"Compost Goal", un contest sulla frazione organica di qualità per 40 comuni di Puglia, Basilicata e Campania
Un'iniziativa di Progeva SRL patrocinata da Anci Puglia, Associazione dei Comuni Virtuosi e Utilitalia
martedì 10 luglio 2018
14.06
Come educare cittadini e amministrazioni al corretto conferimento della frazione organica di rifiuti? Una domanda che, da quando la raccolta differenziata ha iniziato a diventare un nostro patrimonio culturale, ha arrovellato le meningi di imprenditori, sindaci ed enti locali. Perché, allora, non farlo attraverso un contest, un concorso a premi? Nasce così il progetto "Compost Goal", ideato da Progeva SRL, società che controlla l'impianto di compostaggio di Laterza (Ta) in cui confluiscono i rifiuti organici di molti comuni di Puglia, Basilicata e Campania. L'iniziativa ha ottenuto la collaborazione di Bioplastiche e del Consorzio Italiano Compostatori, unitamente al patrocinio di Anci Puglia, Associazione dei Comuni Virtuosi e Utilitalia. Main sponsor del concorso è Novamont.
Si tratta di un'iniziativa partita a giugno che, con la messa in palio di premi "ecologici" (qui il regolamento), coinvolge 40 comuni delle tre regioni confinanti e punta a sensibilizzare le utenze sulla questione della raccolta di un organico di qualità, capace di diventare innanzitutto merce (concime), e quindi di ritornare a pieno regime nel circolo della vita. Se, infatti, da una parte abbiamo l'UE che ci impone di raggiungere il traguardo minimo del 65% di raccolta differenziata, dall'altro la legge nazionale sull'Economia Circolare ci mette alla prova sul fronte della capacità dei rifiuti che produciamo di essere interamente riciclati e riutilizzati.
«Di solito il terminale della filiera del riciclo dell'organico, l'impianto di compstaggio - dice Lella Miccolis, amministratore unico di Progeva SRL - è abituato solo a processare a porte chiuse. Noi, invece, abbiamo deciso di uscire, coinvolgendo gli altri attori della filiera, perché ci siamo resi conto che quello che entra è il frutto dei comportamenti giusti o sbagliati dei cittadini».
Per i comuni più virtuosi e per i loro cittadini sono in arrivo benefit interessanti: «Daremo delle forniture gratuite, proporzionali al numero di abitanti, di sacchetti compostabili - continua Miccolis. Non è un regalo al comune ma direttamente alla cittadinanza. Il contest consiste in una vera e propria competizione tra comuni nostri conferitori; quattro volte l'anno noi analizzeremo il prodotto dal punto di vista merecologico, unitamente al numero di sacchetti biodegradabili e compostabili (con diversi tempi, tutto in natura è biodegradabile, ma non è detto che ciò che è biodegradabile sia necessariamente adatto a diventare concime, NdR) che arrivano insieme al rifiuto. Durante queste tornate di analisi si andrà a vedere chi ha raggiunto il miglior risultato medio, in termini di qualità del rifiuto e di numero di sacchetti compostabili conformi».
Proprio quella dei sacchetti non compostabili è una delle piaghe più gravi della Puglia ecologica. I dati non sono incoraggianti nemmeno per Basilicata (un po' meglio) e Campania: «In Puglia si riscontra il 68% di sacchetti non compostabili - annuncia Miccolis. Al di là della legge sui sacchetti delle merci che è piuttosto recente, quella che disciplina la raccolta dei rifiuti organici in sacchetti compostabili risale addirittura al 2008, ed è assurdo che dopo 10 anni non si sia ancora riusciti a eliminare questo problema».
Importante è la vicinanza di Anci Puglia all'iniziativa, dal momento che per i comuni pugliesi la chiusura del ciclo dei rifiuti è da sempre una vera e propria chimera: «Per noi è una grande sfida - dice Fiorenza Pascazio, sindaco di Bitetto e delegata Anci Puglia per Ambiente e Rifiuti. È quella immediatamente successiva all'avvio omogeneo della raccolta differenziata spinta. Una battaglia concretizzabile e che io ritengo coerente con una visione più complessiva del sistema Puglia, fatto anche di agricoltura e turismo. Chiudere il ciclo significa trasformare un problema in una risorsa vera su tutti i fronti».
