Crack FSE: «Fiorillo pagava 14.000 euro l'autista per viaggi Roma-Bari»

Il procuratore aggiunto Rossi: «Ex assessore Camilli forniva carburante a prezzi fuori mercato»

giovedì 1 febbraio 2018 12.52
A cura di Riccardo Resta
La società di trasporto pubblico barese Ferrovie Sud-Est di nuovo sotto la lente d'ingrandimento della Procura e della Guardia di Finanza. Di oggi la notizia dei sequestri giudiziari a seguito dell'esecuzione di misure cautelari agli arresti domiciliari nei confronti di undici soggetti, tra cui l'ex commissario governativo Luigi Fiorillo, già legale rappresentante e amministratore unico di FSE.

Gli arresti della GdF sono arrivati a seguito di un crack da 230 milioni di Euro, e agli indagati la Procura di Bari contesta i reati di bancarotta fraudolenta documentale, societaria e patrimoniale. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2001-2015, prima che la società venisse sottoposta a commissariamento.

Le misure di custodia cautelare sono state recapitate, oltre che a Fiorillo (a cui sono stati sequestrati 12 milioni di Euro), anche ad Angelo Schiano, una specie di "amministratore ombra" e avvocato della società, Fausto Vittucci, revisore e certificatore dei bilanci FSE, agli imprenditori Ferdinando Bitonte, Carlo Beltramelli, Carolina e Gianluca Neri, Franco Cezza, a sua moglie Rita Giannuzzi e a suo figlio Gianluigi Cezza, e a Fabrizio Romano Camilli, ex assessore regionale ai Trasporti.

«La società - spiega il procuratore aggiunto Roberto Rossi in conferenza stampa - aveva solo un conto corrente, in cui confluivano tanto i finanziamenti pubblici quanto i proventi della gestione quotidiana. Questa confusione è stata creata ad arte dall'amministrazione di FSE per sviare i nostri consulenti consulenti; si tratta di un reato specifico perché è evidente il bisogno di ordine nella gestione del bilancio di un'azienda che si occupa di un servizio pubblico. Si pensi che l'azienda FSE metteva a bilancio ben 140.000 Euro che avrebbe riscosso qualora avesse vinto una causa in corso con la Regione Puglia. Soldi che, ovviamente, non aveva al momento della presentazione del bilancio e che, infine, ha riscosso per meno della metà».

«Chiedere il fallimento - continua Rossi - non vuol dire che l'azienda non vada avanti, ma vuol dire semplicemente accertarsi che anche le società di servizio pubblico utilizzino i finanziamenti per il servizio pubblico. A tale scopo, la Procura domani interverrà nell'assemblea dei creditori per chiedere un rinvio e valutare quali sono i reali crediti in sospeso».

Sul banco degli impiutati è finito anche Fabrizio Romano Camilli, ex assessore regionale ai Trasporti. «Camilli - chiarisce Rossi - forniva ingenti quantità di carburante da immettere nei mezzi di trasporto a prezzi fuori dal mercato, andando così ledere gli interessi degli altri creditori che non hanno ricevuto i pagamenti dovuti».

Un'indagine lunga e laboriosa, frutto di «Un grande lavoro di squadra», come sottolinea il Comandante Provinciale della GdF Nicola Altiero, specificando anche che «L'attività investigativa andrà avanti. L'operazione di oggi è la summa di attività investigative iniziate nel 2009 e proseguite fino ai giorni d'oggi:, per cui sono state emesse 49 deleghe d'indagine».

«Ferrovie Sud-Est - prosegue il colonnello della GdF Giacomo Ricchitelli - è stata un'azienda amministrata come l'orticello di casa per oltre 20 anni. Tale era, infatti, il disprezzo per i soldi pubblici che l'amministratore comprava addirittura bottiglie di vino per 2.600 euro pagandole con i soldi di FSE. Inoltre, è stato accertato che Fiorillo venisse non più di un paio di volte a settimana da Roma a Bari con un autista che pagava oltre 14.000 euro al mese, sempre con i soldi dell'azienda».