Chiedono il pizzo all'impresa di luminarie per la festa di Carbonara, due arresti
Avevano tentato di estorcere all'imprenditore la somma di 1.500 euro. Sono accusati di concorso in estorsione continuata ed aggravata da metodo mafioso
giovedì 7 novembre 2019
13.40
Avevano chiesto la somma di 1.500 euro, poi "scontata" a 500, a un imprenditore titolare di una ditta di luminarie per permettergli di svolgere il suo lavoro senza ritorsioni durante la festa di San Michele, svoltasi gli scorsi 26 e 27 ottobre nel rione Carbonara di Bari. Dopo la denuncia della vittima, i poliziotti della squadra mobile della Questura di Bari hanno tratto in arresto, in fragranza di reato, un 32enne con precedenti penali e hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di un 31enne, anch'egli con precedenti.
I due sono ritenuti responsabili di concorso in estorsione continuata ed aggravata da metodo mafioso. Nei giorni scorsi, un imprenditore della provincia di Bari che si stava occupando di predisporre l'impiantistica relativa alle luminarie per la festa di San Michele, è stato contattato da due persone che gli hanno espressamente chiesto di consegnargli la somma di 1.500 euro, facendo intendere che si trattasse di una pratica usuale in quel luogo, dove tutti pagano per consentire alla criminalità locale di "mantenere" i detenuti. I due, inoltre, hanno minacciato l'uomo riferendogli che se non avesse corrisposto il denaro richiesto gli avrebbero danneggiato le strutture montate.
L'imprenditore ha intavolato una trattativa con i malviventi, riuscendo a convincerli di accontentarsi di una somma più contenuta, 500 euro, cercando di prendere tempo e rimandare la consegna ai giorni successivi; l'uomo, infatti, aveva deciso di denunciare i fatti alla squadra mobile.
I due estorsori, che prima e durante la festa hanno più volte avvicinato l'imprenditore per intimidirlo e convincerlo a pagare, stando a quanto denunciato agli investigatori, si sono subito manifestati come individui appartenenti alla criminalità organizzata che controlla il territorio di Carbonara. Infatti, l'approccio è stato quello che sovente si riscontra in casi analoghi, quando la malavita locale intimorisce la vittima facendo comprendere che il denaro richiesto serve per dare sussidio ad amici e parenti carcerati, perché "funziona così" e non vi sono spazi di determinazione per la controparte che, se non accetterà la richiesta, presumibilmente subirà danni per sé e per la propria attività.
Fra l'altro, la forza di intimidazione caratterizzante la condotta reiterata dei due giovani si è manifestata in tutto il suo valore proprio nel momento in cui hanno rivolto alla vittima la minaccia che, se anche fossero stati denunciati alla polizia, sarebbero venuti "altri" (del gruppo criminale di appartenenza) a continuare l'azione estorsiva. L'imprenditore ha avuto il coraggio di opporsi e, seppur intimorito, ha raccontato nei minimi dettagli i fatti agli inquirenti, consentendo a questi ultimi di identificare in pochi giorni i due arrestati.
In un prima fase, grazie alla collaborazione tra la vittima e gli agenti della mobile, è stato osservato l'incontro in un bar di Carbonara tra uno degli estorsori e l'imprenditore; pochi istanti dopo, l'uomo è stato fermato dai poliziotti con indosso due banconote da 50 euro appena consegnategli dalla vittima: considerando che si trattava delle stesse banconote mostrate dall'imprenditore agli investigatori prima dell'incontro, l'estorsore, il 32enne, è stato tratto in arresto.
Nei giorni successivi, i poliziotti della Questura di Bari hanno stretto il cerchio anche sull'identità del complice grazie alle testimonianze della vittima e dei suoi operai, cui i due arrestati si erano più volte avvicinati chiedendo di parlare con il loro responsabile. Le risultanze investigative sono state immediatamente comunicate alla Dda di Bari che ha da subito chiesto e ottenuto dal Gip del Tribunale di Bari l'emissione del provvedimento della custodia cautelare in carcere a carico del 31enne.
I due sono attualmente ristretti nel carcere di Bari, a disposizione dell'autorità giudiziaria inquirente.
I due sono ritenuti responsabili di concorso in estorsione continuata ed aggravata da metodo mafioso. Nei giorni scorsi, un imprenditore della provincia di Bari che si stava occupando di predisporre l'impiantistica relativa alle luminarie per la festa di San Michele, è stato contattato da due persone che gli hanno espressamente chiesto di consegnargli la somma di 1.500 euro, facendo intendere che si trattasse di una pratica usuale in quel luogo, dove tutti pagano per consentire alla criminalità locale di "mantenere" i detenuti. I due, inoltre, hanno minacciato l'uomo riferendogli che se non avesse corrisposto il denaro richiesto gli avrebbero danneggiato le strutture montate.
L'imprenditore ha intavolato una trattativa con i malviventi, riuscendo a convincerli di accontentarsi di una somma più contenuta, 500 euro, cercando di prendere tempo e rimandare la consegna ai giorni successivi; l'uomo, infatti, aveva deciso di denunciare i fatti alla squadra mobile.
I due estorsori, che prima e durante la festa hanno più volte avvicinato l'imprenditore per intimidirlo e convincerlo a pagare, stando a quanto denunciato agli investigatori, si sono subito manifestati come individui appartenenti alla criminalità organizzata che controlla il territorio di Carbonara. Infatti, l'approccio è stato quello che sovente si riscontra in casi analoghi, quando la malavita locale intimorisce la vittima facendo comprendere che il denaro richiesto serve per dare sussidio ad amici e parenti carcerati, perché "funziona così" e non vi sono spazi di determinazione per la controparte che, se non accetterà la richiesta, presumibilmente subirà danni per sé e per la propria attività.
Fra l'altro, la forza di intimidazione caratterizzante la condotta reiterata dei due giovani si è manifestata in tutto il suo valore proprio nel momento in cui hanno rivolto alla vittima la minaccia che, se anche fossero stati denunciati alla polizia, sarebbero venuti "altri" (del gruppo criminale di appartenenza) a continuare l'azione estorsiva. L'imprenditore ha avuto il coraggio di opporsi e, seppur intimorito, ha raccontato nei minimi dettagli i fatti agli inquirenti, consentendo a questi ultimi di identificare in pochi giorni i due arrestati.
In un prima fase, grazie alla collaborazione tra la vittima e gli agenti della mobile, è stato osservato l'incontro in un bar di Carbonara tra uno degli estorsori e l'imprenditore; pochi istanti dopo, l'uomo è stato fermato dai poliziotti con indosso due banconote da 50 euro appena consegnategli dalla vittima: considerando che si trattava delle stesse banconote mostrate dall'imprenditore agli investigatori prima dell'incontro, l'estorsore, il 32enne, è stato tratto in arresto.
Nei giorni successivi, i poliziotti della Questura di Bari hanno stretto il cerchio anche sull'identità del complice grazie alle testimonianze della vittima e dei suoi operai, cui i due arrestati si erano più volte avvicinati chiedendo di parlare con il loro responsabile. Le risultanze investigative sono state immediatamente comunicate alla Dda di Bari che ha da subito chiesto e ottenuto dal Gip del Tribunale di Bari l'emissione del provvedimento della custodia cautelare in carcere a carico del 31enne.
I due sono attualmente ristretti nel carcere di Bari, a disposizione dell'autorità giudiziaria inquirente.