Coronavirus in Puglia, vaccino obbligatorio per gli operatori sanitari
Approvata dal Consiglio Regionale la proposta di legge presentata dal presidente della I Commissione, Fabiano Amati
mercoledì 24 febbraio 2021
0.10
Sarà obbligatoria la vaccinazione anti-coronavirus per gli operatori sanitari in Puglia, allo scopo di prevenire e controllare la trasmissione della infezione.
Lo ha deciso il Consiglio regionale, con 28 voti favorevoli, dopo un lungo ed articolato dibattito, due interruzioni per approfondimenti (richieste una dalla maggioranza e l'altra dall'opposizione), e la sospensione per mancanza del numero legale, con il relativo aggiornamento all'ora successiva.
La proposta di legge presentata dal presidente della I Commissione, Fabiano Amati, è in coerenza con le disposizioni di sicurezza previste dalla legge regionale 19 del 2018 e del successivo regolamento attuativo, in materia di prevenzione e controllo della trasmissione delle infezioni con particolare riferimento all'epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella, difterite, tetano, pertosse, influenza e tubercolosi.
Questa legge è rivolta agli operatori sanitari che svolgono la loro attività professionale nell'ambito delle strutture facenti capo al servizio sanitario nazionale, ed ha lo scopo di prevenire e proteggere la salute di chi frequenta i luoghi di cura.
Si tratta, per rimanere all'interno delle competenze regionali, di inibire l'accesso ai reparti degli istituti di cura agli operatori sanitari se non vaccinati.
Lo ha deciso il Consiglio regionale, con 28 voti favorevoli, dopo un lungo ed articolato dibattito, due interruzioni per approfondimenti (richieste una dalla maggioranza e l'altra dall'opposizione), e la sospensione per mancanza del numero legale, con il relativo aggiornamento all'ora successiva.
La proposta di legge presentata dal presidente della I Commissione, Fabiano Amati, è in coerenza con le disposizioni di sicurezza previste dalla legge regionale 19 del 2018 e del successivo regolamento attuativo, in materia di prevenzione e controllo della trasmissione delle infezioni con particolare riferimento all'epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella, difterite, tetano, pertosse, influenza e tubercolosi.
Questa legge è rivolta agli operatori sanitari che svolgono la loro attività professionale nell'ambito delle strutture facenti capo al servizio sanitario nazionale, ed ha lo scopo di prevenire e proteggere la salute di chi frequenta i luoghi di cura.
Si tratta, per rimanere all'interno delle competenze regionali, di inibire l'accesso ai reparti degli istituti di cura agli operatori sanitari se non vaccinati.