Covid a Bari, Decaro ai cittadini: "Vi chiedo scusa per gli errori che ho commesso"

Il sindaco commenta le immagini di Londra: "Ce l’ho messa tutta per provare a fare il possibile per contrastare questa maledetta sciagura"

venerdì 16 aprile 2021 19.06

"Vi chiedo scusa per gli errori che ho commesso, per le decisioni sbagliate, per quelle prese troppo tardi, per quelle non prese. E potrei dire che un sindaco non ha competenze in materia di vaccinazione, o non può costringere le aziende farmaceutiche a rispettare gli accordi, o non può far funzionare gli ospedali o far ripartire l'economia. Ma non voglio alibi. Perché se la situazione è ancora difficile, un uomo delle istituzioni ha il dovere di assumersene la responsabilità". È un passaggio del post pubblicato dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, che ha commentato una foto che ritrae centinaia di persone in strada a Londra, dove qualche giorno fa le autorità scientifiche hanno dichiarato raggiunta l'immunità di gregge.

"Mentre guardo questa foto mi scorrono veloci davanti agli occhi le immagini delle nostre strade vuote, della disperazione dei manifestanti in piazza in questi giorni, delle mie figlie chiuse nelle proprie stanze costrette a cercare i loro amici negli schermi di un cellulare o di un pc – continua Decaro -. E mi sento triste, impotente, vorrei spaccare qualcosa, prendermela con qualcuno. E invece l'unica cosa che posso fare, io che rappresento un'istituzione, è prendermela con me stesso".

"Quello che posso dirvi è che, con tutti i miei limiti, io ce l'ho messa tutta, ogni giorno, da tredici mesi a questa parte, per provare a fare il possibile per contrastare questa maledetta sciagura – conclude il primo cittadino -. Ora i contagi stanno diminuendo e la campagna vaccinale finalmente sembra aver imboccato la strada giusta, ma io continuo a guardare questa foto e a chiedervi scusa. Perché quella è Londra e invece dovrebbe essere Bari, quella è Inghilterra invece dovrebbe essere Italia. Sì, perché quelle che vediamo in foto non sono scene da un'altra vita. Quella è la nostra vita. Ci spetta di diritto. E dobbiamo riprendercela".