Ex Om, UGL Metalmeccanici Bari scrive a Di Maio: «Lei è la nostra ultima ancora di salvezza»
Appello al neo-ministro del lavoro affinché si interessi alla vicenda e convochi al MiSE tutte le parti in causa
lunedì 2 luglio 2018
15.49
Una lettera al ministro del lavoro Luigi Di Maio da parte dei 170 ex dipendenti della Om Carrelli di Bari-Modugno. Un tentativo affinché il neo-ministro possa interessarsi alla vicenda fatto da UGL Metalmeccanici Bari. La richiesta molto semplice è quella di interessarsi alla vertenza, ormai giunta ad una situazione complicata dopo oltre 7 anni di attese disilluse. Il 6 luglio è previsto l'appuntamento al ministero per procedere al licenziamento collettivo e il 28 ci sarà la prima udienza del fallimento, con possibile chiusura dello stesso per motivi di incapienza di risorse economiche. Un'estremo tentativo scrivere a Di Maio per far sì che la reindustrializzazione tanto decantata dalla diverse parti in causa diventi una realtà e non l'ennesimo buco nell'acqua.
Ricordiamo che da quanto emerso dall'ultimo incontro con la task force regionale guidata da Caroli, sono quattro le aziende ad aver manifestato interesse a rilevare il capannone e contestualmente riassumere tutti i 170 operai. Nello specifico sono: la veneta Next One Srl, con un progetto industriale di produzione di auto, moto e biciclette elettriche; un'azienda piemontese rimasta anonima che vorrebbe rilanciare il progetto della Tua Industries producendo auto elettriche nel segmento di lusso; la barese Ingegneria & Servizi Srl il cui progetto riguarda invece la fornitura di energia elettrica, attraverso l'installazione di impianti che sfruttano l'energia gravitazionale; e l'altra barese Selectika Srl che ha presentato un progetto di riciclo di plastica e vetro per la produzione di imballaggi ad uso alimentare,
«Il mio personale appello, per conto di tutti i 170 lavoratori, è rivolto a Lei, Illustrissimo Ministro Di Maio - scrive nella lettera Samantha Partipilo di UGL Metalmeccanici Bari - che vediamo quale ultima ancora di salvezza per la risoluzione di questa interminabile e beffarda vertenza, gestita e monitorata dai precedenti governi con le Istituzioni e le Organizzazioni Sindacali senza mai alcun successo. Questo appello deriva altresì dalla presenza, allo stato attuale, di ben 4 società che hanno presentato una manifestazione di interesse per rilevare la società in liquidazione compresi i dipendenti e lo stabilimento e che, nella maniera più assoluta e per nessuna ragione, vorremmo potessero venir meno per motivi burocratici, per brogli legali (cfr. trasferimento di proprietà dello stabilimento) o, ancor più, per mancanza di supporto da parte delle Istituzioni e delle Parti Sociali. Siamo dunque a richiedere che venga anzitutto posticipato il licenziamento collettivo e che venga convocato con estrema sollecitudine e prima del 28 un incontro presso il MiSe con tutte le Parti in causa».
Ricordiamo che da quanto emerso dall'ultimo incontro con la task force regionale guidata da Caroli, sono quattro le aziende ad aver manifestato interesse a rilevare il capannone e contestualmente riassumere tutti i 170 operai. Nello specifico sono: la veneta Next One Srl, con un progetto industriale di produzione di auto, moto e biciclette elettriche; un'azienda piemontese rimasta anonima che vorrebbe rilanciare il progetto della Tua Industries producendo auto elettriche nel segmento di lusso; la barese Ingegneria & Servizi Srl il cui progetto riguarda invece la fornitura di energia elettrica, attraverso l'installazione di impianti che sfruttano l'energia gravitazionale; e l'altra barese Selectika Srl che ha presentato un progetto di riciclo di plastica e vetro per la produzione di imballaggi ad uso alimentare,
«Il mio personale appello, per conto di tutti i 170 lavoratori, è rivolto a Lei, Illustrissimo Ministro Di Maio - scrive nella lettera Samantha Partipilo di UGL Metalmeccanici Bari - che vediamo quale ultima ancora di salvezza per la risoluzione di questa interminabile e beffarda vertenza, gestita e monitorata dai precedenti governi con le Istituzioni e le Organizzazioni Sindacali senza mai alcun successo. Questo appello deriva altresì dalla presenza, allo stato attuale, di ben 4 società che hanno presentato una manifestazione di interesse per rilevare la società in liquidazione compresi i dipendenti e lo stabilimento e che, nella maniera più assoluta e per nessuna ragione, vorremmo potessero venir meno per motivi burocratici, per brogli legali (cfr. trasferimento di proprietà dello stabilimento) o, ancor più, per mancanza di supporto da parte delle Istituzioni e delle Parti Sociali. Siamo dunque a richiedere che venga anzitutto posticipato il licenziamento collettivo e che venga convocato con estrema sollecitudine e prima del 28 un incontro presso il MiSe con tutte le Parti in causa».