Estorsione a Bari, 47enne torna libero: «Mancano i gravi indizi»
Il Tribunale del Riesame ha disposto la scarcerazione dopo 20 giorni: l'uomo era accusato di estorsione e usura
lunedì 24 giugno 2024
10.02
Torna libero dopo tre settimane in cella il 47enne Giovanni Belviso, in carcere dal 17 maggio scorso per estorsione aggravata e usura nei confronti del titolare di una salumeria in via Fanelli. Il Riesame, accogliendo il ricorso del legale Nicola Quaranta, ha revocato la misura per mancanza di «gravi indizi di colpevolezza».
L'uomo era stato arrestato dalla Squadra Mobile con l'accusa di avere sottoposto per sei mesi la vittima alla minaccia di ritorsioni se non avesse onorato il debito contratto a novembre 2023: 700 euro per i quali l'aguzzino avrebbe chiesto la restituzione di 6.250 euro. L'accordo per restituire il prestito era di consegnare entro 15 giorni 1.500 euro, quindi 800 euro in più a titolo di interessi. A dicembre, però, il commerciante, non riuscendo a pagare, avrebbe consegnato solo 500 euro.
In poche settimane, inoltre, le pretese di interessi sul prestito avrebbero fatto schizzare il dovuto di migliaia di euro. L'aguzzino avrebbe chiesto 300 euro per ogni settimana di ritardo, poi negoziati in 250 euro a settimana per 25 settimane: quindi un totale di oltre 6mila euro. Per alcuni mesi il commerciante sarebbe riuscito a pagare quasi tutte le rate (all'incirca 3mila euro in totale), ma ad inizio maggio, col debito ancora in buona parte da rendere, le minacce sarebbero aumentate.
Belviso, infatti, lo avrebbe fermato per strada strattonandolo. In un'altra l'avrebbe chiamato ripetutamente per poi presentarsi al negozio pretendendo pagamenti immediati. Di qui la decisione di tentare la strada della giustizia, rivolgendosi alle forze dell'ordine. 20 giorni dopo l'arresto, però, il 47enne è tornato in libertà.
L'uomo era stato arrestato dalla Squadra Mobile con l'accusa di avere sottoposto per sei mesi la vittima alla minaccia di ritorsioni se non avesse onorato il debito contratto a novembre 2023: 700 euro per i quali l'aguzzino avrebbe chiesto la restituzione di 6.250 euro. L'accordo per restituire il prestito era di consegnare entro 15 giorni 1.500 euro, quindi 800 euro in più a titolo di interessi. A dicembre, però, il commerciante, non riuscendo a pagare, avrebbe consegnato solo 500 euro.
In poche settimane, inoltre, le pretese di interessi sul prestito avrebbero fatto schizzare il dovuto di migliaia di euro. L'aguzzino avrebbe chiesto 300 euro per ogni settimana di ritardo, poi negoziati in 250 euro a settimana per 25 settimane: quindi un totale di oltre 6mila euro. Per alcuni mesi il commerciante sarebbe riuscito a pagare quasi tutte le rate (all'incirca 3mila euro in totale), ma ad inizio maggio, col debito ancora in buona parte da rendere, le minacce sarebbero aumentate.
Belviso, infatti, lo avrebbe fermato per strada strattonandolo. In un'altra l'avrebbe chiamato ripetutamente per poi presentarsi al negozio pretendendo pagamenti immediati. Di qui la decisione di tentare la strada della giustizia, rivolgendosi alle forze dell'ordine. 20 giorni dopo l'arresto, però, il 47enne è tornato in libertà.