Conclusa l'operazione “Barakaat”. Espulso il tunisino
Il cittadino tunisino era impegnato in attività di propaganda dello Stato Islamico
venerdì 19 maggio 2017
12.14
Nell'ambito dell'attività di prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale attuata dalla Polizia di Stato, la DIGOS della Questura di Bari – con la collaborazione delle DIGOS di Foggia e Padova, coordinate della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione/UCIGOS – ha concluso l'operazione di polizia denominata "BARAKAAT".
Le indagini, dirette della Procura Distrettuale di Bari, con il supporto della Procura della Repubblica di Foggia, sono state avviate nel 2016, anche sulla base di segnalazioni dell'AISI, nei confronti dell'indagato tunisino K. S., di 34anni, regolarmente residente in provincia di Foggia. L'operazione, tesa a prevenire e a debellare il fenomeno dei cosiddetti lupi solitari ispirati dal DAESH/ISIS, ha portato in data 5/5/2017 all'esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere, per il reato di apologia del terrorismo, nei confronti del S. Il provvedimento è stato depositato dal Tribunale della Libertà di Bari in data 14/4/17, in accoglimento dell'appello del PM avverso l'iniziale ordinanza di rigetto da parte del GIP del Tribunale di Foggia che aveva escluso la configurabilità del delitto di apologia. Avvalendosi di sofisticate tecniche di monitoraggio del web, in particolare dei social media, gli investigatori hanno documentato come il cittadino tunisino fosse impegnato in attività di propaganda dello Stato Islamico tramite la pubblicazione su Facebook di video e post di esaltazione delle azioni compiute dalle milizie della stessa formazione terroristica.
S., peraltro, era solito accompagnare i documenti di propaganda con la frase "Lo Stato Islamico sopravviverà". Nel medesimo contesto è stato accertato che l'estremista tunisino, durante una conversazione, aveva esaltato la figura dell'attentatore dei mercatini di Natale di Berlino. Pertanto, all'esito delle indagini – che hanno anche documentato la detenzione illegale da parte dell'indagato di un'arma da fuoco – l'8 febbraio 2017 gli uomini dell'Antiterrorismo della Polizia di Stato hanno eseguito il fermo disposto dal Procuratore distrettuale di Bari nei confronti dell'internauta tunisino per il reato di apologia del terrorismo. Alle fasi operative, nel cui ambito sono state effettuate anche alcune perquisizioni nel foggiano, hanno preso parte anche i reparti speciali della Polizia di Stato - Nocs, in ragione del profilo di pericolosità del S., desumibile dalla detenzione di una pistola e dai suoi collegamenti con ambienti legati alla criminalità locale, oltre che dai suoi contatti sul web con soggetti attestati su posizioni filo-jihadiste.
Nel corso dell'attività investigativa è emersa anche, quale figura di interesse, quella del fratello del fermato, S.B di anni 32, titolare di permesso di soggiorno per motivi di lavoro emesso dalla Questura di Foggia, il quale aveva manifestato nel web analoghe posizioni filo-jihadiste. Quest'ultimo, rintracciato l'8 maggio scorso dai poliziotti della DIGOS di Padova, è stato poi espulso il successivo 13 maggio, perché pericoloso per la sicurezza, in esecuzione di provvedimento emesso dal Prefetto di Padova sulla base degli elementi informativi acquisiti a suo carico nelle indagini baresi.
Le indagini, dirette della Procura Distrettuale di Bari, con il supporto della Procura della Repubblica di Foggia, sono state avviate nel 2016, anche sulla base di segnalazioni dell'AISI, nei confronti dell'indagato tunisino K. S., di 34anni, regolarmente residente in provincia di Foggia. L'operazione, tesa a prevenire e a debellare il fenomeno dei cosiddetti lupi solitari ispirati dal DAESH/ISIS, ha portato in data 5/5/2017 all'esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere, per il reato di apologia del terrorismo, nei confronti del S. Il provvedimento è stato depositato dal Tribunale della Libertà di Bari in data 14/4/17, in accoglimento dell'appello del PM avverso l'iniziale ordinanza di rigetto da parte del GIP del Tribunale di Foggia che aveva escluso la configurabilità del delitto di apologia. Avvalendosi di sofisticate tecniche di monitoraggio del web, in particolare dei social media, gli investigatori hanno documentato come il cittadino tunisino fosse impegnato in attività di propaganda dello Stato Islamico tramite la pubblicazione su Facebook di video e post di esaltazione delle azioni compiute dalle milizie della stessa formazione terroristica.
S., peraltro, era solito accompagnare i documenti di propaganda con la frase "Lo Stato Islamico sopravviverà". Nel medesimo contesto è stato accertato che l'estremista tunisino, durante una conversazione, aveva esaltato la figura dell'attentatore dei mercatini di Natale di Berlino. Pertanto, all'esito delle indagini – che hanno anche documentato la detenzione illegale da parte dell'indagato di un'arma da fuoco – l'8 febbraio 2017 gli uomini dell'Antiterrorismo della Polizia di Stato hanno eseguito il fermo disposto dal Procuratore distrettuale di Bari nei confronti dell'internauta tunisino per il reato di apologia del terrorismo. Alle fasi operative, nel cui ambito sono state effettuate anche alcune perquisizioni nel foggiano, hanno preso parte anche i reparti speciali della Polizia di Stato - Nocs, in ragione del profilo di pericolosità del S., desumibile dalla detenzione di una pistola e dai suoi collegamenti con ambienti legati alla criminalità locale, oltre che dai suoi contatti sul web con soggetti attestati su posizioni filo-jihadiste.
Nel corso dell'attività investigativa è emersa anche, quale figura di interesse, quella del fratello del fermato, S.B di anni 32, titolare di permesso di soggiorno per motivi di lavoro emesso dalla Questura di Foggia, il quale aveva manifestato nel web analoghe posizioni filo-jihadiste. Quest'ultimo, rintracciato l'8 maggio scorso dai poliziotti della DIGOS di Padova, è stato poi espulso il successivo 13 maggio, perché pericoloso per la sicurezza, in esecuzione di provvedimento emesso dal Prefetto di Padova sulla base degli elementi informativi acquisiti a suo carico nelle indagini baresi.