Maltratta, deruba e segrega in casa un anziano. Arrestata badante 37enne
A far scattare le indagini dei Carabinieri l'aggressione che la donna operò nei confronti di militari e sanitari intervenuti a marzo per una caduta in casa
mercoledì 22 maggio 2019
10.28
Approfittando della sua infermità maltratta e depriva di ogni suo bene l'anziano che assisteva in qualità di badante, e in più lo isola completamente da ogni affetto familiare, facendogli interrompere anche le cure sanitarie. Le manette dei Carabinieri si sono serrate, nel quartiere Picone di Bari, ai polsi di Mininni Anna, 37enne già nota alle Forze dell'Ordine, su ordinanza emessa da dal GIP del Tribunale di Bari –Dott. Giovanni Anglana- e richiesta del P.M. - D.ssa Larissa Catella- della locale Procura della Repubblica. La donna è ritenuta responsabile di circonvenzione di persone incapaci.
Le indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Bari hanno fatto emergere la storia del sig. G., il quale, dopo aver lavorato una vita onestamente, ha dovuto affrontare la malattia, la perdita della moglie e, dopo l'incontro con la Mininni, i maltrattamenti, l'isolamento, la rovina economica e il progressivo peggioramento dello stato di salute che lo ha portato a un passo dalla morte.
Tutto trae origine agli inizi del marzo scorso, quando i militari sono intervenuti in ausilio di un equipaggio del 118 che nel tentativo di soccorrere un 70enne, caduto in casa, sono stati aggrediti dalla badante che irrompeva nell'appartamento, pretendendo che non fosse somministrata alcuna cura.
Il Sig. G., malato da tempo, si presentava in condizioni pessime, solo, senza farmaci, senza cibo, digiuno da giorni, incapace ormai di provvedere a se stesso, in un ambiente (il suo appartamento) diventato insalubre. Nonostante le evidenti condizioni di disagio, la sedicente badante pretendeva che i sanitari ed i militari si allontanassero lasciando che lei provvedesse, come sosteneva di saper fare, alla salute dell'uomo. Le condizioni di salute del Sig. G., erano così compromesse e tale era lo stato di abbandono e degrado in cui era stato costretto dalla Mininni che probabilmente non avrebbe potuto sopravvivere alle successive 24/48 ore.
L'aggressività mostrata dalla donna nei confronti di sanitari e Carabinieri fu tale che ha costretto i carabinieri ad allontanarla di forza per lasciare che l'uomo ricevesse le necessarie cure.
Una volta terminato l'intervento del 118, vennero allertati i servizi sociali ed i militari intervenuti scortarono l'uomo in una casa di cura che potesse ristabilirne le funzioni vitali, prestando l'accudimento necessario a consentire la sua sopravvivenza. Parallelamente i Carabinieri provvidero a informare la Procura della Repubblica per richiedere la nomina di un amministratore di sostegno per sottrarre l'anziano dalle grinfie della badante, la quale nonostante l'allontanamento e le intimazioni ricevute dai militari, non cessava di chiamare insistentemente sul cellulare l'anziano, pretendendo di imporre, senza successo, la propria presenza.
L'uomo una volta al sicuro, ha raccontato ai militari la sua triste vicenda, implorando aiuto e confidando di essere stato obbligato all'isolamento, completamente soggiogato dalla sua badante alla quale ormai aveva versato tutti i suoi risparmi e dalla quale subiva minacce e percosse quotidiane.
Il Sig. G. ha spiegato che la Mininni in realtà non svolgeva nei suoi confronti nessun compito di assistenza, costringendolo a stare chiuso in casa e limitandosi a recarsi nel suo appartamento una volta al mese per sottrargli tutta la pensione o per fargli accendere finanziamenti in suo favore o in favore del figlio; finanziamenti che ormai non riusciva più ad onorare.
Il giorno successivo all'intervento, i militari si occuparono di far ricongiungere l'uomo con i suoi familiari, i quali a causa delle minacce e delle aggressioni subite dalla Mininni si erano dovuti allontanare orami da tempo; così il Sig. G. ha potuto riabbracciare la mamma 90 enne, la sorella ed il cognato che ora potranno tornare ad occuparsi di lui.
