Coronavirus, in Puglia 250 aziende pronte a produrre mascherine e dispositivi di protezione
Al via le attività di riconversione, coordinate dalla Regione e dal Politecnico di Bari, per fronteggiare l'emergenza Covid-19
giovedì 23 aprile 2020
18.59
«Sono 250 gli imprenditori pugliesi che, grazie al supporto della Regione Puglia e del Politecnico di Bari, hanno già ottenuto le informazioni necessarie per avviare la produzione di mascherine e Dpi, richiedere le certificazioni e riconvertire i loro impianti. Si tratta di un risultato importante perché parliamo di materiali importantissimi per contenere e fronteggiare il Covid, e anche perché queste riconversioni rimettono in moto una parte di economia». Lo annuncia il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
«Appena iniziata l'emergenza Covid – dichiara il dirigente sezione Protezione Civile Mario Lerario - la Regione Puglia tramite gli uffici di protezione civile, ha avviato ricerche di mercato al fine di acquistare mascherine ad uso medico e dispositivi di protezione individuale (Dpi) quali tute, camici, calzari, facciali e mascherine filtranti del tipo FFP2 e FFP3 da assegnare al personale sanitario e di pronto soccorso viste le difficoltà da parte delle ASL a reperire questo materiale».
«Parallelamente – spiega Elio Sannicandro, commissario straordinario di Asset Regione Puglia – ci siamo mossi da subito anche su un altro binario: sollecitare e sostenere gli imprenditori pugliesi interessati ad una riconversione aziendale per produrre mascherine e altri dispositivi di protezione individuale. Lo abbiamo fatto con il supporto tecnico dell'Asset e del Politecnico di Bari».
Il primo passo è stato individuare le caratteristiche tecniche dei materiali e i requisiti richiesti dalle norme di riferimento italiane ed europee UNI EN. Quindi sono state chiarite le procedure per testare i prodotti, per certificarne la qualità e per autorizzarne l'uso e la commercializzazione. La situazione di emergenza ha indotto il Governo a disporre una deroga alla certificazione per alcuni dispositivi di protezione che però comporta comunque l'obbligo di effettuare i test di prova che consentano di autocertificare la qualità dei prodotti.
«Il Politecnico di Bari - dichiara il rettore Francesco Cupertino - ha accolto da subito l'invito a collaborare per fornire informazioni utili alla produzione di dispositivi di protezione di qualità avviando il progetto Riapro (RIconversione aziendale per la produzione di Dpi). Abbiamo anche aderito ad una rete di Università per lo scambio di informazioni e, in particolare, con le Università di Bari e Napoli (Federico II) stiamo sviluppando i test di laboratorio per la validazione dei dispositivi. Questa esperienza ci ha permesso di estendere la nostra rete di collaborazioni con il mondo delle imprese raggiungendo molte realtà di medie e piccole dimensioni. La capacità di collaborare tra mondo della ricerca e Pmi sarà una delle risorse per far ripartire la nostra Regione alla fine del lockdown».
Per l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da parte del personale sanitario è necessaria l'autorizzazione dell'Iss (Istituto superiore di sanità) e dell'Inail. I due istituti nazionali autorizzano previa valutazione positiva delle prove effettuate in laboratori specializzati che siano in grado di accertare le qualità meccaniche, l'impermeabilità e la capacità di filtrazione, la capacità di abbattimento della carica batterica ed altri test microbiologici che garantiscano la sicurezza sanitaria per medici e pazienti. Ma i laboratori specializzati in Italia sono pochissimi rispetto alle richieste che, in questo periodo, sono aumentate in maniera esponenziale. Quindi il Politecnico e l'Università di Bari hanno valutato l'ipotesi di attrezzare propri laboratori per supportare gli imprenditori del territorio regionale pugliese.
Nel frattempo il gruppo di lavoro attivato dalla Regione ha sviluppato studi e approfondimenti circa i materiali utilizzabili e le caratteristiche minime per garantire i requisiti prestazionali richiesti dalle norme. In attesa dei nuovi laboratori, il gruppo di lavoro regionale con il Politecnico ha predisposto un'azione informativa di supporto ai potenziali produttori, indicando loro le norme, le prove, l'elenco dei laboratori specializzati subito pronti al rilascio dei rapporti di prova necessari per ottenere le autorizzazioni alla produzione e commercializzazione nonché le procedure per la richiesta di autorizzazione all'ISS e all'INAIL. Tali note tecniche sono immediatamente utili per poter avviare la produzione di mascherine di comunità (quelle comunemente in uso alla popolazione civile) che sono più semplici da produrre e, grazie alle deroghe governative, richiedono procedure più snelle per l'autocertificazione, la produzione e la commercializzazione. Tutte le informkazioni sono reperibili sul sito e sul sito del Politecnico Riapro.
