Coronavirus, l’Oms dichiara pandemia: con l'Italia ora c'è tutto il mondo
Potranno essere emanate direttive e potenziate tutte le azioni di contrasto alla diffusione del Covid-19
mercoledì 11 marzo 2020
19.14
L'Organizzazione mondiale della sanità dichiara pandemia in relazione al Coronavirus. Quello del Covid-19 non è più un problema di Cina, Corea, Italia e qualche altro stato isolato. Adesso la diffusione del nuovo virus è una questione che riguarda il mondo intero.
L'Oms ha stabilito che «Questo virus si diffonde in tutto il mondo». Una macchia d'olio che sembra espandersi sempre più, anche se dalla grande Cina e dalla piccola Codogno arrivano notizie che lasciano spazio a un timido ottimismo.
Il passaggio da epidemia a pandemia era un atto, però, evitabile: il contagio è diffuso in ogni continente a eccezione dell'Antartide e i paesi colpiti sono ormai 105 su 180 in tutto il mondo. Dopo questa dichiarazione, l'Oms avrà l'autorità per emanare direttive e aiutare popolazioni e nazioni più colpite, come ha già fatto com Cina, Italia, Corea del Sud e Iran, i paesi fin qui più colpiti dalla diffusione del virus. Si va, quindi, un potenziamento delle azioni per contenere la diffusione del Covid-19; una sorta di scossa morale e psicologica per i governi.
Ci sono diversi precedenti, alcuni anche molto recenti. L'ultimo risale al 2009, quando la paura del contagio aveva il nome di influenza suina e tale dichiarazione fu reputata eccessiva dai più. Una settimana, invece, fa l'Oms lanciava un messaggio di allerta: «Ci sono paesi che non stanno facendo abbastanza per arginare l'epidemia».
Per l'Italia, dopo queste novità, cambia poco quanto nulla. Il nostro Paese ha già messo in campo misure eccezionali per contenere la diffusione del Coronavirus; fa, però, un certo effetto di usare una parola che rievoca scenari catastrofici, ma che al contempo dà una dimensione universalistica a un problema che adesso non può essere più relegato a "semplice influenza". Adesso si spera che si raggiunga una maggiore consapevolezza mondiale. La certezza è che l'Italia tutta, come Codogno, come Vò, come Bari, come la Cina, non sono più soli. Adesso la questione riguarda tutti.
L'Oms ha stabilito che «Questo virus si diffonde in tutto il mondo». Una macchia d'olio che sembra espandersi sempre più, anche se dalla grande Cina e dalla piccola Codogno arrivano notizie che lasciano spazio a un timido ottimismo.
Il passaggio da epidemia a pandemia era un atto, però, evitabile: il contagio è diffuso in ogni continente a eccezione dell'Antartide e i paesi colpiti sono ormai 105 su 180 in tutto il mondo. Dopo questa dichiarazione, l'Oms avrà l'autorità per emanare direttive e aiutare popolazioni e nazioni più colpite, come ha già fatto com Cina, Italia, Corea del Sud e Iran, i paesi fin qui più colpiti dalla diffusione del virus. Si va, quindi, un potenziamento delle azioni per contenere la diffusione del Covid-19; una sorta di scossa morale e psicologica per i governi.
Ci sono diversi precedenti, alcuni anche molto recenti. L'ultimo risale al 2009, quando la paura del contagio aveva il nome di influenza suina e tale dichiarazione fu reputata eccessiva dai più. Una settimana, invece, fa l'Oms lanciava un messaggio di allerta: «Ci sono paesi che non stanno facendo abbastanza per arginare l'epidemia».
Per l'Italia, dopo queste novità, cambia poco quanto nulla. Il nostro Paese ha già messo in campo misure eccezionali per contenere la diffusione del Coronavirus; fa, però, un certo effetto di usare una parola che rievoca scenari catastrofici, ma che al contempo dà una dimensione universalistica a un problema che adesso non può essere più relegato a "semplice influenza". Adesso si spera che si raggiunga una maggiore consapevolezza mondiale. La certezza è che l'Italia tutta, come Codogno, come Vò, come Bari, come la Cina, non sono più soli. Adesso la questione riguarda tutti.