Comunali Bari 2019, Corallo: «Il lavoro punto centrale del programma»
Il candidato sindaco del partito Pensionati e giovani invalidi insieme: «Serve un ritorno al passato, non sempre il progresso è bene»
sabato 18 maggio 2019
10.31
Con le consultazioni elettorali alle porte, il dibattito politico entra nel vivo. Abbiamo deciso di chiedere ai candidati sindaci di rispondere alle nostre domande su diversi temi; dall'ambiente, al welfare, ai lavori pubblici alla cultura. Proseguiamo il nostro viaggio con Francesco Corallo, candidato sindaco con la lista Pensionati e giovani invalidi insieme.
Ambiente. La città di Bari ha un rapporto a volte conflittuale con il verde pubblico. Pochi parchi e molti "giardinetti". Quale potrebbe essere la ricetta per riutilizzare gli spazi verdi già presenti e per crearne di nuovi?
Quando sono andato, tempo fa, nei giardini dalle parti di pane e pomodoro ho una ventina addetti che curavano il decoro urbano. Un servizio che nel gennaio 2018 è stato cancellato. Anziché incrementare e mettere gente nuova a lavoro stiamo andando in senso contrario. Credo che si debba rimettere al lavoro i giovani per provvedere non solo al decoro, ma anche alla sicurezza di quelle aree. Come primo passo bisogna ripristinare il decoro urbano. Curare i marciapiedi, le strade, il verde pubblico: sono cose da fare di routine, senza grandi annunci.
Servizi al cittadino e informatizzazione della pubblica amministrazione. Le delegazioni dei vari uffici comunali sono state dismesse in questi anni. Quale potrebbe essere il futuro della macchina burocratica barese?
Questo è un punto importante del nostro programma. Chiedo di instaurare nei municipi uno sportello adibito ad anziani e disabili, poiché tutti abbiamo molto spesso problemi con gli uffici della burocrazia. Con questo sportello, dotato di computer, si possono dare informazioni in tempo reale ai cittadini. Magari si può partire con un esperimento negli uffici centrali, per poi estenderlo nei cinque municipi.
Lavori pubblici. La città sta cambiando e diversi cantieri sono stati sbloccati in questi anni. Cosa si è fatto in modo corretto e cosa no? Cosa si potrebbe ancora fare?
La cosa più importante da fare è riprendere il discorso dell'edilizia per gli indigenti. Risistemare le vecchie case significa anche rimettere in moto il lavoro. Un tema che rientra nel discorso più ampio del sociale: fino a qualche anno fa i poveri erano di meno e si aiutavano fra di loro, ora la povertà coinvolge una buona fetta della popolazione. Un buon inizio per sanare questa situazione sarebbe ripartire dall'edilizia popolare.
Scuola. Qual è secondo lei lo stato dell'arte delle scuole cittadine? Quali potrebbero essere delle migliorie da portare a Palazzo di città in questo campo? Cosa si aspettano i genitori baresi?
Una buona pratica che ho proposto – inascoltato – da tanti anni è il ripristino dell'educazione civica. La scuola sta soffrendo non solo a livello di edilizia, ma soprattutto per il problema delle leggi. I direttori hanno dei bonus in base alle iscrizioni, e per avere sempre più iscrizioni danno molta più attenzione ad alunni e genitori pur di non metterseli contro. Questo va a scapito dei nostri professori, che sono allo sbando, non sono più tutelati. Anche dal punto di vista dell'edilizia c'è bisogno di un riordino. Stiamo trascurando un po' tutto. Le previsioni per il futuro non sono le più rosee. Nel programma abbiamo preparato 6/7 punti; strada facendo si cerca di risolvere in base alla priorità.
Lavoro e commercio. Diverse storiche attività commerciali in città hanno chiuso i battenti in questi ultimi anni. Quale potrebbe essere la ricetta per andare incontro ai commercianti baresi? Quali iniziative potrebbe mettere in campo il nuovo sindaco per chi non trova un posto di lavoro?
Questo è tra i due punti principali del nostro programma. I baresi sono popolo di mercanti, è sempre stata Bari la capitale del commercio al sud. Purtroppo per disegni dall'alto che stanno distruggendo piccoli commercianti e artigiani, si sta dirottando tutto verso i gandi centri commerciali. Se chiudono tanti negozi a Bari, gli anziani o chi non può muoversi ha un problema. Io provengo dal Libertà, dove con la chiusura degli esercizi commerciali si è spento il quartiere. Dove non c'è luce e movimento si instaura il malaffare, c'è maggiore spazio per lo spaccio. Tenere aperti i negozi significa anche dare sicurezza. Dobbiamo riportare Bari a essere la vecchia stella del sud: io provengo da una famiglia di commercianti, e a questo argomento ci tengo veramente tantissimo. La soluzione può essere dare più sicurezza anche ai negozianti con il poliziotto di quartiere o videosorveglianza, favorire la nascita di altri esercizi commerciali. Anziché tassare chi apre, bisogna dare incentivi. Si deve sfruttare il nostro litorale, soprattutto sud, per far sorgere attività di ogni genere e dare posti di lavoro. Spazio ce n'è, manca la volontà. In tutti questi cambiamenti bisogna tener conto del lavoro, perché quando si entra a far parte di realtà più grandi il lavoro diventa sempre più precario: anziché migliorare la vita la si peggiora. Dobbiamo trovare equilibri; con il dialogo e i tavoli di concertazione si può sistemare tutto. A differenza di altri ho le mani libere: al di sopra di me c'è solo la segretaria nazionale del partito, che la pensa come me. Ho carta bianca perché faccio parte del consiglio nazionale del partito. Ai cittadini baresi chiedo di venirmi incontro. Chiedo il voto disgiunto per poter cercare di cambiare la città con il loro coinvolgimento.
