Ex Om, nuovo sit-in per chiedere rispetto e attenzione
L'appello agli imprenditori è ad oggi caduto nel vuoto, Pertosa fa sapere di non poter investire
venerdì 2 febbraio 2018
15.02
Prosegue la protesta dei lavoratori della ex Om Carrelli. E dopo le notizie relative al fallimento della Tua Industries, della messa all'asta del progetto e del prototipo dell'auto elettrica made in Italy, e l'appello all'industriale Vito Pertosa e ad altri imprenditori del territorio, si sono dati appuntamento questa mattina sul lungomare di Bari, di fronte alla Presidenza della Regione Puglia.
Un presidio per sottolineare una situazione ormai disperata, in cui le 190 famiglie sono senza redditi da dicembre, perché nonostante la proroga della cassa integrazione, ad oggi, a causa di inadempienza della Tua Industries, non stanno percependo nulla.
Dei giorni scorsi, inoltre, l'appello agli imprenditori pugliesi, e nello specifico a Vito Pertosa di MerMec, ad investire nel progetto che avrebbe dovuto portare a produrre l'auto elettrica italiana in Puglia. Purtroppo un appello per ora caduto nel vuoto, in quanto Pertosa fa sapere di non poter investire, e che, sottolinea il figlio Matteo Pertosa: «la questione di Om Carrelli è al momento impensabile, non abbiamo le risorse mentali per dedicarci ad un nuovo progetto, rischieremmo di far fare la stessa fine ai nostri attuali collaboratori».
Un presidio per sottolineare una situazione ormai disperata, in cui le 190 famiglie sono senza redditi da dicembre, perché nonostante la proroga della cassa integrazione, ad oggi, a causa di inadempienza della Tua Industries, non stanno percependo nulla.
Dei giorni scorsi, inoltre, l'appello agli imprenditori pugliesi, e nello specifico a Vito Pertosa di MerMec, ad investire nel progetto che avrebbe dovuto portare a produrre l'auto elettrica italiana in Puglia. Purtroppo un appello per ora caduto nel vuoto, in quanto Pertosa fa sapere di non poter investire, e che, sottolinea il figlio Matteo Pertosa: «la questione di Om Carrelli è al momento impensabile, non abbiamo le risorse mentali per dedicarci ad un nuovo progetto, rischieremmo di far fare la stessa fine ai nostri attuali collaboratori».