Ex Om in sciopero della fame: «Vogliamo risposte certe»

Due operai per ora hanno aderito alla protesta, piazzata una tenda in piazza Prefettura

martedì 10 luglio 2018 15.53
A cura di Elga Montani
Avevano "minacciato" di farlo e lo hanno fatto. Da oggi gli ex Om hanno iniziato lo sciopero della fame e un presidio in piazza Prefettura. Perché dopo sette lunghi anni vogliono risposte, vogliono certezze e sono stanchi delle continue voci che non si concretizzano. Si sentono presi in giro dalle autorità, da Caroli, capo della task force regionale del lavoro, e dal presidente Michele Emiliano. Sono stanchi di sentir dire da 7 anni che "ci siamo quasi" e quel quasi rimane sempre tale. Considerando anche che risultano ancora dipendenti della fallita Tua Industries, essendo stato rinviato il licenziamento collettivo al prossimo 25 settembre, non solo per la richiesta del sindacato, ma perché mancano i soldi anche per licenziare e spedire loro le lettere relative.

Così questa mattina, due dei 168 operai rimasti, Andrea Tempesta e Nicola Pantaleo, hanno deciso di iniziare lo sciopero della fame. Non si sa se altri si uniranno a loro, di sicuro proseguiranno ad oltranza. Per ora la prefettura ha loro concesso di occupare lo spazio di fronte a Palazzo di Città fino a domenica, dalle 7 alle 22. Dopo domenica si vedrà, si spera che prima possano arrivare notizie positive per il loro futuro e quello delle loro famiglie.

«Vogliamo sensibilizzare le istituzioni con questo sciopero - dichiarano gli ex Om - se davvero come dice Caroli c'è un'azienda interessata e pronta a versare i soldi per risolvere questa assurda vertenza che lo faccia prima possibile. Da sette mesi stiamo senza ammortizzatori sociali, sia noi che le nostre famiglie non ce la facciamo più. Il problema è che le manifestazioni di interesse ci sono, ma il tempo passa velocemente. Le tempistiche della politica sono diverse dalle nostre, speriamo com questo presidio e questo sciopero di riuscire a velocizzare quanto si sta cercando di fare per risolvere la nostra situazione».

Ciò che temono è che la loro situazione cominci a non interessare più, troppo spesso negli ultimi tempi vedono anche la gente comune andare loro contro, non empatizzare più con loro. «La nostra vertenza sembra non fare nemmeno più notizia - dicono - Una signora durante un presidio ci ha definiti parassiti, ritenendo che da 7 anni campiamo alle spalle dello Stato, quando tutto quello che abbiamo avuto era solo ciò che ci spettava».

Importante invece che l'attenzione rimanga alta e che la vertenza venga risolta. D'altronde, se come dichiarato da Caroli: «Questo sciopero della fame è inutile», a breve dovrebbero arrivare le buone notizie.