Welfare e Salute. Situazioni familiari disagiate, immigrazione, anziani, malati. Come si potrebbe coinvolgere la parte più debole della città? Ha in mente soluzioni di sostegno al reddito che il comune potrebbe mettere in campo per i prossimi 5 anni? E l'assistenza domiciliare?
Sono tutti punti da rimettere a regime. L'assistenza domiciliare è una cosa importante. Anziché affollare gli ospedali si dovrebbero creare delle residenze dove convogliare le visite mediche. Purtroppo i più deboli non hanno potere: gli anziani non hanno il potere di sciopero, non possono far sentire la loro voce. Giro per la città e so che la gente è stanca. Chi appartiene ai partiti più grandi ha difficoltà a parlare con i cittadini, tutto si riduce nel dividere la città fra potenti e non. Dobbiamo rifondare tutto dalla base.
Periferie. Spesso i cittadini che vivono in periferia si sentono abbandonati e distanti da quello che accade nel cuore della città. Quali iniziative si potrebbero mettere in campo per evitare i cosiddetti rioni dormitorio?
Pochi giorni fa ho incontrato tre associazioni di Libertà, Picone e Umbertino che lamentavano carenze di servizi. Ho firmato degli impegni per aiutarli: vogliono luce e sicurezza. Si deve rivedere tutto. A Picone chiedono un ripristino dell'illuminazione pubblica per contrastare il fenomeno della prostituzione, al Libertà chiedono legalità. Con la chiusura della strada al Redentore è stata peggiorata una situazione già difficile. Si deve iniziare a lavorare dal 27 maggio e farlo per tutta la legislatura senza ridurci agli ultimi 2 mesi.
Cultura. In che direzione va la cultura barese? Siamo sulla strada giusta?
Non vedo cultura. Bari non ha nulla, al nord ci sono città molto più piccole con molta più voglia di bello. Si deve fare una proporzione in base agli abitanti, non possiamo basarci sui grandi contenitori. Quelli funzionano a periodi, vanno sfruttati meglio. Io, per esempio, metterei al bando i multisala. Voglio un ritorno al passato; non tutto deve andare avanti per forza. Quando si dà una medicina nuova bisogna vedere le controindicazioni.
Ambiente. La città di Bari ha un rapporto a volte conflittuale con il verde pubblico. Pochi parchi e molti "giardinetti". Quale potrebbe essere la ricetta per riutilizzare gli spazi verdi già presenti e per crearne di nuovi?
Quando sono andato, tempo fa, nei giardini dalle parti di pane e pomodoro ho una ventina addetti che curavano il decoro urbano. Un servizio che nel gennaio 2018 è stato cancellato. Anziché incrementare e mettere gente nuova a lavoro stiamo andando in senso contrario. Credo che si debba rimettere al lavoro i giovani per provvedere non solo al decoro, ma anche alla sicurezza di quelle aree. Come primo passo bisogna ripristinare il decoro urbano. Curare i marciapiedi, le strade, il verde pubblico: sono cose da fare di routine, senza grandi annunci.
Servizi al cittadino e informatizzazione della pubblica amministrazione. Le delegazioni dei vari uffici comunali sono state dismesse in questi anni. Quale potrebbe essere il futuro della macchina burocratica barese?
Questo è un punto importante del nostro programma. Chiedo di instaurare nei municipi uno sportello adibito ad anziani e disabili, poiché tutti abbiamo molto spesso problemi con gli uffici della burocrazia. Con questo sportello, dotato di computer, si possono dare informazioni in tempo reale ai cittadini. Magari si può partire con un esperimento negli uffici centrali, per poi estenderlo nei cinque municipi.
Lavori pubblici. La città sta cambiando e diversi cantieri sono stati sbloccati in questi anni. Cosa si è fatto in modo corretto e cosa no? Cosa si potrebbe ancora fare?
La cosa più importante da fare è riprendere il discorso dell'edilizia per gli indigenti. Risistemare le vecchie case significa anche rimettere in moto il lavoro. Un tema che rientra nel discorso più ampio del sociale: fino a qualche anno fa i poveri erano di meno e si aiutavano fra di loro, ora la povertà coinvolge una buona fetta della popolazione. Un buon inizio per sanare questa situazione sarebbe ripartire dall'edilizia popolare.
Scuola. Qual è secondo lei lo stato dell'arte delle scuole cittadine? Quali potrebbero essere delle migliorie da portare a Palazzo di città in questo campo? Cosa si aspettano i genitori baresi?
