Emergenza palagiustizia di Bari, Bonafede: «Trovata la soluzione migliore»
Il guardasigilli risponde a Decaro durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario a Firenze
domenica 27 gennaio 2019
12.15
La questione legata all'emergenza edilizia giudiziaria di Bari, dopo la chiusura della sede di via Nazariantz, le tende e il trasferimento in via Dioguardi, torna al centro del dibattito politico. Ieri, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, il ministro di Grazia e giustizia Alfonso Bonafede da Firenze ha ribadito che «A una settimana dal mio insediamento mi sono recato a Bari dove la giustizia era amministrata nelle tende. Sfido chiunque a trovare un altro caso in cui il ministero di fronte a un problema di quel genere sia riuscito a trovare nell'immediato due strutture in sostituzione delle tende. Attualmente sono già da un mese in una nuova struttura, chiaramente non definitiva perché è stata individuata in via d'urgenza, in vista della realizzazione della cittadella giudiziaria. Si tratta comunque di una soluzione stabile».
Il guardasigilli pentastellato, quindi, ha risposto alle considerazioni mosse dal sindaco di Bari Antonio Decaro, anch'egli intervenuto all'inaugurazione dell'anno giudiziario barese, presso la Corte d'appello in piazza Enrico De Nicola. In riferimento al 2018 appena trascorso, il primo cittadino ha parlato dell'anno «Più brutto per la giustizia barese. Tale mia convinzione è ancor più vera e sentita per una città come Bari dove, oggi, grazie alla vostra azione sono sempre più ampie le zone del territorio sottratte al controllo della criminalità organizzata e sono sempre più i cittadini liberi dal giogo del sopruso e della illegalità. Avreste meritato un monumento e invece vi è stata data una tenda».
La soluzione dell'ex palazzo Telecom in via Dioguardi, quindi, non risolve definitivamente un problema strutturale della giustizia a Bari. «Continuerò a battermi perché la soluzione al problema dell'edilizia giudiziaria sia innanzitutto definitiva e poi dignitosa e decorosa sia per la funzione che deve ospitare che per chi ci deve lavorare. Stiamo solo chiedendo quello che ci spetta: Bari merita una sede unica per l'amministrazione della giustizia», ha detto ancora Decaro.
Sulla questione è intervenuto anche Franco Cassano, presidente della Corte d'appello di Bari. «Una vergogna istituzionale di vent'anni, senza colpevoli, forse, ma in cui nessuno, o quasi, può dirsi del tutto innocente», ha detto Cassano.
Il guardasigilli pentastellato, quindi, ha risposto alle considerazioni mosse dal sindaco di Bari Antonio Decaro, anch'egli intervenuto all'inaugurazione dell'anno giudiziario barese, presso la Corte d'appello in piazza Enrico De Nicola. In riferimento al 2018 appena trascorso, il primo cittadino ha parlato dell'anno «Più brutto per la giustizia barese. Tale mia convinzione è ancor più vera e sentita per una città come Bari dove, oggi, grazie alla vostra azione sono sempre più ampie le zone del territorio sottratte al controllo della criminalità organizzata e sono sempre più i cittadini liberi dal giogo del sopruso e della illegalità. Avreste meritato un monumento e invece vi è stata data una tenda».
La soluzione dell'ex palazzo Telecom in via Dioguardi, quindi, non risolve definitivamente un problema strutturale della giustizia a Bari. «Continuerò a battermi perché la soluzione al problema dell'edilizia giudiziaria sia innanzitutto definitiva e poi dignitosa e decorosa sia per la funzione che deve ospitare che per chi ci deve lavorare. Stiamo solo chiedendo quello che ci spetta: Bari merita una sede unica per l'amministrazione della giustizia», ha detto ancora Decaro.
Sulla questione è intervenuto anche Franco Cassano, presidente della Corte d'appello di Bari. «Una vergogna istituzionale di vent'anni, senza colpevoli, forse, ma in cui nessuno, o quasi, può dirsi del tutto innocente», ha detto Cassano.