Evasione fiscale nel settore delle scommesse, sequestro beni da 1,6 milioni a imprenditore di Bari

L'uomo avrebbe incassato 2,5 milioni di euro, non dichiarati al fisco, operando da “master” per una società maltese

giovedì 6 ottobre 2022 15.39
I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro preventivo avente per oggetto, in via diretta, le disponibilità finanziarie di una impresa individuale con sede a Bari e, per equivalente, i beni del suo titolare, per un valore complessivo di circa 1,6 milioni di euro, quale profitto delle ipotesi di reato configurate. L'attività svolta dalle fiamme gialle baresi avrebbe permesso, infatti, di rilevare la presentazione di dichiarazioni infedeli ai fini delle imposte dirette e dell'imposta sul valore aggiunto per l'anno 2016, nonché l'omessa presentazione delle medesime per il 2017 (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa).

Il decreto di sequestro preventivo - emesso dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica di Bari - costituisce l'epilogo di un controllo fiscale e delle correlate indagini di polizia giudiziaria delegate al II gruppo tutela entrate del nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari, articolazione specializzata nel contrasto agli illeciti in materia di evasione fiscale.

Secondo l'impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), il citato imprenditore barese avrebbe percepito corrispettivi per circa 2,5 milioni di euro, non dichiarati al fisco, operando quale "master" negli anni 2016-2017 per conto di una società maltese la quale – pur essendo autorizzata alla raccolta del gioco e delle scommesse sul territorio nazionale – si sarebbe avvalsa di una "rete parallela" di promotori di gioco illegale.

Considerato l'elevato valore indiziario degli elementi acquisiti dal nucleo Pef Bari, la Procura di Bari - in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione anche della "confisca per equivalente" - ha avanzato una richiesta di sequestro di beni ed utilità, al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dalla presunta evasione. Il Gip, aderendo alla predetta richiesta, ha quindi emesso il decreto di sequestro preventivo dei beni nella disponibilità della impresa individuale e del suo titolare.