Dieci arresti per spaccio nella "Bari bene", indagini partite dal ferimento di un 17enne nel 2016
I carabinieri, coordinati dalla Dda, hanno scoperto come i clan criminali incaricassero giovani benestanti di smerciare droga a domicilio
lunedì 15 giugno 2020
11.24
Svolta nelle indagini sul ferimento del 17enne D.G.P., avvenuto a Bari nel settembre 2016. I carabinieri del comando provinciale di Bari hanno eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Bari Francesco Agnino, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Durante le indagini, condotte dai carabinieri di Bari-San Paolo, sono stati identificati il mandante, l'autore e i complici dell'agguato al giovane ferito. Gli inquirenti hanno scoperto un'associazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di stupefacenti. I capi si preoccupavano di far pervenire a Bari la droga, per poi incaricare giovani ragazzi della "Bari bene" di spacciare a Picone e Poggiofranco.
Secondo gli inquirenti, il 17enne fu ferito dopo aver iniziato a spacciare prendendo la sostanza da altri e non dal mandante, riconducibile al clan mafioso dei Palermiti. L'associazione a delinquere, di stampo mafioso, era dedita al traffico ed alla gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti, e capeggiata da L.M. (già condannato in passato per 416 bis c.p.) e L.G., riconducibili entrambi al clan "Capriati". Da loro perveniva la droga, che veniva spacciata a "domicilio" a Picone e Poggiofranco. I soggetti che si occupavano dello spaccio andavano a rifornirsi da uno degli appartenenti all'associazione, poi venivano contattati su piccoli telefoni senza internet dai vari acquirenti, a cui consegnavano la droga a casa. I due gestivano l'arrivo di droga e lo smercio attraverso i piccoli spacciatori, scelti fra persone appartenenti a famiglie benestanti della "Bari bene", anche incensurati.
Le risultanze investigative hanno avuto pieno riscontro e conforto dalle dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia circa le responsabilità degli autori del ferimento e in ordine all'operatività dell'associazione, articolata gerarchicamente con ruoli ben definiti. Il riscontro principale i carabinieri lo ebbero nel giugno 2018, quando a Japigia venne sequestrata un'importante partita di hashish e marijuana. Nella circostanza, i militari notarono che venne gettata una pistola dalla finestra, prima che i carabinieri entrassero nell'abitazione.
In casa di uno dei dieci arrestati, sotto il letto, sono stati rinvenuti 61mila euro riconducibili allo spaccio di sostanze stupefacenti, oltre a 110 grammi di marijuana e 50 di cocaina, trovati e sequestrati a carico di ignoti, all'interno di alcuni pneumatici riempiti di terra e accatastati subito fuori l'abitazione di un'altra delle persone colpite dalle odierne ordinanze.
Secondo gli inquirenti, il 17enne fu ferito dopo aver iniziato a spacciare prendendo la sostanza da altri e non dal mandante, riconducibile al clan mafioso dei Palermiti. L'associazione a delinquere, di stampo mafioso, era dedita al traffico ed alla gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti, e capeggiata da L.M. (già condannato in passato per 416 bis c.p.) e L.G., riconducibili entrambi al clan "Capriati". Da loro perveniva la droga, che veniva spacciata a "domicilio" a Picone e Poggiofranco. I soggetti che si occupavano dello spaccio andavano a rifornirsi da uno degli appartenenti all'associazione, poi venivano contattati su piccoli telefoni senza internet dai vari acquirenti, a cui consegnavano la droga a casa. I due gestivano l'arrivo di droga e lo smercio attraverso i piccoli spacciatori, scelti fra persone appartenenti a famiglie benestanti della "Bari bene", anche incensurati.
Le risultanze investigative hanno avuto pieno riscontro e conforto dalle dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia circa le responsabilità degli autori del ferimento e in ordine all'operatività dell'associazione, articolata gerarchicamente con ruoli ben definiti. Il riscontro principale i carabinieri lo ebbero nel giugno 2018, quando a Japigia venne sequestrata un'importante partita di hashish e marijuana. Nella circostanza, i militari notarono che venne gettata una pistola dalla finestra, prima che i carabinieri entrassero nell'abitazione.
In casa di uno dei dieci arrestati, sotto il letto, sono stati rinvenuti 61mila euro riconducibili allo spaccio di sostanze stupefacenti, oltre a 110 grammi di marijuana e 50 di cocaina, trovati e sequestrati a carico di ignoti, all'interno di alcuni pneumatici riempiti di terra e accatastati subito fuori l'abitazione di un'altra delle persone colpite dalle odierne ordinanze.