Dalla povertà e gli abusi in Libia, alla laurea al Conservatorio a Bari. La storia di Spiff Onyuku
Abbiamo intervistato il giovane musicista laureatosi solo pochi giorni fa, una storia di rinascita e di speranza
sabato 16 marzo 2024
16.17
Spiff Onyuku è un giovane musicista che pochi giorni fa ha conseguito il diploma di laurea presso il Conservatorio di Musica Niccolò Piccinni di Bari. Ma la sua non è solo la storia di un musicista, è una storia di sofferenza e rinascita, e anche la storia di una seconda occasione che Spiff Onyuku ha saputo prendere al volo e sfruttare lottando con tutte le sue forse.
Nato in Nigeria, dopo un'infanzia segnata dalla povertà, ha affrontato un viaggio durissimo per arrivare in Italia. Passato dalla Libia, dove ha subito abusi e torture da parte dei trafficanti, è arrivato in Puglia dove è stato accolto in un centro Sprar della città di Corato. BariViva lo ha intervistato.
Leggendo la sua storia possiamo definirla una storia di sofferenza e di rinascita. Quali sono state le cose che le hanno dato la forza di andare avanti e realizzare il suo sogno?
Si, possiamo definirla una storia di sofferenza, ma anche carica di tanta speranza. Credo siano stati due principalmente i punti di forza che, anche nei momenti più difficili, mi hanno spinto a non arrendermi: la speranza che le cose potevano cambiare per me e la fede che non siamo mai completamente soli a questo mondo.
L'Italia è diventata la sua seconda casa, quanto è stato difficile quando è arrivato?
All'inizio si è così frastornati, felici e disorientati nel contempo. Si è sopravvissuti al deserto, alle torture in Libia, al buio assoluto nel mare aperto. Ricordo che quando sono sbarcato in Italia, a Messina, e mi hanno accolto con un "Welcome in Italy" ho pianto di felicità. Poi mi hanno fatto salire su un autobus con direzione Puglia, e precisamente allo SPRAR di Corato. Mi sento fortunato ad essere approdato lì, perché da subito mi sono sentito accolto. La prima fase è servita per recuperare le forze, e poi è seguita l'esplorazione. Tutto era nuovo, un po' diverso da come avevamo conosciuto l'Italia da internet o in televisione, ma ho incontrato da subito brava gente. Sono rimasto un anno nel centro. Non è stato facile accettare di non essere liberi, di essere dei numeri, perché senza documenti per circolare, di vedere negli occhi delle persone diffidenza, se non a volte paura. È capitato qualche volta di notare che, mentre passeggiavo nelle strade del paese, le persone attraversavano la strada per passare sul marciapiede opposto al mio. Come dicevo spesso in quel periodo "Sono Nigeriano, non sono stupido", cioè comprendevo benissimo che avevano paura di me. Però, è successo poche volte, perché posso dire che la città di Corato mi ha accolto e mi ha fatto sentire a casa. Io sono cristiano e credo che Dio mi ha sempre protetto, dall'inizio del mio viaggio fino ad oggi. Pian piano ho conquistato la stima del direttore del campo (ancora oggi ci sentiamo e segue la mia carriera artistica), ho presto fatto amicizia con gli operatori; ho conosciuto nuovi amici e anche l'amore. E poi, pian piano, sono arrivati i primi documenti, il primo permesso di soggiorno, l'inserimento nel corso serale della scuola media…e da lì non mi sono più fermato.
La musica cosa rappresenta per lei? E il Conservatorio?
La musica è stata la vera ragione per cui sono partito dalla mia terra. Fin da bambino ho suonato la batteria e le percussioni in una Chiesa Evangelica e ho iniziato presto a comporre testi e musiche afro-beat, con i pochissimi strumenti a disposizione. Però non ho mai avuto la possibilità di studiare in Nigeria e il mio sogno era quello di studiare musica in Europa. È facile comprendere quindi cosa ha significato per me entrare nella prestigiosa Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari e conseguire la Laurea di Primo Livello in Composizione Elettroacustica sotto la guida del Maestro Francesco Scagliola che ringrazierò sempre per aver creduto nelle mie potenzialità.
Ora come vede il suo futuro? Qual è il suo prossimo obiettivo?
