Coronavirus, l'Italia verso la fase due. Decaro: «Sono preoccupato, contagio non sparirà»
Il sindaco di Bari e presidente Anci: «Dobbiamo porci il problema di come aprire mentre decidiamo quando»
domenica 19 aprile 2020
11.49
«Il Governo anche ieri, nella cabina di regia a cui ho partecipato, ha confermato che dal 4 maggio alcune restrizioni saranno eliminate. Di questo stiamo tutti comprensibilmente gioendo ma io non posso nasconder e la mia preoccupazione». Esordisce così il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio Decaro in un lungo post su Facebook in cui analizza le modalità con cui - probabilmente - l'Italia si avvierà alla fase due dell'emergenza Coronavirus. Nella serata di ieri sono arrivate delle prime indicazioni dal premier Giuseppe Conte.
«Si ripartirà dai settori della manifattura e delle costruzioni - spiega Decaro. Noi sindaci abbiamo chiesto al governo linee guida nazionali, per aziende e cantieri, sulle distanze, sull'utilizzo di guanti, mascherine, termoscanner e test sierologici. Linee guida che saranno ancora più importanti quando riapriranno le altre attività come i negozi, i bar e i ristoranti. Si useranno i guanti o il gel igienizzante all'ingresso delle attività? Le mascherine saranno obbligatorie? E ci sono per tutti? Il caffè si potrà consumare seduti al tavolino o solo al bancone? Nella tazzina in ceramica o in quella monouso? Quante persone potranno salire sui bus? In spiaggia basterà stare distanti? E nella spiaggia libera dobbiamo controllare gli accessi? Queste sono le indicazioni che devono arrivare attraverso le valutazioni delle autorità sanitarie nazionali».
Secondo Decaro, «Mentre decidiamo cosa aprire dobbiamo porci il problema di come aprire. Altrimenti ci ritroveremo in meno di due settimane nuovamente in piena emergenza sanitaria costretti a chiudere di nuovo aziende e cantieri. E questo non ce lo possiamo permettere».
Il sindaco, infatti, bacchetta chi non sta rispettando le norme di distanziamento sociale che sono ancora vigenti: «In questi giorni le città, in alcune ore, sembrano essersi rimesse in moto e i controlli delle forze dell'ordine non bastano a coprire tutto il territorio cittadino - prosegue Decaro. Automobili in circolazione, persone per strada, mercati affollati. Sembra che niente sia successo e che quel 4 maggio questo infido virus di colpo scomparirà. Così purtroppo non è e non sarà e nonostante la legittima voglia di ognuno di noi di tornare alla vita di tutti i giorni, questo non sarà possibile. Non sarà possibile il 4 maggio, né il 4 giugno, né il 4 luglio e per parecchio tempo ancora. Perché il contagio non si fermerà fino a quando non ci sarà un vaccino. Perché il contagio non si fermerà se non saremo prudenti, se non proteggeremo noi stessi e gli altri».
Decaro conclude: «Vorrei che foste più cauti e anche se abbiamo tutti voglia di tornare alla nostra vita normale vi chiedo di stringere i denti, di non uscire da casa se non è necessario, anche se fuori c'è il sole, vi chiedo di rinunciare ad un pezzo di libertà adesso per tornare a vivere più forti dopo. Parlare oggi di ciò che ci aspetta tra qualche settimana è sacrosanto ma richiede responsabilità e ancora sacrificio perché ripartire sarà di gran lunga più difficile che fermarsi e assai più rischioso».
«Si ripartirà dai settori della manifattura e delle costruzioni - spiega Decaro. Noi sindaci abbiamo chiesto al governo linee guida nazionali, per aziende e cantieri, sulle distanze, sull'utilizzo di guanti, mascherine, termoscanner e test sierologici. Linee guida che saranno ancora più importanti quando riapriranno le altre attività come i negozi, i bar e i ristoranti. Si useranno i guanti o il gel igienizzante all'ingresso delle attività? Le mascherine saranno obbligatorie? E ci sono per tutti? Il caffè si potrà consumare seduti al tavolino o solo al bancone? Nella tazzina in ceramica o in quella monouso? Quante persone potranno salire sui bus? In spiaggia basterà stare distanti? E nella spiaggia libera dobbiamo controllare gli accessi? Queste sono le indicazioni che devono arrivare attraverso le valutazioni delle autorità sanitarie nazionali».
Secondo Decaro, «Mentre decidiamo cosa aprire dobbiamo porci il problema di come aprire. Altrimenti ci ritroveremo in meno di due settimane nuovamente in piena emergenza sanitaria costretti a chiudere di nuovo aziende e cantieri. E questo non ce lo possiamo permettere».
Il sindaco, infatti, bacchetta chi non sta rispettando le norme di distanziamento sociale che sono ancora vigenti: «In questi giorni le città, in alcune ore, sembrano essersi rimesse in moto e i controlli delle forze dell'ordine non bastano a coprire tutto il territorio cittadino - prosegue Decaro. Automobili in circolazione, persone per strada, mercati affollati. Sembra che niente sia successo e che quel 4 maggio questo infido virus di colpo scomparirà. Così purtroppo non è e non sarà e nonostante la legittima voglia di ognuno di noi di tornare alla vita di tutti i giorni, questo non sarà possibile. Non sarà possibile il 4 maggio, né il 4 giugno, né il 4 luglio e per parecchio tempo ancora. Perché il contagio non si fermerà fino a quando non ci sarà un vaccino. Perché il contagio non si fermerà se non saremo prudenti, se non proteggeremo noi stessi e gli altri».
Decaro conclude: «Vorrei che foste più cauti e anche se abbiamo tutti voglia di tornare alla nostra vita normale vi chiedo di stringere i denti, di non uscire da casa se non è necessario, anche se fuori c'è il sole, vi chiedo di rinunciare ad un pezzo di libertà adesso per tornare a vivere più forti dopo. Parlare oggi di ciò che ci aspetta tra qualche settimana è sacrosanto ma richiede responsabilità e ancora sacrificio perché ripartire sarà di gran lunga più difficile che fermarsi e assai più rischioso».