Resta, però, il fatto che le amministrazioni locali non possono andare lontano senza sensibilizzare a fondo la cittadinanza sul tema dei rifiuti, ricevendo in cambio una collaborazione totale: «Noi sindaci siamo sulla griglia rovente soprattutto dal punto di vista dei costi - conclude Pascazio. Ci tengo però a precisare che avviare un buon sistema porta a porta significa fare leva su un piano industriale che sappia cucire il vestito della differenziata su misura per ogni singolo comune. Successivamente, abbiamo il problema di contenere il più possibile i costi: se è vero che i cittadini devono rispondere a un dovere etico e normativo, è altrettanto giusto che chiedano un contenimento degli esborsi. Ritengo che tutte le istituzioni interessate debbano lavorare a braccetto per raggiungere questo obiettivo».
Si tratta di un'iniziativa partita a giugno che, con la messa in palio di premi "ecologici" (qui il regolamento), coinvolge 40 comuni delle tre regioni confinanti e punta a sensibilizzare le utenze sulla questione della raccolta di un organico di qualità, capace di diventare innanzitutto merce (concime), e quindi di ritornare a pieno regime nel circolo della vita. Se, infatti, da una parte abbiamo l'UE che ci impone di raggiungere il traguardo minimo del 65% di raccolta differenziata, dall'altro la legge nazionale sull'Economia Circolare ci mette alla prova sul fronte della capacità dei rifiuti che produciamo di essere interamente riciclati e riutilizzati.
«Di solito il terminale della filiera del riciclo dell'organico, l'impianto di compstaggio - dice Lella Miccolis, amministratore unico di Progeva SRL - è abituato solo a processare a porte chiuse. Noi, invece, abbiamo deciso di uscire, coinvolgendo gli altri attori della filiera, perché ci siamo resi conto che quello che entra è il frutto dei comportamenti giusti o sbagliati dei cittadini».
Per i comuni più virtuosi e per i loro cittadini sono in arrivo benefit interessanti: «Daremo delle forniture gratuite, proporzionali al numero di abitanti, di sacchetti compostabili - continua Miccolis. Non è un regalo al comune ma direttamente alla cittadinanza. Il contest consiste in una vera e propria competizione tra comuni nostri conferitori; quattro volte l'anno noi analizzeremo il prodotto dal punto di vista merecologico, unitamente al numero di sacchetti biodegradabili e compostabili (con diversi tempi, tutto in natura è biodegradabile, ma non è detto che ciò che è biodegradabile sia necessariamente adatto a diventare concime, NdR) che arrivano insieme al rifiuto. Durante queste tornate di analisi si andrà a vedere chi ha raggiunto il miglior risultato medio, in termini di qualità del rifiuto e di numero di sacchetti compostabili conformi».
Proprio quella dei sacchetti non compostabili è una delle piaghe più gravi della Puglia ecologica. I dati non sono incoraggianti nemmeno per Basilicata (un po' meglio) e Campania: «In Puglia si riscontra il 68% di sacchetti non compostabili - annuncia Miccolis. Al di là della legge sui sacchetti delle merci che è piuttosto recente, quella che disciplina la raccolta dei rifiuti organici in sacchetti compostabili risale addirittura al 2008, ed è assurdo che dopo 10 anni non si sia ancora riusciti a eliminare questo problema».
Importante è la vicinanza di Anci Puglia all'iniziativa, dal momento che per i comuni pugliesi la chiusura del ciclo dei rifiuti è da sempre una vera e propria chimera: «Per noi è una grande sfida - dice Fiorenza Pascazio, sindaco di Bitetto e delegata Anci Puglia per Ambiente e Rifiuti. È quella immediatamente successiva all'avvio omogeneo della raccolta differenziata spinta. Una battaglia concretizzabile e che io ritengo coerente con una visione più complessiva del sistema Puglia, fatto anche di agricoltura e turismo. Chiudere il ciclo significa trasformare un problema in una risorsa vera su tutti i fronti».
Resta, però, il fatto che le amministrazioni locali non possono andare lontano senza sensibilizzare a fondo la cittadinanza sul tema dei rifiuti, ricevendo in cambio una collaborazione totale: «Noi sindaci siamo sulla griglia rovente soprattutto dal punto di vista dei costi - conclude Pascazio. Ci tengo però a precisare che avviare un buon sistema porta a porta significa fare leva su un piano industriale che sappia cucire il vestito della differenziata su misura per ogni singolo comune. Successivamente, abbiamo il problema di contenere il più possibile i costi: se è vero che i cittadini devono rispondere a un dovere etico e normativo, è altrettanto giusto che chiedano un contenimento degli esborsi. Ritengo che tutte le istituzioni interessate debbano lavorare a braccetto per raggiungere questo obiettivo».