Emergenza palagiustizia, Bonafede: «Nessun bisogno del commissario. Risposte entro martedì»
Il neo guardasigilli: «Valuterò un Decreto Legge d'urgenza per la sospensione dei termini e lo smantellamento delle tende»
giovedì 7 giugno 2018
16.12
L'emergenza legata al palazzo di giustizia di via Nazariantz continua a essere pressante e a creare disagio a tutti gli operatori e i cittadini costretti ad andare a processo nella tendopoli di fortuna allestita nel cortile del tribunale dichiarato inagibile.
Al suo primo giorno da ministro dopo la fiducia al governo Conte-Di Maio-Salvini, il neo guardasigilli Alfonso Bonafede è venuto a Bari a verificare la situazione di persona e a dialogare con le parti in causa per trovare una soluzione. «Per me era doveroso iniziare da Bari - dice Bonafede nella conferenza stampa tenutasi negli uffici di piazza De Nicola. Questa città è la dimostrazione di una situazione della giustizia precaria. Il ministro deve metterci la faccia e far sentire a tutti gli operatori, ai cittadini e agli imputati la sua vicinanza istituzionale e umana. Non è concepibile che un ministro incontri i cancellieri in lacrime, o che entri in una tenda dove si celebra un processo. Ho chiesto agli interlocutori di affrontare la situazione tutti insieme; ho trovato grande spirito di collaborazione da parte di persone che vivono in una situazione drammatica».
L'aspetto più importante annunciato da Bonafede è che sembra scongiurata l'ipotesi della nomina di un commissario che gestisca da solo la situazione. L'urgenza più grande è quella di rimuovere la tendopoli e restituire dignità e sicurezza agli operatori, agli imputati e ai cittadini: «Valuterò se con un Decreto Legge d'urgenza si possa intervenire con una sospensione dei termini per smantellare la situazione delle tende - dice risoluto il guardasigilli. Non sono contrario alla normativa d'urgenza, ma sono contrario alla politica emergenziale che individui un soggetto plenipotenziario come ho sentito dire sarebbe questo commissario. Per questo c'è il ministro della Giustizia e mi prendo la responsabilità di guidare questo percorso».
La soluzione delle tende, evidentemente, è buona solo per celebrare le udienze di rinvio dei processi, dal momento che «Sono stati individuati due immobili (a Modugno e in via Brigata Regina, NdR) che non sarebbero sufficienti a soddisfare i bisogni anche in una situazione di emergenza», precisa Bonafede.
Lunedì 11 giungo, infatti, scadono i termini per la ricerca di mercato utile a ricevere offerte di immobili adatti a ospitare un tribunale penale. «La situazione è drammatica e complessa - prosegue il ministro. Nella riunione di oggi sono emersi eventuali altri immobili che potrebbero accogliere tribunale e uffici giudiziari. Viaggiamo con scadenza di giorni se non di ore: entro martedì ci saranno risposte su altre possibili soluzioni. Se ci sarà un immobile adatto ad ospitare le nostre esigenze il Ministero in tempi brevissimi metterà in campo tutte le risorse per effettuare il trasloco. Man mano che proseguiremo il dialogo con i vari interlocutori bloccheremo le situazioni possibili (ovvero Modugno e via Brigata Regina, NdR) in modo da garantirci un piano B».
Al suo primo giorno da ministro dopo la fiducia al governo Conte-Di Maio-Salvini, il neo guardasigilli Alfonso Bonafede è venuto a Bari a verificare la situazione di persona e a dialogare con le parti in causa per trovare una soluzione. «Per me era doveroso iniziare da Bari - dice Bonafede nella conferenza stampa tenutasi negli uffici di piazza De Nicola. Questa città è la dimostrazione di una situazione della giustizia precaria. Il ministro deve metterci la faccia e far sentire a tutti gli operatori, ai cittadini e agli imputati la sua vicinanza istituzionale e umana. Non è concepibile che un ministro incontri i cancellieri in lacrime, o che entri in una tenda dove si celebra un processo. Ho chiesto agli interlocutori di affrontare la situazione tutti insieme; ho trovato grande spirito di collaborazione da parte di persone che vivono in una situazione drammatica».
L'aspetto più importante annunciato da Bonafede è che sembra scongiurata l'ipotesi della nomina di un commissario che gestisca da solo la situazione. L'urgenza più grande è quella di rimuovere la tendopoli e restituire dignità e sicurezza agli operatori, agli imputati e ai cittadini: «Valuterò se con un Decreto Legge d'urgenza si possa intervenire con una sospensione dei termini per smantellare la situazione delle tende - dice risoluto il guardasigilli. Non sono contrario alla normativa d'urgenza, ma sono contrario alla politica emergenziale che individui un soggetto plenipotenziario come ho sentito dire sarebbe questo commissario. Per questo c'è il ministro della Giustizia e mi prendo la responsabilità di guidare questo percorso».
La soluzione delle tende, evidentemente, è buona solo per celebrare le udienze di rinvio dei processi, dal momento che «Sono stati individuati due immobili (a Modugno e in via Brigata Regina, NdR) che non sarebbero sufficienti a soddisfare i bisogni anche in una situazione di emergenza», precisa Bonafede.
Lunedì 11 giungo, infatti, scadono i termini per la ricerca di mercato utile a ricevere offerte di immobili adatti a ospitare un tribunale penale. «La situazione è drammatica e complessa - prosegue il ministro. Nella riunione di oggi sono emersi eventuali altri immobili che potrebbero accogliere tribunale e uffici giudiziari. Viaggiamo con scadenza di giorni se non di ore: entro martedì ci saranno risposte su altre possibili soluzioni. Se ci sarà un immobile adatto ad ospitare le nostre esigenze il Ministero in tempi brevissimi metterà in campo tutte le risorse per effettuare il trasloco. Man mano che proseguiremo il dialogo con i vari interlocutori bloccheremo le situazioni possibili (ovvero Modugno e via Brigata Regina, NdR) in modo da garantirci un piano B».