Covid, Anelli (Ordine medici): «In Puglia tracciamento in tilt, intervenire subito per evitare lockdown»
L'allarme: «Dipartimenti e Usca hanno migliaia di segnalazioni non processata. C'è di nuovo un problema di Dpi»
domenica 18 ottobre 2020
11.30
"In Puglia la situazione dei tracciamenti è già fuori controllo. Occorre intervenire subito se si vuole evitare un nuovo lockdown». È l'allarme lanciato da Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei medici di Bari, di fronte alla crescita esponenziale dei contagi e alle numerose segnalazioni dei medici che operano sul territorio.
«Quando non si riescono più a tracciare i contatti e a isolare i cluster di epidemia, l'unica soluzione che rimane per evitare che il sistema sanitario vada in tilt e che succeda da noi ciò che è accaduto a Bergamo, è adottare misure drastiche come una nuova chiusura - spiega Anelli. I dipartimenti e le USCA hanno migliaia di segnalazioni non processate di casi a rischio Covid, perché non riescono a far fronte all'onda montante dell'epidemia». E nemmeno il tracciamento tramite l'app Immuni è in funzione, perché a oggi il sistema non prevede un protocollo operativo di attivazione del contact tracing tramite l'applicazione.
L'allarme lanciato dal presidente dell'Ordine dei medici di Bari è motivato da una serie di segnali preoccupanti anche sul fronte delle strutture ospedaliere e della medicina territoriale, a partire dal ritardo nell'attivazione degli ospedali Covid e dei posti letto necessari nei reparti più interessati dall'epidemia, come pneumologia, malattie infettive e rianimazione. Inoltre, i medici di famiglia segnalano di nuovo la mancanza di DPI: ai medici di medicina generale di Bitonto, per esempio, non sono stati distribuiti dispositivi di protezione individuale. Anche alle Usca e al 118, che sono in prima linea nella gestione del Covid-19, i Dpi vengono forniti con il contagocce - riferiscono dall'Ordine dei medici provinciale di Bari.
«Se vogliamo evitare misure drastiche occorre intervenire subito - spiega Anelli. Serve più personale, a partire dai medici e dagli infermieri. E occorre attivare al più presto tutti i posti letto degli ospedali Covid, oltre a residenze da mettere a disposizione di asintomatici e paucisintomatici per i quali l'isolamento fiduciario non possa avvenire in sicurezza a domicilio. Inoltre, bisogna raddoppiare il numero delle Usca, attingendo se necessario ai medici di medicina generale in formazione, dato che la norma prevede il loro impiego in strutture sanitarie per il tirocinio e che hanno tutte le competenze per eseguire i tamponi e assistere i pazienti domiciliari».
«Bisogna che i medici di famiglia abbiano il potere di emettere provvedimenti di isolamento e quarantena per i loro pazienti e che siano distribuiti subito i Dpi sul territorio, dato che la mancanza di dispositivi di protezione è alla radice di ulteriori ritardi - aggiunge Anelli. Infine, servono tamponi rapidi come strumento di tutela e monitoraggio di tutte le strutture pubbliche, a partire dalle scuole. A somministrarli potrebbero essere unità speciali dedicate a questo compito. Tutte queste misure sono urgenti e indispensabili, se vogliamo riprendere il controllo del tracciamento ed evitare un nuovo lockdown».
«Quando non si riescono più a tracciare i contatti e a isolare i cluster di epidemia, l'unica soluzione che rimane per evitare che il sistema sanitario vada in tilt e che succeda da noi ciò che è accaduto a Bergamo, è adottare misure drastiche come una nuova chiusura - spiega Anelli. I dipartimenti e le USCA hanno migliaia di segnalazioni non processate di casi a rischio Covid, perché non riescono a far fronte all'onda montante dell'epidemia». E nemmeno il tracciamento tramite l'app Immuni è in funzione, perché a oggi il sistema non prevede un protocollo operativo di attivazione del contact tracing tramite l'applicazione.
L'allarme lanciato dal presidente dell'Ordine dei medici di Bari è motivato da una serie di segnali preoccupanti anche sul fronte delle strutture ospedaliere e della medicina territoriale, a partire dal ritardo nell'attivazione degli ospedali Covid e dei posti letto necessari nei reparti più interessati dall'epidemia, come pneumologia, malattie infettive e rianimazione. Inoltre, i medici di famiglia segnalano di nuovo la mancanza di DPI: ai medici di medicina generale di Bitonto, per esempio, non sono stati distribuiti dispositivi di protezione individuale. Anche alle Usca e al 118, che sono in prima linea nella gestione del Covid-19, i Dpi vengono forniti con il contagocce - riferiscono dall'Ordine dei medici provinciale di Bari.
«Se vogliamo evitare misure drastiche occorre intervenire subito - spiega Anelli. Serve più personale, a partire dai medici e dagli infermieri. E occorre attivare al più presto tutti i posti letto degli ospedali Covid, oltre a residenze da mettere a disposizione di asintomatici e paucisintomatici per i quali l'isolamento fiduciario non possa avvenire in sicurezza a domicilio. Inoltre, bisogna raddoppiare il numero delle Usca, attingendo se necessario ai medici di medicina generale in formazione, dato che la norma prevede il loro impiego in strutture sanitarie per il tirocinio e che hanno tutte le competenze per eseguire i tamponi e assistere i pazienti domiciliari».
«Bisogna che i medici di famiglia abbiano il potere di emettere provvedimenti di isolamento e quarantena per i loro pazienti e che siano distribuiti subito i Dpi sul territorio, dato che la mancanza di dispositivi di protezione è alla radice di ulteriori ritardi - aggiunge Anelli. Infine, servono tamponi rapidi come strumento di tutela e monitoraggio di tutte le strutture pubbliche, a partire dalle scuole. A somministrarli potrebbero essere unità speciali dedicate a questo compito. Tutte queste misure sono urgenti e indispensabili, se vogliamo riprendere il controllo del tracciamento ed evitare un nuovo lockdown».