Per come riscontrato attraverso le indagini, il progetto criminoso della donna era iniziato all'incirca alla metà del 2017, epoca in cui aveva avvicinato il Sig. G., proponendosi come badante per il compenso di 450 euro mensili, rispetto ai quali tuttavia svolgeva ben pochi servizi sino a limitarsi a svolgere una sola ora di lavoro al mese. Da subito aveva iniziato a costringere l'uomo a effettuare grosse elargizioni fra denaro contante e bonifici (anche quotidiani) per diverse migliaia di euro, sino a prosciugarne del tutti i conti bancari, causando un ammanco quantificato in circa 140 mila euro di risparmi (senza contare il danno subito per la svendita di un appartamento e per il completo depauperamento del capitale della polizza vita della defunta moglie, anch'essi assorbito dalla Mininni).
Si è trattato di un vero e proprio salvataggio quello che i Carabinieri (assieme ai sanitari ed ai servizi sociali) hanno messo in atto, sottraendo un uomo ormai privato della sua dignità, alla spietata malvagità della sua aguzzina, violenta, determinata e sicura di sé al punto da minacciare apertamente anche i Carabinieri pur di salvaguardare "quella sua personale forma di reddito".
È apparso chiaro quindi il progetto e la ragione dell'ostinazione dell'arrestata, la quale una volta che il Sig. G. fosse deceduto in maniera "naturale", ne avrebbe potuto occupare l'appartamento ove aveva già trasferito la sua residenza e che rivendicava in più occasioni e apertamente come proprio.
La sfacciataggine della Mininni non ha trovato alcun limite nemmeno dopo che il Sig. G., era orma sotto la custodia dei militari e dell'amministratore giudiziario.
Alcuni giorni dopo il collocamento nella casa di cura infatti, avendo scoperto dove si trovasse l'anziano, la Mininni lo ha prelevato, conducendolo ancora in pigiama, nella sua banca per effettuare un prelievo di mille euro; evento che non verificatosi solo grazie a un nuovo intervento dei militari che seguendo giornalmente le sorti dell'uomo si sono accorti di quanto stava accadendo, bloccavano il prelievo e raggiungevano l'uomo in casa dove la donna lo aveva di nuovo relegato (sfondando la porta e lasciandola spalancata). L'anziano veniva così ricondotto nella casa di riposo.
Ora la donna, grazie alla tempestiva risposta della giustizia, è rinchiusa in carcere e non può più nuocere al Sig. G. a cui sono stati restituiti gli affetti e la dignità perduta.
Le indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Bari hanno fatto emergere la storia del sig. G., il quale, dopo aver lavorato una vita onestamente, ha dovuto affrontare la malattia, la perdita della moglie e, dopo l'incontro con la Mininni, i maltrattamenti, l'isolamento, la rovina economica e il progressivo peggioramento dello stato di salute che lo ha portato a un passo dalla morte.
Tutto trae origine agli inizi del marzo scorso, quando i militari sono intervenuti in ausilio di un equipaggio del 118 che nel tentativo di soccorrere un 70enne, caduto in casa, sono stati aggrediti dalla badante che irrompeva nell'appartamento, pretendendo che non fosse somministrata alcuna cura.
Il Sig. G., malato da tempo, si presentava in condizioni pessime, solo, senza farmaci, senza cibo, digiuno da giorni, incapace ormai di provvedere a se stesso, in un ambiente (il suo appartamento) diventato insalubre. Nonostante le evidenti condizioni di disagio, la sedicente badante pretendeva che i sanitari ed i militari si allontanassero lasciando che lei provvedesse, come sosteneva di saper fare, alla salute dell'uomo. Le condizioni di salute del Sig. G., erano così compromesse e tale era lo stato di abbandono e degrado in cui era stato costretto dalla Mininni che probabilmente non avrebbe potuto sopravvivere alle successive 24/48 ore.
L'aggressività mostrata dalla donna nei confronti di sanitari e Carabinieri fu tale che ha costretto i carabinieri ad allontanarla di forza per lasciare che l'uomo ricevesse le necessarie cure.
