Classifica qualità della vita, la Città Metropolitana di Bari si piazza al 77mo posto
La nostra provincia guadagna 9 posizioni. Decaro: «Non se ne faccia uso distorto»
lunedì 17 dicembre 2018
11.50
La Città Metropolitana di Bari si piazza 77ma nella classifica sulla qualità della vita stilata annualmente dal "Sole 24 Ore", quest'anno giunta alla 29ma edizione. Il capoluogo pugliese e le sue aree limitrofe scalano ben 9 posizioni rispetto all'86mo posto del 2018, pur restando nelle retrovie della graduatoria che tiene in considerazione le 107 città capoluogo italiane.
A vincere lo "scudetto" di provincia più vivibile è per la prima volta Milano, seguita sul podio da Bolzano (che passa dal quarto al secondo posto) e Aosta (seconda nel 2017). Maglia nera per Vibo Valentia, ultima della classifica. Stabile, invece, è Roma: la Capitale si attesta al 21mo posto, scalando solo tre posizioni rispetto all'ultima classifica. Fra le grandi città del Sud, resta indietro Napoli, che pur guadagnando 13 posizioni non va oltre il 94mo posto.
Male, in generale, la Puglia: le province di Taranto e Foggia sono - rispettivamente - terzultima e penultima nell'edizione 2018 della graduatoria. Fra le ultime 10 troviamo anche le province di Brindisi e Barletta-Andria-Trani. Nota di merito, invece, per Lecce che scala 12 posizioni in classifica (92ma posizione). A comandare, quindi, fra le città-provincia del Tacco dello Stivale è ancora Bari.
I parametri tenuti in considerazione dal noto quotidiano economico sono i più eterogenei. Dall'indice di "Ricchezza e consumi" (comanda Milano con una concentrazione schiacciante in generale nel Nord Italia) alla categoria "Affari e lavoro", dove è Bolzano a fare la parte del leone. Nord-Est protagonista nel parametro "Ambiente e servizi", con Trieste capofila, mentre per "Giustizia e sicurezza" l'Emilia Romagna è la locomotiva d'Italia con le province di Ferrara e Ravenna e i loro tribunali particolarmente veloci. Il Sud, invece, resta spesso indietro. Unico indicatore che premia il Mezzogiorno è "Demografia e società": Napoli è la città più "giovane" d'Italia e, a pari merito con Catania, quella dove nascono più bambini. Il centro della Penisola si conferma culla della cultura italica: l'indice "Cultura e tempo libero" premia Rimini, Firenze e Roma.
«Bari guadagna 9 posizioni nella classifica della qualità della vita del Sole 24 Ore - commenta su Facebook il sindaco di Bari Antonio Decaro. E quindi, da sindaco, ora potrei fare dichiarazioni tipo: "Siamo orgogliosi che il lavoro svolto in questi anni stia dando i suoi frutti", oppure "Siamo di gran lunga la migliore città in Puglia", o altre banalità del genere. Invece non lo farò. Anzi, approfitterò di questo dato positivo per dire chiaro e tondo, una volta per tutte, a giornalisti, cittadini, sostenitori e detrattori che: 1. Queste classifiche sono tarate su base provinciale. Quindi l'operato di un sindaco "virtuoso" potrebbe essere del tutto annullato dall'operato di un sindaco "incapace" della stessa provincia. Facciamo un esempio: se nella città X, capoluogo di provincia, si sono aperti 5 nuovi parchi, e nelle città Y e Z (in provincia di X), ne sono stati chiusi 10, l'indicatore del verde pubblico penalizzerà tutte le città della X provincia allo stesso modo. 2. Gran parte degli indicatori utilizzati da queste classifiche hanno pochissimo a che vedere con l'azione di un sindaco e della sua giunta come per esempio i tempi della giustizia. 3. Queste classifiche, al contrario, non tengono conto di alcuni indicatori che invece io ritengo fondamentali per calcolare la qualità della vita di una territorio. Come il senso di comunità, per esempio. Non voglio mettere in dubbio il valore di queste statistiche. Ma è ora di finirla di farne un uso distorto, per scopi elettorali e propagandistici. Anche quando ci premiano, come in questo caso».
A vincere lo "scudetto" di provincia più vivibile è per la prima volta Milano, seguita sul podio da Bolzano (che passa dal quarto al secondo posto) e Aosta (seconda nel 2017). Maglia nera per Vibo Valentia, ultima della classifica. Stabile, invece, è Roma: la Capitale si attesta al 21mo posto, scalando solo tre posizioni rispetto all'ultima classifica. Fra le grandi città del Sud, resta indietro Napoli, che pur guadagnando 13 posizioni non va oltre il 94mo posto.
Male, in generale, la Puglia: le province di Taranto e Foggia sono - rispettivamente - terzultima e penultima nell'edizione 2018 della graduatoria. Fra le ultime 10 troviamo anche le province di Brindisi e Barletta-Andria-Trani. Nota di merito, invece, per Lecce che scala 12 posizioni in classifica (92ma posizione). A comandare, quindi, fra le città-provincia del Tacco dello Stivale è ancora Bari.
I parametri tenuti in considerazione dal noto quotidiano economico sono i più eterogenei. Dall'indice di "Ricchezza e consumi" (comanda Milano con una concentrazione schiacciante in generale nel Nord Italia) alla categoria "Affari e lavoro", dove è Bolzano a fare la parte del leone. Nord-Est protagonista nel parametro "Ambiente e servizi", con Trieste capofila, mentre per "Giustizia e sicurezza" l'Emilia Romagna è la locomotiva d'Italia con le province di Ferrara e Ravenna e i loro tribunali particolarmente veloci. Il Sud, invece, resta spesso indietro. Unico indicatore che premia il Mezzogiorno è "Demografia e società": Napoli è la città più "giovane" d'Italia e, a pari merito con Catania, quella dove nascono più bambini. Il centro della Penisola si conferma culla della cultura italica: l'indice "Cultura e tempo libero" premia Rimini, Firenze e Roma.
«Bari guadagna 9 posizioni nella classifica della qualità della vita del Sole 24 Ore - commenta su Facebook il sindaco di Bari Antonio Decaro. E quindi, da sindaco, ora potrei fare dichiarazioni tipo: "Siamo orgogliosi che il lavoro svolto in questi anni stia dando i suoi frutti", oppure "Siamo di gran lunga la migliore città in Puglia", o altre banalità del genere. Invece non lo farò. Anzi, approfitterò di questo dato positivo per dire chiaro e tondo, una volta per tutte, a giornalisti, cittadini, sostenitori e detrattori che: 1. Queste classifiche sono tarate su base provinciale. Quindi l'operato di un sindaco "virtuoso" potrebbe essere del tutto annullato dall'operato di un sindaco "incapace" della stessa provincia. Facciamo un esempio: se nella città X, capoluogo di provincia, si sono aperti 5 nuovi parchi, e nelle città Y e Z (in provincia di X), ne sono stati chiusi 10, l'indicatore del verde pubblico penalizzerà tutte le città della X provincia allo stesso modo. 2. Gran parte degli indicatori utilizzati da queste classifiche hanno pochissimo a che vedere con l'azione di un sindaco e della sua giunta come per esempio i tempi della giustizia. 3. Queste classifiche, al contrario, non tengono conto di alcuni indicatori che invece io ritengo fondamentali per calcolare la qualità della vita di una territorio. Come il senso di comunità, per esempio. Non voglio mettere in dubbio il valore di queste statistiche. Ma è ora di finirla di farne un uso distorto, per scopi elettorali e propagandistici. Anche quando ci premiano, come in questo caso».