«Appena iniziata l'emergenza Covid – dichiara il dirigente sezione Protezione Civile Mario Lerario - la Regione Puglia tramite gli uffici di protezione civile, ha avviato ricerche di mercato al fine di acquistare mascherine ad uso medico e dispositivi di protezione individuale (Dpi) quali tute, camici, calzari, facciali e mascherine filtranti del tipo FFP2 e FFP3 da assegnare al personale sanitario e di pronto soccorso viste le difficoltà da parte delle ASL a reperire questo materiale».
«Parallelamente – spiega Elio Sannicandro, commissario straordinario di Asset Regione Puglia – ci siamo mossi da subito anche su un altro binario: sollecitare e sostenere gli imprenditori pugliesi interessati ad una riconversione aziendale per produrre mascherine e altri dispositivi di protezione individuale. Lo abbiamo fatto con il supporto tecnico dell'Asset e del Politecnico di Bari».
Il primo passo è stato individuare le caratteristiche tecniche dei materiali e i requisiti richiesti dalle norme di riferimento italiane ed europee UNI EN. Quindi sono state chiarite le procedure per testare i prodotti, per certificarne la qualità e per autorizzarne l'uso e la commercializzazione. La situazione di emergenza ha indotto il Governo a disporre una deroga alla certificazione per alcuni dispositivi di protezione che però comporta comunque l'obbligo di effettuare i test di prova che consentano di autocertificare la qualità dei prodotti.
«Il Politecnico di Bari - dichiara il rettore Francesco Cupertino - ha accolto da subito l'invito a collaborare per fornire informazioni utili alla produzione di dispositivi di protezione di qualità avviando il progetto Riapro (RIconversione aziendale per la produzione di Dpi). Abbiamo anche aderito ad una rete di Università per lo scambio di informazioni e, in particolare, con le Università di Bari e Napoli (Federico II) stiamo sviluppando i test di laboratorio per la validazione dei dispositivi. Questa esperienza ci ha permesso di estendere la nostra rete di collaborazioni con il mondo delle imprese raggiungendo molte realtà di medie e piccole dimensioni. La capacità di collaborare tra mondo della ricerca e Pmi sarà una delle risorse per far ripartire la nostra Regione alla fine del lockdown».
Per l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da parte del personale sanitario è necessaria l'autorizzazione dell'Iss (Istituto superiore di sanità) e dell'Inail. I due istituti nazionali autorizzano previa valutazione positiva delle prove effettuate in laboratori specializzati che siano in grado di accertare le qualità meccaniche, l'impermeabilità e la capacità di filtrazione, la capacità di abbattimento della carica batterica ed altri test microbiologici che garantiscano la sicurezza sanitaria per medici e pazienti. Ma i laboratori specializzati in Italia sono pochissimi rispetto alle richieste che, in questo periodo, sono aumentate in maniera esponenziale. Quindi il Politecnico e l'Università di Bari hanno valutato l'ipotesi di attrezzare propri laboratori per supportare gli imprenditori del territorio regionale pugliese.
Nel frattempo il gruppo di lavoro attivato dalla Regione ha sviluppato studi e approfondimenti circa i materiali utilizzabili e le caratteristiche minime per garantire i requisiti prestazionali richiesti dalle norme. In attesa dei nuovi laboratori, il gruppo di lavoro regionale con il Politecnico ha predisposto un'azione informativa di supporto ai potenziali produttori, indicando loro le norme, le prove, l'elenco dei laboratori specializzati subito pronti al rilascio dei rapporti di prova necessari per ottenere le autorizzazioni alla produzione e commercializzazione nonché le procedure per la richiesta di autorizzazione all'ISS e all'INAIL. Tali note tecniche sono immediatamente utili per poter avviare la produzione di mascherine di comunità (quelle comunemente in uso alla popolazione civile) che sono più semplici da produrre e, grazie alle deroghe governative, richiedono procedure più snelle per l'autocertificazione, la produzione e la commercializzazione. Tutte le informkazioni sono reperibili sul sito e sul sito del Politecnico Riapro.