Una buona pratica che ho proposto – inascoltato – da tanti anni è il ripristino dell'educazione civica. La scuola sta soffrendo non solo a livello di edilizia, ma soprattutto per il problema delle leggi. I direttori hanno dei bonus in base alle iscrizioni, e per avere sempre più iscrizioni danno molta più attenzione ad alunni e genitori pur di non metterseli contro. Questo va a scapito dei nostri professori, che sono allo sbando, non sono più tutelati. Anche dal punto di vista dell'edilizia c'è bisogno di un riordino. Stiamo trascurando un po' tutto. Le previsioni per il futuro non sono le più rosee. Nel programma abbiamo preparato 6/7 punti; strada facendo si cerca di risolvere in base alla priorità.
Lavoro e commercio. Diverse storiche attività commerciali in città hanno chiuso i battenti in questi ultimi anni. Quale potrebbe essere la ricetta per andare incontro ai commercianti baresi? Quali iniziative potrebbe mettere in campo il nuovo sindaco per chi non trova un posto di lavoro?
Questo è tra i due punti principali del nostro programma. I baresi sono popolo di mercanti, è sempre stata Bari la capitale del commercio al sud. Purtroppo per disegni dall'alto che stanno distruggendo piccoli commercianti e artigiani, si sta dirottando tutto verso i gandi centri commerciali. Se chiudono tanti negozi a Bari, gli anziani o chi non può muoversi ha un problema. Io provengo dal Libertà, dove con la chiusura degli esercizi commerciali si è spento il quartiere. Dove non c'è luce e movimento si instaura il malaffare, c'è maggiore spazio per lo spaccio. Tenere aperti i negozi significa anche dare sicurezza. Dobbiamo riportare Bari a essere la vecchia stella del sud: io provengo da una famiglia di commercianti, e a questo argomento ci tengo veramente tantissimo. La soluzione può essere dare più sicurezza anche ai negozianti con il poliziotto di quartiere o videosorveglianza, favorire la nascita di altri esercizi commerciali. Anziché tassare chi apre, bisogna dare incentivi. Si deve sfruttare il nostro litorale, soprattutto sud, per far sorgere attività di ogni genere e dare posti di lavoro. Spazio ce n'è, manca la volontà. In tutti questi cambiamenti bisogna tener conto del lavoro, perché quando si entra a far parte di realtà più grandi il lavoro diventa sempre più precario: anziché migliorare la vita la si peggiora. Dobbiamo trovare equilibri; con il dialogo e i tavoli di concertazione si può sistemare tutto. A differenza di altri ho le mani libere: al di sopra di me c'è solo la segretaria nazionale del partito, che la pensa come me. Ho carta bianca perché faccio parte del consiglio nazionale del partito. Ai cittadini baresi chiedo di venirmi incontro. Chiedo il voto disgiunto per poter cercare di cambiare la città con il loro coinvolgimento.
Welfare e Salute. Situazioni familiari disagiate, immigrazione, anziani, malati. Come si potrebbe coinvolgere la parte più debole della città? Ha in mente soluzioni di sostegno al reddito che il comune potrebbe mettere in campo per i prossimi 5 anni? E l'assistenza domiciliare?
Sono tutti punti da rimettere a regime. L'assistenza domiciliare è una cosa importante. Anziché affollare gli ospedali si dovrebbero creare delle residenze dove convogliare le visite mediche. Purtroppo i più deboli non hanno potere: gli anziani non hanno il potere di sciopero, non possono far sentire la loro voce. Giro per la città e so che la gente è stanca. Chi appartiene ai partiti più grandi ha difficoltà a parlare con i cittadini, tutto si riduce nel dividere la città fra potenti e non. Dobbiamo rifondare tutto dalla base.
Periferie. Spesso i cittadini che vivono in periferia si sentono abbandonati e distanti da quello che accade nel cuore della città. Quali iniziative si potrebbero mettere in campo per evitare i cosiddetti rioni dormitorio?
Pochi giorni fa ho incontrato tre associazioni di Libertà, Picone e Umbertino che lamentavano carenze di servizi. Ho firmato degli impegni per aiutarli: vogliono luce e sicurezza. Si deve rivedere tutto. A Picone chiedono un ripristino dell'illuminazione pubblica per contrastare il fenomeno della prostituzione, al Libertà chiedono legalità. Con la chiusura della strada al Redentore è stata peggiorata una situazione già difficile. Si deve iniziare a lavorare dal 27 maggio e farlo per tutta la legislatura senza ridurci agli ultimi 2 mesi.
Cultura. In che direzione va la cultura barese? Siamo sulla strada giusta?
Non vedo cultura. Bari non ha nulla, al nord ci sono città molto più piccole con molta più voglia di bello. Si deve fare una proporzione in base agli abitanti, non possiamo basarci sui grandi contenitori. Quelli funzionano a periodi, vanno sfruttati meglio. Io, per esempio, metterei al bando i multisala. Voglio un ritorno al passato; non tutto deve andare avanti per forza. Quando si dà una medicina nuova bisogna vedere le controindicazioni.