Il Conservatorio mi sta permettendo di crescere ancora nella formazione e nella professione. Infatti, ora sono iscritto al I anno del biennio accademico in Musica Elettronica. Il mio obiettivo futuro è fare della mia passione, la mia professione. La composizione resta l'area di maggiore interesse per me. Affianco a questo, ho in cantiere un progetto di produzione di un album con brani da me composti e sto organizzando concerti live con la mia band.
Nato in Nigeria, dopo un'infanzia segnata dalla povertà, ha affrontato un viaggio durissimo per arrivare in Italia. Passato dalla Libia, dove ha subito abusi e torture da parte dei trafficanti, è arrivato in Puglia dove è stato accolto in un centro Sprar della città di Corato. BariViva lo ha intervistato.
Leggendo la sua storia possiamo definirla una storia di sofferenza e di rinascita. Quali sono state le cose che le hanno dato la forza di andare avanti e realizzare il suo sogno?
Si, possiamo definirla una storia di sofferenza, ma anche carica di tanta speranza. Credo siano stati due principalmente i punti di forza che, anche nei momenti più difficili, mi hanno spinto a non arrendermi: la speranza che le cose potevano cambiare per me e la fede che non siamo mai completamente soli a questo mondo.
L'Italia è diventata la sua seconda casa, quanto è stato difficile quando è arrivato?
All'inizio si è così frastornati, felici e disorientati nel contempo. Si è sopravvissuti al deserto, alle torture in Libia, al buio assoluto nel mare aperto. Ricordo che quando sono sbarcato in Italia, a Messina, e mi hanno accolto con un "Welcome in Italy" ho pianto di felicità. Poi mi hanno fatto salire su un autobus con direzione Puglia, e precisamente allo SPRAR di Corato. Mi sento fortunato ad essere approdato lì, perché da subito mi sono sentito accolto. La prima fase è servita per recuperare le forze, e poi è seguita l'esplorazione. Tutto era nuovo, un po' diverso da come avevamo conosciuto l'Italia da internet o in televisione, ma ho incontrato da subito brava gente. Sono rimasto un anno nel centro. Non è stato facile accettare di non essere liberi, di essere dei numeri, perché senza documenti per circolare, di vedere negli occhi delle persone diffidenza, se non a volte paura. È capitato qualche volta di notare che, mentre passeggiavo nelle strade del paese, le persone attraversavano la strada per passare sul marciapiede opposto al mio. Come dicevo spesso in quel periodo "Sono Nigeriano, non sono stupido", cioè comprendevo benissimo che avevano paura di me. Però, è successo poche volte, perché posso dire che la città di Corato mi ha accolto e mi ha fatto sentire a casa. Io sono cristiano e credo che Dio mi ha sempre protetto, dall'inizio del mio viaggio fino ad oggi. Pian piano ho conquistato la stima del direttore del campo (ancora oggi ci sentiamo e segue la mia carriera artistica), ho presto fatto amicizia con gli operatori; ho conosciuto nuovi amici e anche l'amore. E poi, pian piano, sono arrivati i primi documenti, il primo permesso di soggiorno, l'inserimento nel corso serale della scuola media…e da lì non mi sono più fermato.
La musica cosa rappresenta per lei? E il Conservatorio?
La musica è stata la vera ragione per cui sono partito dalla mia terra. Fin da bambino ho suonato la batteria e le percussioni in una Chiesa Evangelica e ho iniziato presto a comporre testi e musiche afro-beat, con i pochissimi strumenti a disposizione. Però non ho mai avuto la possibilità di studiare in Nigeria e il mio sogno era quello di studiare musica in Europa. È facile comprendere quindi cosa ha significato per me entrare nella prestigiosa Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari e conseguire la Laurea di Primo Livello in Composizione Elettroacustica sotto la guida del Maestro Francesco Scagliola che ringrazierò sempre per aver creduto nelle mie potenzialità.
Ora come vede il suo futuro? Qual è il suo prossimo obiettivo?
Il Conservatorio mi sta permettendo di crescere ancora nella formazione e nella professione. Infatti, ora sono iscritto al I anno del biennio accademico in Musica Elettronica. Il mio obiettivo futuro è fare della mia passione, la mia professione. La composizione resta l'area di maggiore interesse per me. Affianco a questo, ho in cantiere un progetto di produzione di un album con brani da me composti e sto organizzando concerti live con la mia band.