Corruzione, sconti di pena in Appello per Chiariello e De Benedictis

La sentenza della Corte d'Appello di Lecce ha ridimensionato le condanne di primo grado: 6 anni all'ex penalista, 7 all'ex magistrato

mercoledì 6 marzo 2024 9.49
Impianto accusatorio confermato, fatta eccezione per l'esclusione dell'aggravante mafiosa. Si è concluso così, a Lecce, il processo d'Appello nei confronti dell'ex gip del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, e all'ex penalista Giancarlo Chiariello accusati di corruzione per avere agevolato una cosca di narcotrafficanti.

De Benedictis è stato condannato a 7 anni (9 anni e 8 mesi in primo grado) per l'esclusione dell'aggravante mafiosa, Chiariello a 6 anni previa concessione delle attenuanti generiche, esclusa l'aggravante di mafia (9 anni e 8 mesi), il figlio di Chiariello, Alberto, a 3 anni e 1 mese (da 4 anni) con l'esclusione dell'aggravante di mafia. Nel processo è imputato anche Danilo Pietro Della Malva, poi divenuto collaboratore di giustizia, a cui sono stati inflitti 2 anni e 8 mesi (3 anni 8 mesi).

Per l'accusa, l'allora gip De Benedictis in cambio del danaro (fino a 30mila euro) ricevuto da Chiariello avrebbe emesso quattro provvedimenti di scarcerazione in favore dei clienti del penalista. Nelle scorse udienze il pg Salvatore Cosentino aveva chiesto la conferma delle condanne in primo grado. L'uomo è coinvolto in un altro procedimento in cui è stato condannato in primo grado a 12 anni e 8 mesi per traffico e detenzione di oltre 200 pezzi tra fucili mitragliatori, fucili e pistole.

Per i legali di De Benedictis, Saverio Ingraffia e Giancarlo Schirone, quella di Lecce «è una sentenza giusta, proporzionata alla gravità dei fatti accertati che, pur mantenendo il trattamento sanzionatorio, compie un passo avanti escludendo l'aggravante mafiosa che veniva vista quasi come infamante da De Benedictis».