Coronavirus, al Policlinico di Bari si sperimentano i test sierologici sui dipendenti
Lopalco: «Esami utilissimi in questa fase dell’epidemia per acquisire informazioni sulla circolazione del virus in particolari ambienti ad alto rischio come le strutture assistenziali»
venerdì 3 aprile 2020
13.08
Al via al Policlinico di Bari uno studio pilota sullo stato immunologico del personale dipendente. Medici, infermieri, operatori sanitari, tecnici e personale dei servizi esterni, con priorità per coloro che prestano servizio in reparti Covid19 o in unità operative in cui si sono registrati casi di Covid19 tra gli operatori, saranno sottoposti a uno screening sierologico.
L'obiettivo dei test è quello di esplorare la circolazione del virus Sars-Cov-2 in soggetti asintomatici che non siano stati intercettati dal sistema di sorveglianza epidemiologica. Gli esami sierologici – che non sono uno strumento diagnostico - rappresentano un ausilio alla comprensione delle catene di contagio e della diffusione del virus attraverso portatori asintomatici: lo screening a tappeto consente la valutazione della pregressa esposizione al virus e dunque l'identificazione di soggetti che potrebbero aver sviluppato una memoria immunologica nei confronti dell'infezione. Si prevede di sottoporre a test circa 100 persone al giorno, dal lunedì al sabato, a partire dal personale esposto professionalmente al Covid19. Nella prima fase dell'indagine sieroepidemiologica si provvederà al doppio confronto tra esito dell'esame diretto in biologia molecolare (tampone oro-faringeo) e i risultati dell'esame sierologico. Tale doppio check potrà essere rivisto e superato alla luce dei risultati della prima applicazione della presente procedura.
«La Regione Puglia ha da subito avviato valutazioni scientifiche basate su test sierologici, utilissimi in questa fase dell'epidemia per acquisire informazioni sulla circolazione del virus in particolari ambienti ad alto rischio come le strutture assistenziali. Questa del Policlinico rappresenta un'altra tessera che servirà a comporre il puzzle generale», dichiara Pierluigi Lopalco, responsabile del coordinamento emergenze epidemiologiche. «Si tratta di una sperimentazione che insieme con la task force della Regione Puglia abbiamo condiviso: partiamo proprio dagli operatori sanitari che sono quelli più esposti al rischio per indagare la diffusione del virus e l'eventuale immunizzazione – spiega il direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore – non appena sarà predisposto il calendario degli esami, il personale sarà convocato. L'indagine sierologica non sostituisce le procedure di sorveglianza, con identificazione dei contatti, applicazione di provvedimenti di autoisolamento e riscontro diagnostico già avviate dal Policlinico di Bari e monitorate dalla control room».
L'obiettivo dei test è quello di esplorare la circolazione del virus Sars-Cov-2 in soggetti asintomatici che non siano stati intercettati dal sistema di sorveglianza epidemiologica. Gli esami sierologici – che non sono uno strumento diagnostico - rappresentano un ausilio alla comprensione delle catene di contagio e della diffusione del virus attraverso portatori asintomatici: lo screening a tappeto consente la valutazione della pregressa esposizione al virus e dunque l'identificazione di soggetti che potrebbero aver sviluppato una memoria immunologica nei confronti dell'infezione. Si prevede di sottoporre a test circa 100 persone al giorno, dal lunedì al sabato, a partire dal personale esposto professionalmente al Covid19. Nella prima fase dell'indagine sieroepidemiologica si provvederà al doppio confronto tra esito dell'esame diretto in biologia molecolare (tampone oro-faringeo) e i risultati dell'esame sierologico. Tale doppio check potrà essere rivisto e superato alla luce dei risultati della prima applicazione della presente procedura.
«La Regione Puglia ha da subito avviato valutazioni scientifiche basate su test sierologici, utilissimi in questa fase dell'epidemia per acquisire informazioni sulla circolazione del virus in particolari ambienti ad alto rischio come le strutture assistenziali. Questa del Policlinico rappresenta un'altra tessera che servirà a comporre il puzzle generale», dichiara Pierluigi Lopalco, responsabile del coordinamento emergenze epidemiologiche. «Si tratta di una sperimentazione che insieme con la task force della Regione Puglia abbiamo condiviso: partiamo proprio dagli operatori sanitari che sono quelli più esposti al rischio per indagare la diffusione del virus e l'eventuale immunizzazione – spiega il direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore – non appena sarà predisposto il calendario degli esami, il personale sarà convocato. L'indagine sierologica non sostituisce le procedure di sorveglianza, con identificazione dei contatti, applicazione di provvedimenti di autoisolamento e riscontro diagnostico già avviate dal Policlinico di Bari e monitorate dalla control room».