Ex Socrate: un cantiere scuola di auto-recupero
Gli abitanti: «Chiediamo l'attuazione del protocollo d'intesa all'amministrazione comunale»
lunedì 22 gennaio 2018
Si è svolta sabato, presso l'ex liceo Socrate, l'assemblea organizzata dagli abitanti del comitato per la casa e i diritti umani di via Fanelli. La struttura, occupata inizialmente nel 2009, attualmente accoglie 100 persone circa, tra residenti e ospiti. Un vero centro di accoglienza nel mezzo di un quartiere residenziale gestito dal comitato degli abitanti che ha costituito un'associazione di volontariato la quale si occupa di questo posto. A maggio 2014 è stato sottoscritto fra l'associazione "Socrate", il Comune di Bari, la Regione Puglia ed altri enti, un protocollo d'intesa per l'auto recupero della struttura, che necessita di interventi di manutenzione straordinaria e di un adeguamento antisismico. L'immobile è inagibile, ma non pericolante.
Periodicamente l'ufficio tecnico del comune effettua controlli sulla stabilità dell'edificio. Nel corso di questi anni gli abitanti e i volontari hanno avviato progetti dedicati all'inclusione sociale e all' integrazione, attraverso diverse attività svolte dagli stessi residenti per i cittadini e viceversa: corsi di lingua araba e inglese, ma anche di italiano. Uno scambio culturale, un modo per socializzare, stare insieme e integrarsi. Dopo il protocollo d'intesa, firmato con la passata amministrazione quando era sindaco Michele Emiliano, non c'è stata nessuna intenzione a proseguire sul fronte del recupero. Questa estate l'associazione ha presentato un progetto che prevede un cantiere scuola di auto-recupero.
Abbiamo incontrato Angelo, uno dei volontari che da più tempo ha seguito l'evolversi di questa situazione: «Al momento quel protocollo d'intesa è bloccato. Da 3 anni ormai chiediamo al comune di sbloccare la situazione e di far partire il progetto, perché gli abitanti, ma anche noi volontari siamo contrari ovviamente all' ipotesi alternativa che vuole lo sgombero della struttura. Chiediamo che questa non venga sgomberata, perché attraverso il progetto che abbiamo presentato è possibile lavorare al recupero e mantenere la struttura funzionale». Gli ospiti e i residenti sono lavoratori, braccianti agricoli che tornano per riposarsi, persone che escono dalle strutture di accoglienza istituzionali e che poi non sanno dove andare.
«Qui molti trovano accoglienza, soprattutto quelle persone a cui la questura ha rilasciato un permesso di soggiorno da rinnovare poi, presso la stessa sede. Una problematica per chi va a lavorare altrove, perché deve ritornare a Bari e aspettare alle volte anche mesi per avere l'appuntamento e portare i documenti. Queste persone nel frattempo devono avere un posto dove andare e su Bari c'è Il Socrate». Quindi l'associazione continua a chiedere all'amministrazione comunale che venga attuato il protocollo d'intesa che hanno sottoscritto e che venga avviato il progetto che, continua Angelo: «Prevede la ristrutturazione dell'immobile, impiegando come manodopera gli stessi abitanti che verrebbero formati dalla Formedil che è l'ente di formazione edilizia. Il protocollo aveva tra i firmatari anche il Politecnico di Bari, quindi ci sono diversi attori che garantirebbero l'efficacia di questo intervento dal punto di vista della formazione del inquadramento delle persone e dal punto di vista della realizzazione delle opere».
Il progetto si basa su un modello di accoglienza a costi irrisori con alloggi per i lavoratori stagionali, l'attivazione di servizi assistenziali per la cittadinanza del quartiere e il potenziamento dei servizi sociali. Una assemblea per fare un bilancio di questi 8 anni di resistenza, da quando nel 2009 alcuni rifugiati occuparono la struttura. Per ripercorrere le tappe che ci sono state anche nei rapporti con l'amministrazione comunale e per capire come questi rapporti si possano evolvere positivamente.
In serata la musica non è mancata con i ragazzi di Taranto Rebel City Sound System e la partecipazione di Tony Ciclone, un rapper barese, che si sono messi a disposizione per sostenere l'associazione e con lo scopo di raccogliere un po' di fondi per continuare a mandare avanti le attività del posto.
Periodicamente l'ufficio tecnico del comune effettua controlli sulla stabilità dell'edificio. Nel corso di questi anni gli abitanti e i volontari hanno avviato progetti dedicati all'inclusione sociale e all' integrazione, attraverso diverse attività svolte dagli stessi residenti per i cittadini e viceversa: corsi di lingua araba e inglese, ma anche di italiano. Uno scambio culturale, un modo per socializzare, stare insieme e integrarsi. Dopo il protocollo d'intesa, firmato con la passata amministrazione quando era sindaco Michele Emiliano, non c'è stata nessuna intenzione a proseguire sul fronte del recupero. Questa estate l'associazione ha presentato un progetto che prevede un cantiere scuola di auto-recupero.
Abbiamo incontrato Angelo, uno dei volontari che da più tempo ha seguito l'evolversi di questa situazione: «Al momento quel protocollo d'intesa è bloccato. Da 3 anni ormai chiediamo al comune di sbloccare la situazione e di far partire il progetto, perché gli abitanti, ma anche noi volontari siamo contrari ovviamente all' ipotesi alternativa che vuole lo sgombero della struttura. Chiediamo che questa non venga sgomberata, perché attraverso il progetto che abbiamo presentato è possibile lavorare al recupero e mantenere la struttura funzionale». Gli ospiti e i residenti sono lavoratori, braccianti agricoli che tornano per riposarsi, persone che escono dalle strutture di accoglienza istituzionali e che poi non sanno dove andare.
«Qui molti trovano accoglienza, soprattutto quelle persone a cui la questura ha rilasciato un permesso di soggiorno da rinnovare poi, presso la stessa sede. Una problematica per chi va a lavorare altrove, perché deve ritornare a Bari e aspettare alle volte anche mesi per avere l'appuntamento e portare i documenti. Queste persone nel frattempo devono avere un posto dove andare e su Bari c'è Il Socrate». Quindi l'associazione continua a chiedere all'amministrazione comunale che venga attuato il protocollo d'intesa che hanno sottoscritto e che venga avviato il progetto che, continua Angelo: «Prevede la ristrutturazione dell'immobile, impiegando come manodopera gli stessi abitanti che verrebbero formati dalla Formedil che è l'ente di formazione edilizia. Il protocollo aveva tra i firmatari anche il Politecnico di Bari, quindi ci sono diversi attori che garantirebbero l'efficacia di questo intervento dal punto di vista della formazione del inquadramento delle persone e dal punto di vista della realizzazione delle opere».
Il progetto si basa su un modello di accoglienza a costi irrisori con alloggi per i lavoratori stagionali, l'attivazione di servizi assistenziali per la cittadinanza del quartiere e il potenziamento dei servizi sociali. Una assemblea per fare un bilancio di questi 8 anni di resistenza, da quando nel 2009 alcuni rifugiati occuparono la struttura. Per ripercorrere le tappe che ci sono state anche nei rapporti con l'amministrazione comunale e per capire come questi rapporti si possano evolvere positivamente.
In serata la musica non è mancata con i ragazzi di Taranto Rebel City Sound System e la partecipazione di Tony Ciclone, un rapper barese, che si sono messi a disposizione per sostenere l'associazione e con lo scopo di raccogliere un po' di fondi per continuare a mandare avanti le attività del posto.