Comunali Bari 2019, De Razza: «Più verde pubblico e spazio al commercio di quartiere»

Le interviste ai candidati sindaco

sabato 11 maggio 2019 1.44
A cura di Fiorella Barile
Con le consultazioni elettorali alle porte, il dibattito politico entra nel vivo. Abbiamo deciso di chiedere ai candidati sindaci di rispondere alle nostre domande su diversi temi dall'ambiente, al welfare, ai lavori pubblici alla cultura. Iniziamo questo viaggio con Sabino De Razza, classe 1959, ex consigliere comunale durante il primo mandato di Michele Emiliano. Per anni segretario provinciale di Rifondazione Comunista. Ad appoggiarlo la nuova lista civica di sinistra BariCittàAperta, una coalizione di forze politiche, associazioni, comitati, movimenti tra cui Giovani Comunisti, Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Azione Civile (Ingroia), Si'Amo e il Comitato Stop Centri Commerciali a Bari.

Ambiente. La città di Bari ha un rapporto a volte conflittuale con il verde pubblico. Pochi parchi e molti "giardinetti" Quale potrebbe essere la ricetta per riutilizzare gli spazi verdi già presenti e per crearne di nuovi?

Manutenzione costante del verde già presente, riutilizzo degli spazi incolti tra le costruzioni, cioè i cosiddetti residui di lottizzazione, per creare orti urbani sociali che potrebbero essere dati in gestione ai condomini di quel palazzo o anche ad altri cittadini magari riuniti in associazioni. Quello che vogliamo contrastare è innanzitutto il consumo di suolo. Per questo proponiamo il riutilizzo del patrimonio esistente e il recupero degli annessi spazi verdi. Pensiamo ad esempio all'Ospedale militare Bonomo che nasconde in sé un vero e proprio scrigno verde. Un patrimonio che potrebbe benissimo essere fruito dalla comunità utilizzando anche lo stesso edificio per biblioteche, sale lettura o altro. Come farlo? Innanzitutto riducendo la burocrazia che spesso blocca questo genere di iniziative.

Servizi al cittadino e informatizzazione della pubblica amministrazione. Le delegazioni dei vari uffici comunali sono state dismesse in questi anni. Quale potrebbe essere il futuro della macchina burocratica barese?

Purtroppo è sotto gli occhi di tutti il fatto che l'Amministrazione Decaro abbia chiuso diverse delegazioni periferiche del Comune. Questo è stato senza dubbio il frutto della carenza di personale e dell'idea del decentramento amministrativo che nei fatti non è mai stato realizzato e oggi i cittadini di Ceglie e Carbonara per esempio, sono costretti a fare chilometri per arrivare in centro per poi fare ore di coda per una carta d'identità. Ora si parla di sblocco del personale quindi si spera che almeno l'emergenza venga superata ma quello che invece si dovrebbe fare è utilizzare l'innovazione tecnologica per agevolare la vita dei cittadini che potrebbero fare tutto comodamente da casa senza doversi recare fisicamente in un ufficio per chiedere o ritirare un documento.

Lavori pubblici. La città sta cambiando e diversi cantieri sono stati sbloccati in questi anni. Cosa si è fatto in modo corretto e cosa no? Cosa si potrebbe ancora fare?

Quello che ha caratterizzato questa amministrazione è il fatto di aver svolto solo una "ordinaria amministrazione". Molte opere che hanno visto la luce in questi anni erano già state approvate negli anni precedenti. Quello che però contestiamo all'Amministrazione Decaro è la lentezza. Molti cantieri sono partiti in ritardo e hanno continuato ad accumulare ritardi, penso ad esempio al Waterfront di San Girolamo, altri sono stati portati a termine nel bene e nel male come via Sparano ma forse non erano così necessari. Abbiamo realizzato Pane e Pomodoro ma i lavori alla condotta Matteotti sono ancora solo sulla carta. Se ne parla oggi, chissà perché. Come opere da cantierizzare nell'immediato ci sono i parcheggi e la viabilità per decongestionare il flusso verso il porto di Bari. La cosiddetta Camionale. Anche la questione giustizia non è stata affrontata nel modo corretto. Che fine ha fatto l'arcipelago? Perché non si è deciso di intervenire prima? Via Sparano è stata realizzata ma piazza Umberto? E la Goccia del Latte? Sono opere che darebbe anche un lustro a questa parte della città ormai nel degrado.

Scuola. Qual è secondo lei lo stato dell'arte delle scuole cittadine? Quali potrebbero essere delle migliorie da portare a Palazzo di città in questo campo? Cosa si aspettano i genitori baresi?