Una volta terminato l'intervento del 118, vennero allertati i servizi sociali ed i militari intervenuti scortarono l'uomo in una casa di cura che potesse ristabilirne le funzioni vitali, prestando l'accudimento necessario a consentire la sua sopravvivenza. Parallelamente i Carabinieri provvidero a informare la Procura della Repubblica per richiedere la nomina di un amministratore di sostegno per sottrarre l'anziano dalle grinfie della badante, la quale nonostante l'allontanamento e le intimazioni ricevute dai militari, non cessava di chiamare insistentemente sul cellulare l'anziano, pretendendo di imporre, senza successo, la propria presenza.
L'uomo una volta al sicuro, ha raccontato ai militari la sua triste vicenda, implorando aiuto e confidando di essere stato obbligato all'isolamento, completamente soggiogato dalla sua badante alla quale ormai aveva versato tutti i suoi risparmi e dalla quale subiva minacce e percosse quotidiane.
Il Sig. G. ha spiegato che la Mininni in realtà non svolgeva nei suoi confronti nessun compito di assistenza, costringendolo a stare chiuso in casa e limitandosi a recarsi nel suo appartamento una volta al mese per sottrargli tutta la pensione o per fargli accendere finanziamenti in suo favore o in favore del figlio; finanziamenti che ormai non riusciva più ad onorare.
Il giorno successivo all'intervento, i militari si occuparono di far ricongiungere l'uomo con i suoi familiari, i quali a causa delle minacce e delle aggressioni subite dalla Mininni si erano dovuti allontanare orami da tempo; così il Sig. G. ha potuto riabbracciare la mamma 90 enne, la sorella ed il cognato che ora potranno tornare ad occuparsi di lui.
Per come riscontrato attraverso le indagini, il progetto criminoso della donna era iniziato all'incirca alla metà del 2017, epoca in cui aveva avvicinato il Sig. G., proponendosi come badante per il compenso di 450 euro mensili, rispetto ai quali tuttavia svolgeva ben pochi servizi sino a limitarsi a svolgere una sola ora di lavoro al mese. Da subito aveva iniziato a costringere l'uomo a effettuare grosse elargizioni fra denaro contante e bonifici (anche quotidiani) per diverse migliaia di euro, sino a prosciugarne del tutti i conti bancari, causando un ammanco quantificato in circa 140 mila euro di risparmi (senza contare il danno subito per la svendita di un appartamento e per il completo depauperamento del capitale della polizza vita della defunta moglie, anch'essi assorbito dalla Mininni).
Si è trattato di un vero e proprio salvataggio quello che i Carabinieri (assieme ai sanitari ed ai servizi sociali) hanno messo in atto, sottraendo un uomo ormai privato della sua dignità, alla spietata malvagità della sua aguzzina, violenta, determinata e sicura di sé al punto da minacciare apertamente anche i Carabinieri pur di salvaguardare "quella sua personale forma di reddito".
È apparso chiaro quindi il progetto e la ragione dell'ostinazione dell'arrestata, la quale una volta che il Sig. G. fosse deceduto in maniera "naturale", ne avrebbe potuto occupare l'appartamento ove aveva già trasferito la sua residenza e che rivendicava in più occasioni e apertamente come proprio.
La sfacciataggine della Mininni non ha trovato alcun limite nemmeno dopo che il Sig. G., era orma sotto la custodia dei militari e dell'amministratore giudiziario.
Alcuni giorni dopo il collocamento nella casa di cura infatti, avendo scoperto dove si trovasse l'anziano, la Mininni lo ha prelevato, conducendolo ancora in pigiama, nella sua banca per effettuare un prelievo di mille euro; evento che non verificatosi solo grazie a un nuovo intervento dei militari che seguendo giornalmente le sorti dell'uomo si sono accorti di quanto stava accadendo, bloccavano il prelievo e raggiungevano l'uomo in casa dove la donna lo aveva di nuovo relegato (sfondando la porta e lasciandola spalancata). L'anziano veniva così ricondotto nella casa di riposo.
Ora la donna, grazie alla tempestiva risposta della giustizia, è rinchiusa in carcere e non può più nuocere al Sig. G. a cui sono stati restituiti gli affetti e la dignità perduta.