Concorso Bari Costasud, i dubbi fondati su una lettera anonima. Tedesco: «Procedura trasparente»

Assessore all'Urbanistica e ordine degli Architetti respingono al mittente accuse vaghe mosse in un documento vago

sabato 2 febbraio 2019 10.30
A cura di Riccardo Resta
Accuse gravi e pesanti mosse in una lettera genericamente firmata da "architetti", quindi sostanzialmente anonima. Questo, in estrema sintesi, il fondamento della denuncia con cui questo gruppo di segnalatori senza nome ha inteso portare alla luce presunte irregolarità sul concorso di idee Bari Costasud. Nel documento inviato all'ordine degli Architetti, all'Anticorruzione e all'assessore cittadino all'Urbanistica Carla Tedesco, infatti, gli anonimi contestano la contiguità fra una componente della giuria, Laura Casanova - dirigente tecnico del Comune di Bari, e gli architetti Mauro La Notte ed Elena Bruschi (anche loro nel direttivo di In/Arch Puglia), piazzatisi con il loro gruppo di progettazione al secondo posto, mentre il primo è stato assegnato dalla commissione giudicante a Nicolò Privileggio e alla sua equipe, in data 21 gennaio 2019.

Bene, questo l'antefatto. Entrando nel merito della discussione c'è da chiedersi innanzitutto quale scalpore possa destare una denuncia anonima, benché presentata su carta intestata. Dal Comune, nel frattempo, ribadiscono l'assoluta trasparenza della procedura, e l'assessore all'Urbanistica Carla Tedesco invita a non prestare l'orecchio a quelle che, a tutti gli effetti, sono voci di corridoio messe per iscritto su un documento vago e privo della benché minima attendibilità, chiedendo invece di concentrarsi su un progetto che la città attendeva da tempo, dopo un iter progettuale di lunghezza quaresimale, e che il sindaco ha definito la «Sfida dei prossimi 10 anni».

Bari Costasud, infatti, è a tutti gli effetti un'anticipazione del prossimo Pug, e attraverso la creazione di un parco urbano che connetta Japigia/Sant'Anna/Madonnella con la porzione di costa fra Torre Quetta e San Giorgio, andrà a ridisegnare l'intero scenario urbanistico in una zona attualmente contrassegnata da degrado e insediamenti antropici vetusti. L'intervento, inoltre, prevede una riconfigurazione pressoché totale della viabilità, con l'inserimento di lunghi percorsi ciclopedonali, lo spostamento della linea ferroviaria e il declassamento della SS16 in quel tratto da strada extraurbana a strada urbana, per lasciare spazio alle cosiddette "masserie didattiche".

Ribadendo con forza che la commissione esaminatrice ha conosciuto i nomi dei progettisti solo dopo aver proclamato il progetto vincitore, Tedesco incalza: «La procedura utilizzata per il concorso di idee Costasud si è svolta con il massimo grado di trasparenza, grazie all'utilizzo - innovativo per l'esperienza del Comune - di una piattaforma telematica per la gestione della procedura, amministrata da soggetti terzi. In particolare, i membri della commissione erano noti sin dal momento della pubblicazione del bando. In questi casi i partecipanti hanno l'onere di verificare l'eventuale sussistenza di cause di incompatibilità, tant'è che, tra i documenti richiesti, vi era anche un'autocertificazione di non versare in condizione di incompatibilità. Parliamo - è bene sottolinearlo - di dubbi sollevati da un esposto anonimo. A ogni modo i competenti uffici della ripartizione Urbanistica stanno procedendo alle verifiche amministrative del caso».

Dal documento senza firme prende le distanze anche l'ordine degli Architetti, che in una nota (questa sì, firmata), si dichiara incompetente in materia: «Il consiglio dell'ordine degli Architetti PPC della Provincia di Bari prende atto della comunicazione pervenuta della quale disconosce di essere mittente e sottoscrittore, stigmatizzando la forma anonima dell'esposto, e rende noto che, in continuità con quanto fatto dai precedenti consigli, tutte le comunicazioni in forma anonima non sono oggetto di valutazione da parte del consiglio. L'ordine è attento alle sollecitazioni derivanti dagli iscritti e dall'evidenza pubblica, per tutelare i diritti e controllare i doveri dei colleghi. Il consiglio non si esime dal dibattito generale e pubblico che la vicenda in oggetto ha suscitato e, sulla base di quanto rilevato, non avendo competenze in merito, rimette alle autorità preposte la valutazione sulle cause di esclusione dei partecipanti».