Condizioni igenico-sanitarie precarie, bloccata una "carretta" del mare
La nave, battente bandiera della Repubblica di Palau, aveva a bordo quasi 7 mila tonnellate di mais. 18 uomini dell'equipaggio costretti in condizioni disumane
mercoledì 14 novembre 2018
15.54
Il mercantile "Lucky Brother", battente bandiera della Repubblica di Palau, piccolo stato insulare del Pacifico occidentale, giunto nel porto di Bari sabato scorso con un carico di 6.600 tonnellate di mais non potrà, per il momento riprendere il mare.
Gli Ispettori "Port State Control" della Guardia Costiera di Bari, infatti, su segnalazione della banca dati dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA), che come è noto è un organismo dell'UE che si occupa della riduzione del rischio di incidenti marittimi e dell'inquinamento marittimo causato dalle navi garantendo il rispetto di tutte e le norme e convenzioni internazionali sulla sicurezza della navigazione, hanno effettuato un minuzioso controllo a bordo della, nave accertando una serie di gravi deficienze nelle dotazioni di bordo e nelle condizioni di vita dell'equipaggio che hanno reso necessaria la detenzione della nave.
I militari della Guardia Costiera, specializzati in sicurezza della navigazione, hanno sottoposto il mercantile ad una serie di verifiche, controlli e test che hanno fatto emergere gravi problematiche di tenuta della pompa del sistema antincendio di bordo, nonché gravi carenze tecniche delle cinture di salvataggio le cui luci erano state manomesse e sostituite in modo non appropriato, in aggiunta alla dotazione di carte nautiche relative alle rotte da intraprendere scadute o non aggiornate. Ma ancor più grave è risultata la situazione di estrema precarietà strutturale e igienico-sanitaria dei locali destinati all'equipaggio, composto da 18 uomini in maggioranza di nazionalità siriana, costretti a condizioni di vita quasi disumane. Alla vista degli ispettori cabine equipaggio, corridoi e infermeria si sono presentati sporchi e sudici. Nelle stesse condizioni materassi e cuscini, per non tacere della pavimentazione in cattivo stato di manutenzione e delle tende oscuranti sostituite da tovaglie e lenzuola.
Logica conseguenza di una situazione generale così compromessa è stata il quindi blocco della nave, naturalmente notificato al comandante siriano, all'armatore libanese, al registro navale di classifica dell'unità e allo Stato di bandiera. La nave potrà ripartire solo dopo aver posto rimedio alle carenze, e reso più accettabili le condizioni dei locali di vita dell'equipaggio.
Gli Ispettori "Port State Control" della Guardia Costiera di Bari, infatti, su segnalazione della banca dati dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA), che come è noto è un organismo dell'UE che si occupa della riduzione del rischio di incidenti marittimi e dell'inquinamento marittimo causato dalle navi garantendo il rispetto di tutte e le norme e convenzioni internazionali sulla sicurezza della navigazione, hanno effettuato un minuzioso controllo a bordo della, nave accertando una serie di gravi deficienze nelle dotazioni di bordo e nelle condizioni di vita dell'equipaggio che hanno reso necessaria la detenzione della nave.
I militari della Guardia Costiera, specializzati in sicurezza della navigazione, hanno sottoposto il mercantile ad una serie di verifiche, controlli e test che hanno fatto emergere gravi problematiche di tenuta della pompa del sistema antincendio di bordo, nonché gravi carenze tecniche delle cinture di salvataggio le cui luci erano state manomesse e sostituite in modo non appropriato, in aggiunta alla dotazione di carte nautiche relative alle rotte da intraprendere scadute o non aggiornate. Ma ancor più grave è risultata la situazione di estrema precarietà strutturale e igienico-sanitaria dei locali destinati all'equipaggio, composto da 18 uomini in maggioranza di nazionalità siriana, costretti a condizioni di vita quasi disumane. Alla vista degli ispettori cabine equipaggio, corridoi e infermeria si sono presentati sporchi e sudici. Nelle stesse condizioni materassi e cuscini, per non tacere della pavimentazione in cattivo stato di manutenzione e delle tende oscuranti sostituite da tovaglie e lenzuola.
Logica conseguenza di una situazione generale così compromessa è stata il quindi blocco della nave, naturalmente notificato al comandante siriano, all'armatore libanese, al registro navale di classifica dell'unità e allo Stato di bandiera. La nave potrà ripartire solo dopo aver posto rimedio alle carenze, e reso più accettabili le condizioni dei locali di vita dell'equipaggio.