Chiude la VeloStazione, il Comune di Bari punta davvero sulla mobilità in bici?
Il messaggio via social: «La nostra gestione termina in questi giorni ma continueremo a pedalare sperando di dare sempre un buon esempio»
sabato 27 febbraio 2021
15.13
Da domani, Bari non avrà più una VeloStazione. Aperta nel 2016 con i toni entusiastici dell'occasione, l'esperienza termina dopo 5 anni con amarezza. In una città in cui il bando per il bike sharing si è perso nei meandri della burocrazia, le piste ciclabili quando ci sono non aiutano o sono occupate da veicoli in sosta vietata, e dove alcune piste sono sparite dall'immaginario come quella del Ponte Adriatico, la bici non sembra essere al centro delle attenzioni dell'amministrazione comunale. Ne abbiamo parlato con Paco Ricchiuti, uno dei gestori della VeloStazione di Bari.
Come mai giunge al termine l'esperienza della VeloStazione a Bari?
Purtroppo sono terminate le attività di progetto che duravano 5 anni e il contratto che avevamo in essere con la Regione Puglia, incrociato con le Ferrovie che ci hanno ospitato gratuitamente. Noi avevamo chiesto una proroga diversi mesi fa, ponendo delle condizioni per poter continuare, delle migliorie, ma non è stato fatto nulla. Se ci fossero state le condizioni saremmo andati avanti, e potremmo farlo anche ora. La nostra società funziona, continueremo le attività nel centro storico di Bari, al porto di Bari, a Monopoli dove abbiamo un'altra sede.
Qual è stata la situazione in questi 5 anni da quel 2016 in cui avete aperto i battenti? Quali sono i problemi?
In corso Italia eravamo "soli", in un segmento che non è stato ancora riqualificato, ma bisogna considerare che, nonostante il contesto, l'attività della VeloStazione è paragonabile al trasporto pubblico. È fondamentale avere un sostegno, non può essere economicamente sufficiente. Il bando della Regione inizialmente aveva durata 2 anni, noi con gli stessi importi ci siamo impegnati a gestirla per 5 anni, ma ora anche i 5 sono finiti. A queste condizioni sarebbe comunque stato impossibile proseguire, i problemi sono tanti da quelli strutturali dei locali, a quelli amministrativi, al pareggio di bilancio diciamo dato che il finanziamento stesso non è assolutamente sufficiente a coprire i costi. Mi ha anche chiamato il sindaco, Antonio Decaro, e gli ho fatto vedere un excel con le entrate e le uscite. È come se si parlasse si entrate e uscite con una qualunque società di trasporto pubblico urbano, i km che sviluppa non li può recuperare in termini di costi dalla biglietteria che è solo una voce del bilancio. La nostra stazione ha 116 posti bici parzialmente occupati, ma la biglietteria non coprirà mai i costi di gestione.
Il bando per il bike sharing è bloccato, voi chiudete e le piste ciclabili hanno più di un problema a Bari. Secondo la tua opinione si sta davvero investendo sulla bicicletta?
Una mia considerazione è che a Bari non sembra si voglia incentivare l'utilizzo della bicicletta. L'attenzione ora è stata spostata sui monopattini elettrici, forse è un sistema più remunerativo. L'attenzione per la bicicletta è comunque sempre stata scadente, anche se ora parla l'anima del ciclista urbano e non il gestore della VeloStazione.
Nell'ultimo anno, con il Coronavirus, come sono cambiate le cose per voi?
Il Coronavirus non ha mai limitato il parcheggio bici, abbiamo avuto problemi con le attività complementari legate al turismo. Il parcheggio ha continuato a funzionare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con assistenza in loco. Paradossalmente, in questo periodo abbiamo avuto un incremento degli abbonati, negli ultimi 2 anni sono arrivati i rider ad unirsi ai pendolari. Dai nostri "clienti" abbiamo avuto messaggi straordinari, forse è la bicicletta che filtra animi sensibili.
Ci potrà essere un futuro per la VeloStazione, nonostante la chiusura?
Ora sembra esserci un risveglio delle istituzioni, ma ci vuole la volontà politica per rilanciare l'attività. Noi come soggetto privato siamo pronti ad intercettare qualunque opportunità
Come mai giunge al termine l'esperienza della VeloStazione a Bari?
Purtroppo sono terminate le attività di progetto che duravano 5 anni e il contratto che avevamo in essere con la Regione Puglia, incrociato con le Ferrovie che ci hanno ospitato gratuitamente. Noi avevamo chiesto una proroga diversi mesi fa, ponendo delle condizioni per poter continuare, delle migliorie, ma non è stato fatto nulla. Se ci fossero state le condizioni saremmo andati avanti, e potremmo farlo anche ora. La nostra società funziona, continueremo le attività nel centro storico di Bari, al porto di Bari, a Monopoli dove abbiamo un'altra sede.
Qual è stata la situazione in questi 5 anni da quel 2016 in cui avete aperto i battenti? Quali sono i problemi?
In corso Italia eravamo "soli", in un segmento che non è stato ancora riqualificato, ma bisogna considerare che, nonostante il contesto, l'attività della VeloStazione è paragonabile al trasporto pubblico. È fondamentale avere un sostegno, non può essere economicamente sufficiente. Il bando della Regione inizialmente aveva durata 2 anni, noi con gli stessi importi ci siamo impegnati a gestirla per 5 anni, ma ora anche i 5 sono finiti. A queste condizioni sarebbe comunque stato impossibile proseguire, i problemi sono tanti da quelli strutturali dei locali, a quelli amministrativi, al pareggio di bilancio diciamo dato che il finanziamento stesso non è assolutamente sufficiente a coprire i costi. Mi ha anche chiamato il sindaco, Antonio Decaro, e gli ho fatto vedere un excel con le entrate e le uscite. È come se si parlasse si entrate e uscite con una qualunque società di trasporto pubblico urbano, i km che sviluppa non li può recuperare in termini di costi dalla biglietteria che è solo una voce del bilancio. La nostra stazione ha 116 posti bici parzialmente occupati, ma la biglietteria non coprirà mai i costi di gestione.
Il bando per il bike sharing è bloccato, voi chiudete e le piste ciclabili hanno più di un problema a Bari. Secondo la tua opinione si sta davvero investendo sulla bicicletta?
Una mia considerazione è che a Bari non sembra si voglia incentivare l'utilizzo della bicicletta. L'attenzione ora è stata spostata sui monopattini elettrici, forse è un sistema più remunerativo. L'attenzione per la bicicletta è comunque sempre stata scadente, anche se ora parla l'anima del ciclista urbano e non il gestore della VeloStazione.
Nell'ultimo anno, con il Coronavirus, come sono cambiate le cose per voi?
Il Coronavirus non ha mai limitato il parcheggio bici, abbiamo avuto problemi con le attività complementari legate al turismo. Il parcheggio ha continuato a funzionare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con assistenza in loco. Paradossalmente, in questo periodo abbiamo avuto un incremento degli abbonati, negli ultimi 2 anni sono arrivati i rider ad unirsi ai pendolari. Dai nostri "clienti" abbiamo avuto messaggi straordinari, forse è la bicicletta che filtra animi sensibili.
Ci potrà essere un futuro per la VeloStazione, nonostante la chiusura?
Ora sembra esserci un risveglio delle istituzioni, ma ci vuole la volontà politica per rilanciare l'attività. Noi come soggetto privato siamo pronti ad intercettare qualunque opportunità