Eccezionale intervento al cuore all'ospedale Santa Maria
Rottura del ventricolo sinistro per il paziente di 29 anni
domenica 2 aprile 2017
12.47
Eseguito tutto per via percutanea - senza incisioni del torace e senza dover fermare il cuore - ha richiesto oltre 4 ore. Il paziente ora sta bene. Rimarrà in osservazione ancora una decina di giorni. Eccezionale intervento di Cardiologia interventistica – rarissimi gli esempi Europa e nel Mondo - a Ospedale Santa Maria di Bari per la rottura del ventricolo sinistro in un paziente di 29 anni. Eseguito dall'équipe di Emodinamica e Cardiologica interventistica coordinata dal Dottor Alfredo Marchese, Responsabile dell'Unità Operativa, insieme ai Dottori Resta, Santoro e Labriola ha richiesto oltre 4 ore e l'adozione delle più innovative metodiche e conoscenze acquisite dai medici dell'ospedale di GVM Care & Research.
«Le sue condizioni - spiega il Dottor Alfredo Marchese - erano il risultato di precedenti interventi chirurgici tutti recidivati a seguito di un'iniziale e poi ripetuta infezione batterica a carico dell'apparato valvolare (endocardite batterica), del muscolo cardiaco in quanto tale (miocardite), nonché di un'improvvisa ed ulteriore complicanza per una fistola (apertura) ventricolo-mediastinica: ovvero una parziale rottura della parete del ventricolo sinistro (setto).
La rottura del ventricolo è stata provocata dalla mancata coaptazione dei tessuti malacici tra la porzione di muscolo cardiaco trapiantato ed il muscolo cardiaco del giovane ricevente. Il foro nella parete ventricolare causava, ad ogni contrazione, la fuoriuscita di sangue verso l'esterno del cuore. Cioè nella cavità occupata dal mediastino, dando luogo ad un falso aneurisma (pseudo-aneurisma compressivo atrio-polmonare), comprimendo gli organi e mettendo a rischio la vita del ragazzo perché colpito da massiccia emorragia».
«Attraverso una procedura che ha pochissimi esempi in Italia e nel Mondo, attuata per via percutanea, ovvero praticata senza alcuna incisione del torace e senza dover fermare l'attività cardiaca (a cuore battente), abbiamo introdotto - in anestesia generale - dall'arteria femorale, all'altezza dell'inguine, un catetere di tipo coronarico dotato di uno speciale dispositivo - adattato allo scopo e a forma di piccolo ombrello - molto simile a quelli utilizzati nella chiusura dei difetti del setto (parete) interatriale o nella risoluzione del Forame Ovale Pervio (PFO) e dei Difetti Paravalvolari. Ciò ci ha consentito, una volta raggiunto, sotto stretto monitoraggio radiologico (tramite ecografia transesofagea), il punto di rottura della parete ventricolare, di ancorare saldamente l'ombrellino attraverso device idonei all'impianto delle valvole aortiche TAVI; di sigillare la fistola e bloccare il sanguinamento. Questo ombrellino, inserito dall'aorta e subito al di sotto degli osti coronarici (l'imboccatura delle arterie coronarie, ndr), agirà da efficace barriera, da qui alle prossime settimane, in attesa della completa cicatrizzazione tra le due porzioni di muscolo cardiaco, al momento non ancora perfettamente saldate tra loro, dal quale ha avuto origine il foro ora richiuso».
