti, chi vince sarà il sindaco di Bari. Noi rispetteremo il risultato, chi vince le primarie sarà il candidato di tutti. Però vogliamo delle consultazioni popolari, una grande giornata. Vogliamo coinvolgere il popolo del centrosinistra senza creare ostacoli».
E Michele Laforgia è intervenuto questa sera a gamba tesa dichiarando: «In queste settimane si è parlato molto delle modalità con cui dovremmo scegliere il candidato unitario della coalizione progressista, tra me e Vito Leccese. Si discute, almeno apparentemente, delle regole del voto. Il Partito Democratico rischia di lasciare fuori dalla coalizione non solo il Movimento Cinque Stelle, ma anche buona parte delle forze politiche e civiche con cui cerca di stringere alleanze a livello locale e nazionale, per costruire l'alternativa al governo della destra. Una postura incomprensibile non solo per me e per noi, ma per la maggioranza degli iscritti e degli elettori dello stesso PD, tanto che alcuni esponenti di quel partito hanno pubblicamente aderito alla Convenzione per Bari 2024. Dico quindi pubblicamente al Partito Democratico di decidere quando, dove e come votare per le primarie. Chiamiamole primarie, a questo punto, visto che non si è voluto scegliere, insieme, un metodo nuovo, più rigoroso. Stabiliscano loro le regole e se ne assumano integralmente la responsabilità. Io accetterò l'esito del voto qualunque esso sia. Ora non c'è più tempo: attendiamo la data del voto per le primarie».
Ora la palla passa al Pd, che dovrà quindi dire la sua.