Conversano, scoperto un divanificio abusivo. Sacattano i sequestri
L’area era inoltre adibita a discarica non autorizzata di rifiuti ingombranti e speciali
giovedì 10 agosto 2023
15.01
I finanzieri della compagnia Monopoli, a seguito di mirata attività info-investigativa, hanno individuato nei giorni scorsi un opificio industriale in Conversano (BA), privo di qualsivoglia autorizzazione, adibito alla realizzazione di divani e poltrone.
L'intervento ha consentito di individuare la struttura principale di produzione e un ulteriore deposito, entrambi non dichiarati, nel medesimo Comune. L'area era inoltre adibita a discarica non autorizzata di rifiuti ingombranti e speciali, anche pericolosi, in quanto presenti materiali prevalentemente derivanti dall'attività di manifattura. Sulla stessa area sono stati poi rinvenuti veicoli fuori uso, motori, marmitte, batterie, filtri dell'olio, tettoie coibentate e pneumatici, con grave pregiudizio all'ambiente.
Gran parte degli scarti di lavorazione e i divani ritirati a fronte della cessione del nuovo prodotto venivano illecitamente smaltiti tramite combustione sul fondo privato, producendo emissioni gassose tossiche e nocive.
All'atto dell'accesso è stato identificato, inoltre, un lavoratore "in nero" intento alla realizzazione dei prodotti e privo dei dispositivi di protezione individuale, necessari dato anche il contatto con colle e vernici pericolose. È stata disposta la sospensione dell'attività in quanto risultata manchevole delle basilari autorizzazioni amministrative, avviando nel contempo un controllo fiscale per la stima dei ricavi così celati al fisco.
Il gestore dell'attività abusiva è stato deferito all'Autorità Giudiziaria per reati ambientali, per le violazioni sulle norme che garantiscono la sicurezza dei luoghi di lavoro, nonché per abusivismo edilizio (si tratta di accertamenti attualmente nella fase delle indagini preliminari, che necessitano, pertanto, della successiva verifica processuale in contraddittorio con la difesa).
Si è proceduto quindi al sequestro dei fabbricati e del suolo prospiciente per quasi 3.000 mq, su di una estensione complessiva di oltre 13.000 mq.
L'intervento ha consentito di individuare la struttura principale di produzione e un ulteriore deposito, entrambi non dichiarati, nel medesimo Comune. L'area era inoltre adibita a discarica non autorizzata di rifiuti ingombranti e speciali, anche pericolosi, in quanto presenti materiali prevalentemente derivanti dall'attività di manifattura. Sulla stessa area sono stati poi rinvenuti veicoli fuori uso, motori, marmitte, batterie, filtri dell'olio, tettoie coibentate e pneumatici, con grave pregiudizio all'ambiente.
Gran parte degli scarti di lavorazione e i divani ritirati a fronte della cessione del nuovo prodotto venivano illecitamente smaltiti tramite combustione sul fondo privato, producendo emissioni gassose tossiche e nocive.
All'atto dell'accesso è stato identificato, inoltre, un lavoratore "in nero" intento alla realizzazione dei prodotti e privo dei dispositivi di protezione individuale, necessari dato anche il contatto con colle e vernici pericolose. È stata disposta la sospensione dell'attività in quanto risultata manchevole delle basilari autorizzazioni amministrative, avviando nel contempo un controllo fiscale per la stima dei ricavi così celati al fisco.
Il gestore dell'attività abusiva è stato deferito all'Autorità Giudiziaria per reati ambientali, per le violazioni sulle norme che garantiscono la sicurezza dei luoghi di lavoro, nonché per abusivismo edilizio (si tratta di accertamenti attualmente nella fase delle indagini preliminari, che necessitano, pertanto, della successiva verifica processuale in contraddittorio con la difesa).
Si è proceduto quindi al sequestro dei fabbricati e del suolo prospiciente per quasi 3.000 mq, su di una estensione complessiva di oltre 13.000 mq.