Elezioni Bari, l'onorevole Sisto attacca Di Rella: «Un candidato inesistente»
Il coordinatore provinciale di Forza Italia: «I "portatori di voti" si sono accasati altrove. Noi abbiamo dato la precedenza alle donne»
venerdì 31 maggio 2019
14.14
Terminate le elezioni amministrative che hanno acclamato Antonio Decaro sindaco di Bari con il 66% dei voti e hanno premiato il centrosinistra, per la compagine di centrodestra, uscita pesantemente sconfitta dalle urne, è tempo di fare i conti con la delusione. E con i veleni.
A lanciare il j'accuse è l'onorevole Francesco Paolo Sisto, coordinatore di Forza Italia per la Città metropolitana di Bari. Sisto attacca Di Rella e la sua conduzione della campagna elettorale: «Volevamo il candidato unitario, e c'eravamo riusciti con il prof. Filograno. Poi qualcuno lo ha fatto saltare con pretesti vari, e le primarie sono state inevitabili, scegliendo il civico che poi le ha vinte, e alla grande. Quello stesso civico che poi, inspiegabilmente - per ora- è sparito, lasciando a Decaro il palcoscenico per monologhi senza limiti e copione, letali per una competizione in cui "comunicare è essere". Ma la sorpresa più amara di questo candidato sindaco "ombra di se stesso" sono state le liste: dai trionfali propositi e previsioni , al desolante flop di consensi e appeal. Un disastro, non annunciato. Il "fenomeno Di Rella" - incalza ancora l'onorevole - ha avuto un evidente effetto depressivo sulla intera coalizione di centrodestra. La Lega che ha ottenuto il 26% circa alle europee, si è fermata a poco più del 9% a Bari; Forza Italia, analogamente, dall' 11% circa a poco meno del 4%. La mancata presenza del competitor di Antonio Decaro ha avuto efficienza causale primaria in tale differenza, altrimenti inspiegabile».
Si sarebbe potuto fare diversamente? Per Sisto la risposta è sì: «Decaro ha vinto, e i meriti all'avversario vanno riconosciuti. Ma il ballottaggio con un candidato sindaco vero, sarebbe stato naturale, e la partita non sarebbe stata la stessa. Bari , in Italia, è la quarantottesima città , su 52, per qualità della vita. Il 65% dei votanti non se n'è accorto?».
Poche colpe, invece, Sisto attribuisce a Forza Italia, che negli ultimi anni ha visto i suoi rappresentanti baresi migrare verso altre realtà del centrodestra, o addirittura spostarsi a sinistra. «Nessun professionista della politica ha popolato la lista, più donne che uomini, esponenti delle categorie più variegate, dal mondo del diritto al commercio, alla scuola, all'intrattenimento - continua Sisto. Basti prendere atto che i primi classificati sono tre avvocati, stimati, come Antonio Ciaula, Giuseppe Carrieri, Giuseppe Mari. I "portatori di voti" della Forza Italia del 2014 si sono accasati, nel tempo e con passaggi spesso plurimi, altrove: Lega (Picaro, Romito, Viggiano), Fratelli d'Italia (Finocchio), addirittura alcuni a sinistra (De Martino) o "fuori sacco" (Melini). Senza dimenticare le vicende di Massimo Cassano, già senatore di Forza Italia con Raffaele Fitto, poi passato al NCD, e poi rientrato in Forza Italia con Gino Vitali e infine approdato fra le braccia di Michele Emiliano, in appoggio alle liste per Antonio Decaro».
A lanciare il j'accuse è l'onorevole Francesco Paolo Sisto, coordinatore di Forza Italia per la Città metropolitana di Bari. Sisto attacca Di Rella e la sua conduzione della campagna elettorale: «Volevamo il candidato unitario, e c'eravamo riusciti con il prof. Filograno. Poi qualcuno lo ha fatto saltare con pretesti vari, e le primarie sono state inevitabili, scegliendo il civico che poi le ha vinte, e alla grande. Quello stesso civico che poi, inspiegabilmente - per ora- è sparito, lasciando a Decaro il palcoscenico per monologhi senza limiti e copione, letali per una competizione in cui "comunicare è essere". Ma la sorpresa più amara di questo candidato sindaco "ombra di se stesso" sono state le liste: dai trionfali propositi e previsioni , al desolante flop di consensi e appeal. Un disastro, non annunciato. Il "fenomeno Di Rella" - incalza ancora l'onorevole - ha avuto un evidente effetto depressivo sulla intera coalizione di centrodestra. La Lega che ha ottenuto il 26% circa alle europee, si è fermata a poco più del 9% a Bari; Forza Italia, analogamente, dall' 11% circa a poco meno del 4%. La mancata presenza del competitor di Antonio Decaro ha avuto efficienza causale primaria in tale differenza, altrimenti inspiegabile».
Si sarebbe potuto fare diversamente? Per Sisto la risposta è sì: «Decaro ha vinto, e i meriti all'avversario vanno riconosciuti. Ma il ballottaggio con un candidato sindaco vero, sarebbe stato naturale, e la partita non sarebbe stata la stessa. Bari , in Italia, è la quarantottesima città , su 52, per qualità della vita. Il 65% dei votanti non se n'è accorto?».
Poche colpe, invece, Sisto attribuisce a Forza Italia, che negli ultimi anni ha visto i suoi rappresentanti baresi migrare verso altre realtà del centrodestra, o addirittura spostarsi a sinistra. «Nessun professionista della politica ha popolato la lista, più donne che uomini, esponenti delle categorie più variegate, dal mondo del diritto al commercio, alla scuola, all'intrattenimento - continua Sisto. Basti prendere atto che i primi classificati sono tre avvocati, stimati, come Antonio Ciaula, Giuseppe Carrieri, Giuseppe Mari. I "portatori di voti" della Forza Italia del 2014 si sono accasati, nel tempo e con passaggi spesso plurimi, altrove: Lega (Picaro, Romito, Viggiano), Fratelli d'Italia (Finocchio), addirittura alcuni a sinistra (De Martino) o "fuori sacco" (Melini). Senza dimenticare le vicende di Massimo Cassano, già senatore di Forza Italia con Raffaele Fitto, poi passato al NCD, e poi rientrato in Forza Italia con Gino Vitali e infine approdato fra le braccia di Michele Emiliano, in appoggio alle liste per Antonio Decaro».