Dodici anni senza Michele Lopez. Bari gli dedica una via
Il 31 ottobre 2006 veniva ucciso il titolare del Joy's Pub. Stamani la cerimonia a Japigia. Decaro: «Ci ha insegnato a volerci bene»
mercoledì 31 ottobre 2018
11.56
Sono passati 12 anni da quella tragica notte di Halloween: in 31 ottobre 2006 moriva Michele Lopez, titolare del Joy's Pub, ucciso da un rapinatore che aveva fatto irruzione armato nel suo locale, in corso Sonnino. Stamattina, nell'anniversario di quel tragico evento, la cerimonia di scopertura della targa toponomastica di via Michele Lopez, nel rione Japigia. Una traversa di via Gentile, all'altezza del civico 58, porterà il nome di un uomo ben voluto da tutti, che negli anni '90 era stato centro di gravità dell'aggregazione giovanile nella città di Bari.
Commozione e lacrime fra i parenti e gli amici di Michele, oltre ai cittadini che hanno voluto ricordarlo, durante la cerimonia, alla presenza del sindaco Antonio Decaro che, dopo aver scoperto la targa insieme al padre, ha detto: «Quando dedichiamo luogo pubblico a una persona è perché questi ha dato lustro alla città o perché ci ha lasciato degli insegnamenti. Michele lopez non era un letterato, un politico o un artista. Era un cittadino comune, che amava l'Irlanda, voleva sposarsi e gestiva un punto di ritrovo. Al Joy's, grazie a Michele, si faceva comunità e socialità. Con "Reti civiche urbane" vogliamo replicare altrove posti come il Joy's, creando altri spazi animati. Ci sono posti e persone che ci aiutano a creare legami umani, che ci insegnano a guardarci negli occhi e dirci parole d'amore e d'amicizia. Questo ci ha insegnato Michele Lopez, un ragazzo che amava l'Irlanda, che quel giorno ha salvato la sua ragazza e che ci ha insegnato a volerci bene».
Commosso anche il ricordo dell'assessore alla Toponomastica Angelo Tomasicchio, promotore dell'iniziativa deliberata in giunta lo scorso 25 maggio. «Questa città non deve dimenticare le vittime della mafia, della delinquenza organizzata e di quella spicciola - dice Tomasicchio. Michele era una persona solare, positiva, che ha dato un contributo importante a tutti i processi di aggregazione giovanile in questa città. Bari rende onore a tutto quello che ha fatto. Appena insediati, nel 2014, come amministrazione abbiamo pensato di dedicargli una strada, rispettando la necessità di attendere almeno 10 anni dalla morte. Siamo felici e convinti che queste sono le intitolazioni necessarie: nessuno muore nel cuore di chi resta».
Commozione e lacrime fra i parenti e gli amici di Michele, oltre ai cittadini che hanno voluto ricordarlo, durante la cerimonia, alla presenza del sindaco Antonio Decaro che, dopo aver scoperto la targa insieme al padre, ha detto: «Quando dedichiamo luogo pubblico a una persona è perché questi ha dato lustro alla città o perché ci ha lasciato degli insegnamenti. Michele lopez non era un letterato, un politico o un artista. Era un cittadino comune, che amava l'Irlanda, voleva sposarsi e gestiva un punto di ritrovo. Al Joy's, grazie a Michele, si faceva comunità e socialità. Con "Reti civiche urbane" vogliamo replicare altrove posti come il Joy's, creando altri spazi animati. Ci sono posti e persone che ci aiutano a creare legami umani, che ci insegnano a guardarci negli occhi e dirci parole d'amore e d'amicizia. Questo ci ha insegnato Michele Lopez, un ragazzo che amava l'Irlanda, che quel giorno ha salvato la sua ragazza e che ci ha insegnato a volerci bene».
Commosso anche il ricordo dell'assessore alla Toponomastica Angelo Tomasicchio, promotore dell'iniziativa deliberata in giunta lo scorso 25 maggio. «Questa città non deve dimenticare le vittime della mafia, della delinquenza organizzata e di quella spicciola - dice Tomasicchio. Michele era una persona solare, positiva, che ha dato un contributo importante a tutti i processi di aggregazione giovanile in questa città. Bari rende onore a tutto quello che ha fatto. Appena insediati, nel 2014, come amministrazione abbiamo pensato di dedicargli una strada, rispettando la necessità di attendere almeno 10 anni dalla morte. Siamo felici e convinti che queste sono le intitolazioni necessarie: nessuno muore nel cuore di chi resta».