Donne disabili, i deputati pugliesi di Fdi presentano mozione al Governo
Emarginate dal mondo del lavoro e della vita politica sono, secondo l'Istat, le più vilnerabili della società
giovedì 17 ottobre 2019
"Abbiamo impegnato il Governo ad adottare iniziative finalizzate all'accessibilità, all'integrazione, alla partecipazione, al contrasto delle discriminazioni salariali, all'autodeterminazione, alla tutela giudiziaria per donne e ragazze con disabilità. Questa categoria risulta essere una delle più vulnerabili ed emarginate della società Europea -che conta oltre 80 milioni di persone con disabilità, di cui 46 milioni di donne e ragazze, pari a circa il 16% della popolazione femminile totale e al 60% della popolazione complessiva di persone con disabilità-, poiché vivono il rischio di una doppia discriminazione, sia per il genere sia per la disabilità". Lo hanno detto i deputati pugliesi di Fratelli d'Italia, firmatari della mozione per le donne con disabilita', Davide Galantino e Marcello Gemmato.
La mozione muove da dati Istat relativi, ad esempio, al livello di occupazione per le donne disabili (pari al 18.8% rispetto al 28.1% degli uomini con disabilità); le stesse non assumono ruoli guida o dirigenziali, non prendono parte alla vita politica né alla vita pubblica. Dai dati emerge altresì che anche il territorio di residenza è un fattore discriminante: nelle regioni del Mezzogiorno le persone costrette a rinunciare raggiungono il 30% in Puglia.
La richiesta formulata al Governo è di impegnarsi ad adottare ogni iniziativa necessaria, soprattutto nei settori della sanità, dell'istruzione, dello sport, dei trasporti, della pianificazione urbana e dell'edilizia abitativa, in modo da assicurare la reale accessibilità per le donne disabili intese sia in senso fisico (motorio e sensoriale) che psichico, condizione imprescindibile per l'integrazione e la partecipazione delle persone con disabilità; a promuovere ogni utile iniziativa finalizzata ad integrare le donne con disabilità all'interno dei sistemi di istruzione ordinari e soprattutto a porre in essere specifici percorsi di formazione professionale volti a far acquisire competenze, adeguate alla condizione psicofisica delle donne, che risultino realmente spendibili nel mercato del lavoro; ad adottare iniziative per garantire il principio della parità di retribuzione a parità di lavoro svolto, anche attraverso l'introduzione di incentivi/sanzioni, contrastando quindi le discriminazioni salariali e garantendo la parità tra donne e uomini, in particolare per quanto riguarda le persone con disabilità; ad assumere iniziative per garantire l'autodeterminazione delle donne con disabilità, assicurando l'offerta di informazioni, in modo specifico e adeguato alla tipologia di disabilità, per consentire e favorire la libera scelta circa la propria salute, con riguardo anche all'ambito ginecologico, della salute sessuale e riproduttiva, promuovendo, altresì, iniziative di formazione specifica e aggiornamento del personale medico e dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali; ad assumere iniziative per assicurare che le donne disabili ricevano tutte le informazioni utili per sporgere denuncia e adire la tutela giudiziaria nel caso siano vittime di violenza o discriminazione e, nell'ambito della attuazione del «Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne», che siano individuate tutte le azioni atte a rispondere adeguatamente alle specificità ed esigenze delle donne con disabilità vittime di violenza sia nella fase della denuncia che nel successivo iter di presa in carico e dell'assistenza, della cura e del pieno recupero della persona; ad assumere iniziative per utilizzare i fondi dell'Unione europea per aiutare gli Stati membri a promuovere l'accessibilità e la non discriminazione nei confronti delle donne e delle ragazze con disabilità; a sostenere campagne di sensibilizzazione e informazione sul tema della parità di genere in riferimento alla discriminazione multipla delle donne disabili, in particolare nel contesto scolastico, anche tramite il servizio pubblico radiotelevisivo, mediante pubblicità sociali, la carta stampata e i social media.
La mozione muove da dati Istat relativi, ad esempio, al livello di occupazione per le donne disabili (pari al 18.8% rispetto al 28.1% degli uomini con disabilità); le stesse non assumono ruoli guida o dirigenziali, non prendono parte alla vita politica né alla vita pubblica. Dai dati emerge altresì che anche il territorio di residenza è un fattore discriminante: nelle regioni del Mezzogiorno le persone costrette a rinunciare raggiungono il 30% in Puglia.
La richiesta formulata al Governo è di impegnarsi ad adottare ogni iniziativa necessaria, soprattutto nei settori della sanità, dell'istruzione, dello sport, dei trasporti, della pianificazione urbana e dell'edilizia abitativa, in modo da assicurare la reale accessibilità per le donne disabili intese sia in senso fisico (motorio e sensoriale) che psichico, condizione imprescindibile per l'integrazione e la partecipazione delle persone con disabilità; a promuovere ogni utile iniziativa finalizzata ad integrare le donne con disabilità all'interno dei sistemi di istruzione ordinari e soprattutto a porre in essere specifici percorsi di formazione professionale volti a far acquisire competenze, adeguate alla condizione psicofisica delle donne, che risultino realmente spendibili nel mercato del lavoro; ad adottare iniziative per garantire il principio della parità di retribuzione a parità di lavoro svolto, anche attraverso l'introduzione di incentivi/sanzioni, contrastando quindi le discriminazioni salariali e garantendo la parità tra donne e uomini, in particolare per quanto riguarda le persone con disabilità; ad assumere iniziative per garantire l'autodeterminazione delle donne con disabilità, assicurando l'offerta di informazioni, in modo specifico e adeguato alla tipologia di disabilità, per consentire e favorire la libera scelta circa la propria salute, con riguardo anche all'ambito ginecologico, della salute sessuale e riproduttiva, promuovendo, altresì, iniziative di formazione specifica e aggiornamento del personale medico e dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali; ad assumere iniziative per assicurare che le donne disabili ricevano tutte le informazioni utili per sporgere denuncia e adire la tutela giudiziaria nel caso siano vittime di violenza o discriminazione e, nell'ambito della attuazione del «Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne», che siano individuate tutte le azioni atte a rispondere adeguatamente alle specificità ed esigenze delle donne con disabilità vittime di violenza sia nella fase della denuncia che nel successivo iter di presa in carico e dell'assistenza, della cura e del pieno recupero della persona; ad assumere iniziative per utilizzare i fondi dell'Unione europea per aiutare gli Stati membri a promuovere l'accessibilità e la non discriminazione nei confronti delle donne e delle ragazze con disabilità; a sostenere campagne di sensibilizzazione e informazione sul tema della parità di genere in riferimento alla discriminazione multipla delle donne disabili, in particolare nel contesto scolastico, anche tramite il servizio pubblico radiotelevisivo, mediante pubblicità sociali, la carta stampata e i social media.