Coronavirus, Lopalco: «Parere dell'Inail sulle spiagge non è un obbligo»
L'epidemiologo: «La sicurezza non può essere affidata alla distanza fra ombrelloni»
giovedì 14 maggio 2020
14.46
«La sicurezza non può essere affidata alla distanza tra ombrelloni». L0 ha detto Pierluigi Lopalco, epidemiologo responsabile della task force Coronavirus della Regione Puglia, intervenendo ad Agorà su Rai 3 questa mattina. Secondo Lopalco, il documento diramato da Inail e Istituto superiore di sanità, che disciplina il comportamento degli stabilimenti balneari, «Non è un protocollo obbligatorio, ma sono indicazioni generali, sulla base delle quali è opportuno fare protocolli concreti anche valutando la fattibilità».
Il documento muove da un'evidenza: «La distanza necessaria in spiaggia è maggiore rispetto a quella che c'è in metro, perché in spiaggia si sta senza mascherina». Ma, secondo Lopalco, bisogna «Mettere su un sistema che arrivi a garantire un buon distanziamento, considerando che andare in spiaggia è un'attività all'aria aperta e c'è un sole forte che riduce l'attività del virus».
In Puglia, ha concluso l'epidemiologo, «Stiamo prendendo in considerazione l'occupazione per metro quadro di ogni singolo bagnante, per capire quante persone possono stare contemporaneamente in spiaggia senza creare assembramenti».
Il documento muove da un'evidenza: «La distanza necessaria in spiaggia è maggiore rispetto a quella che c'è in metro, perché in spiaggia si sta senza mascherina». Ma, secondo Lopalco, bisogna «Mettere su un sistema che arrivi a garantire un buon distanziamento, considerando che andare in spiaggia è un'attività all'aria aperta e c'è un sole forte che riduce l'attività del virus».
In Puglia, ha concluso l'epidemiologo, «Stiamo prendendo in considerazione l'occupazione per metro quadro di ogni singolo bagnante, per capire quante persone possono stare contemporaneamente in spiaggia senza creare assembramenti».