«Il paziente sta bene ma rimarrà ricoverato una decina di giorni ancora. E' stato un intervento molto delicato. Non privo di difficoltà. L'inserimento, completato durante la normale contrazione del muscolo cardiaco, ha richiesto l'impegno delle migliori professionalità ed eccellenze di Ospedale Santa Maria e del nostro Gruppo. Un ringraziamento particolare va, infatti, al Coordinatore Nazionale delle Cardiochirurgie GVM, Dottor Giuseppe Speziale, al Dottor Carmine Carbone e Domenico Paparella, cardiochirurghi, al Dottor Cataldo Labriola, Responsabile del Servizio di Cardioanestesia, per il supporto e l'assistenza prestate e la maestria con cui si sono coordinati con l'équipe di Emodinamica. Un ringraziamento che voglio estendere ai miei collaboratori per le competenze, conoscenze tecnologiche, capacità metodologiche acquisite dal nostro Centro in oltre 20 anni di attività specialistica».
«Le sue condizioni - spiega il Dottor Alfredo Marchese - erano il risultato di precedenti interventi chirurgici tutti recidivati a seguito di un'iniziale e poi ripetuta infezione batterica a carico dell'apparato valvolare (endocardite batterica), del muscolo cardiaco in quanto tale (miocardite), nonché di un'improvvisa ed ulteriore complicanza per una fistola (apertura) ventricolo-mediastinica: ovvero una parziale rottura della parete del ventricolo sinistro (setto).
La rottura del ventricolo è stata provocata dalla mancata coaptazione dei tessuti malacici tra la porzione di muscolo cardiaco trapiantato ed il muscolo cardiaco del giovane ricevente. Il foro nella parete ventricolare causava, ad ogni contrazione, la fuoriuscita di sangue verso l'esterno del cuore. Cioè nella cavità occupata dal mediastino, dando luogo ad un falso aneurisma (pseudo-aneurisma compressivo atrio-polmonare), comprimendo gli organi e mettendo a rischio la vita del ragazzo perché colpito da massiccia emorragia».
«Attraverso una procedura che ha pochissimi esempi in Italia e nel Mondo, attuata per via percutanea, ovvero praticata senza alcuna incisione del torace e senza dover fermare l'attività cardiaca (a cuore battente), abbiamo introdotto - in anestesia generale - dall'arteria femorale, all'altezza dell'inguine, un catetere di tipo coronarico dotato di uno speciale dispositivo - adattato allo scopo e a forma di piccolo ombrello - molto simile a quelli utilizzati nella chiusura dei difetti del setto (parete) interatriale o nella risoluzione del Forame Ovale Pervio (PFO) e dei Difetti Paravalvolari. Ciò ci ha consentito, una volta raggiunto, sotto stretto monitoraggio radiologico (tramite ecografia transesofagea), il punto di rottura della parete ventricolare, di ancorare saldamente l'ombrellino attraverso device idonei all'impianto delle valvole aortiche TAVI; di sigillare la fistola e bloccare il sanguinamento. Questo ombrellino, inserito dall'aorta e subito al di sotto degli osti coronarici (l'imboccatura delle arterie coronarie, ndr), agirà da efficace barriera, da qui alle prossime settimane, in attesa della completa cicatrizzazione tra le due porzioni di muscolo cardiaco, al momento non ancora perfettamente saldate tra loro, dal quale ha avuto origine il foro ora richiuso».
«Il paziente sta bene ma rimarrà ricoverato una decina di giorni ancora. E' stato un intervento molto delicato. Non privo di difficoltà. L'inserimento, completato durante la normale contrazione del muscolo cardiaco, ha richiesto l'impegno delle migliori professionalità ed eccellenze di Ospedale Santa Maria e del nostro Gruppo. Un ringraziamento particolare va, infatti, al Coordinatore Nazionale delle Cardiochirurgie GVM, Dottor Giuseppe Speziale, al Dottor Carmine Carbone e Domenico Paparella, cardiochirurghi, al Dottor Cataldo Labriola, Responsabile del Servizio di Cardioanestesia, per il supporto e l'assistenza prestate e la maestria con cui si sono coordinati con l'équipe di Emodinamica. Un ringraziamento che voglio estendere ai miei collaboratori per le competenze, conoscenze tecnologiche, capacità metodologiche acquisite dal nostro Centro in oltre 20 anni di attività specialistica».