Le impressioni che ho raccolto dai genitori riguardano soprattutto la condizione degli edifici non a norma e della refezione scolastica che andrebbe migliorata. Le famiglie inoltre vorrebbero che le scuole restassero aperte anche oltre l'orario delle lezioni per consentire lo svolgimento di attività extra scolastiche. In alcune scuole si fa, bisognerebbe estenderlo a tutte.

Lavoro e commercio. Diverse storiche attività commerciali in città hanno chiuso i battenti in questi ultimi anni. Quale potrebbe essere la ricetta per andare incontro ai commercianti baresi? Quali iniziative potrebbe mettere in campo il nuovo sindaco per chi non trova un posto di lavoro?

Innanzitutto quello che ci preme maggiormente in questo momento è il fatto di bloccare l'avanzata dei centri commerciali fuori dalla cintura urbana. Vogliamo salvaguardare i pochi negozi di quartiere ancora attivi e permettere lo sviluppo di altri. Magari riducendo le tasse, una su tutte quella sulle insegne. Questo permetterebbe di illuminare zone della città oggi buie con una miglioria anche dal punto di vista della sicurezza. E poi i servizi aggiuntivi necessari per i negozi di prossimità come i parcheggi. Oggi anche gli ipermercati sono in crisi a causa dell'online e sembra che ci sia proprio un ritorno ai piccoli che va incrementato. Sul fronte dell'occupazione si potrebbe iniziare dal salvaguardare i posti di lavoro già presenti sul territorio contrastando il fenomeno del lavoro nero. Penso ai call center, o alle aziende che si occupano di logistica. Tramite i controlli e il contestuale ritiro della licenza, gli stessi lavoratori si sentirebbero meno soli. In ultimo si potrebbe pensare di riconvertire i vecchi capannoni oggi in disuso affidandoli a cooperative.

Welfare e Salute. Situazioni familiari disagiate, immigrazione, anziani, malati. Come si potrebbe coinvolgere la parte più debole della città? Ha in mente soluzioni di sostegno al reddito che il comune potrebbe mettere in campo per i prossimi 5 anni? E l'assistenza domiciliare?

Abbiamo accolto con favore il progetto di Porta Futuro. Il nostro dubbio riguarda solo il fatto che le imprese spesso approfittino del personale inserito in azienda con questi meccanismi di sostegno al reddito. Per quanto riguarda il welfare e la sanità in genere, bisogna parlare necessariamente del cosiddetto pareggio di bilancio introdotto dalla Comunità europea. Abbiamo espressamente richiesto l'abrogazione dell'articolo 81 perché questo meccanismo paralizza letteralmente le amministrazioni pubbliche. Quando non si raggiunge, la prima voce di spesa a farne le conseguenze è quella delle politiche sociali. Sui malati poi mi preme sottolineare due aspetti uno prettamente comunale e riguarda il miglioramento dell'assistenza domiciliare oggi ancora carente e un altro invece riguarda la questione degli assegni di cura ma questo argomento riguarda soprattutto la Regione e l'amministrazione Emiliano che dovrà darci delle spiegazioni. Sull'immigrazione poi non ci siamo. Abbiamo 20mila immigrati sul nostro territorio, ma non è un problema di ordine pubblico ma sociale, servono strategie nuove ed efficaci o continueremo a fallire.

Periferie. Spesso i cittadini che vivono in periferia si sentono abbandonati e distanti da quello che accade nel cuore della città. Quali iniziative si potrebbero mettere in campo per evitare i cosiddetti rioni dormitorio?

Innanzitutto bisognerebbe ricucire quelle situazioni di degrado e abbandono oggi ancora presenti. Penso alla carenza di servizi essenziali come la fogna a Carbonara o al San Paolo, poi servirebbero maggiori servizi per poter collegare queste zone al centro. Ma non solo si potrebbero per esempio organizzare iniziative sul posto curate da associazioni e cooperative, incrementare l'apertura di piccoli negozi, tornare a creare insomma delle piccole comunità dove ora ci sono solo dormitori.

Cultura. In che direzione va la cultura barese? Siamo sulla strada giusta?

No. Abbiamo investito in questi 5 anni solo nei grandi contenitori. E abbiamo utilizzato notevoli risorse economiche per grandi eventi di facciata con poche ricadute sul territorio. Serve più attenzione al piccolo. Bari ha tanti spazi abbandonati che potrebbero essere riconvertiti ed utilizzati da associazioni, cooperative, singoli artisti. Invece tutto tace.