Estorsioni a commercianti e imprenditori di Bari e provincia, 10 condanne nel clan Parisi
Altrettanti imputati sono stati assolti dalle accuse. In carcere un fratello e un nipote del boss Savinuccio
giovedì 17 gennaio 2019
11.41
Il gup del tribunale di Bari Rosa Anna Depalo ha emesso 10 condanne a pene dai 6 anni e 4 mesi di reclusione e i 6 mesi nell'abito del processo con il rito abbreviato nei confronti di persone vicine al clan Parisi per estorsioni, aggravate dal metodo mafioso, a danno di commercianti e imprenditori di Bari e provincia. Altre 10 persone, invece, sono state assolte dalle accuse.
Il giro di estorsioni, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti della Guardia di finanza, coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, era gestito dal clan Parisi che si faceva consegnare ingenti somme di denaro in contanti, generi alimentari e buoni di benzina, mediante il ricorso a minacce fisiche, con l'utilizzo di armi e distruggendo i mezzi da cantiere.
Fra i condannati figurano anche Nicola e Tommaso Parisi (a cui è contestato un episodio di cessione di droga), fratello e nipote del boss Savinuccio, per cui il giudice ha emesso condanne da 6 e 5 anni. Condannati anche i pregiudicati Paolo Abbrescia e Raffaele Basoni, entrambi a 6 anni e 4 mesi, oltre all'imprenditore di Gioia del Colle Francesco Serra (6 anni); quest'ultimo è stato assolto da altre tre accuse che gli erano state mosse. Il gup ha, inoltre, rigettato la richiesta di confisca dei beni di Serra, ammettendo la liceità della sua attività nel settore caseario.
Gli altri condannati, a vario titolo per estorsioni e rapine, sono: Antonio Carofiglio (6 anni), Raffaele Castoro (4 anni e 6 mesi), Giuseppe Rutigliano e Nicola Sallesio (4 anni e 8 mesi), l'imprenditore Donato Genco a 6 mesi per aver negato di aver subito estorsioni.
Assolti, invece, Salvatore Alfieri Venere, Roberto Boccasile, Giacomo Carone, Giovanni Gagliardi, Andrea Laterza, Pasquale Lavermicocca, Michele Pellegrini, Umberto Ranieri, Pasquale Zingarelli e Nicola Spada. Altri sette imputati sono a processo con rito ordinario.
Il giro di estorsioni, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti della Guardia di finanza, coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, era gestito dal clan Parisi che si faceva consegnare ingenti somme di denaro in contanti, generi alimentari e buoni di benzina, mediante il ricorso a minacce fisiche, con l'utilizzo di armi e distruggendo i mezzi da cantiere.
Fra i condannati figurano anche Nicola e Tommaso Parisi (a cui è contestato un episodio di cessione di droga), fratello e nipote del boss Savinuccio, per cui il giudice ha emesso condanne da 6 e 5 anni. Condannati anche i pregiudicati Paolo Abbrescia e Raffaele Basoni, entrambi a 6 anni e 4 mesi, oltre all'imprenditore di Gioia del Colle Francesco Serra (6 anni); quest'ultimo è stato assolto da altre tre accuse che gli erano state mosse. Il gup ha, inoltre, rigettato la richiesta di confisca dei beni di Serra, ammettendo la liceità della sua attività nel settore caseario.
Gli altri condannati, a vario titolo per estorsioni e rapine, sono: Antonio Carofiglio (6 anni), Raffaele Castoro (4 anni e 6 mesi), Giuseppe Rutigliano e Nicola Sallesio (4 anni e 8 mesi), l'imprenditore Donato Genco a 6 mesi per aver negato di aver subito estorsioni.
Assolti, invece, Salvatore Alfieri Venere, Roberto Boccasile, Giacomo Carone, Giovanni Gagliardi, Andrea Laterza, Pasquale Lavermicocca, Michele Pellegrini, Umberto Ranieri, Pasquale Zingarelli e Nicola Spada. Altri sette imputati sono a processo con rito ordinario.