Fermati in strada con l'hashish, uno viene condannato e l'altro assolto
8 mesi per Michele Accogli, scagionato Raffaele Lafirenze, rampollo dell'omonima dinastia, «per non aver commesso il fatto»
martedì 17 dicembre 2024
15.11
È stato arrestato, ma alla fine il processo in abbreviato ha dato ragione a Raffaele Lafirenze, 21enne. L'accusa era di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti con Michele Accogli, 20enne, che è stato condannato dal giudice monocratico del Tribunale del capoluogo pugliese, Giacomo De Raho, ad 8 mesi di reclusione.
Lafirenze, difeso dall'avvocato Massimo Roberto Chiusolo, ha ottenuto un'assoluzione che non lascia dubbi: «per non aver commesso il fatto», proprio come la richiesta della difesa. Di anni, la Procura della Repubblica di Bari ne aveva chiesti 2, più 8 mesi. Tutto ebbe inizio il 29 aprile, quando una Volante intercettò per le strade del rione Japigia un'auto con a bordo Lafirenze e Accogli: i due, tentarono la fuga, rifugiandosi nel cortile della casa del più grande dei due, in via Appulo.
Il tentativo di fuga, però, non sfuggì agli agenti che, dopo aver bloccato i due, sequestrarono oltre 100 grammi di hashish e uno smartphone (trovati ad Accogli) e un'ingente somma di denaro recuperata addosso a Lafirenze. Quest'ultimo è un cognome "importante" nella geografia della criminalità organizzata di Bari. Negli ultimi tempi, uno dei rampolli della dynasty, proprio il 21enne, benché incensurato, è stato alla ribalta della cronaca per vari episodi che hanno destato scalpore.
Lo scorso 16 aprile, infatti, il giovane, mentre era su un'Alfa Romeo Mito, fu ferito al collo e se la cavò miracolosamente: per questa storia furono arrestate cinque persone di età tra i 16 e i 23 anni, tra cui il figlio di un boss del clan Strisciuglio. Ignota la causa di quell'azione di fuoco per la quale i giovani sono a processo.
Lafirenze, difeso dall'avvocato Massimo Roberto Chiusolo, ha ottenuto un'assoluzione che non lascia dubbi: «per non aver commesso il fatto», proprio come la richiesta della difesa. Di anni, la Procura della Repubblica di Bari ne aveva chiesti 2, più 8 mesi. Tutto ebbe inizio il 29 aprile, quando una Volante intercettò per le strade del rione Japigia un'auto con a bordo Lafirenze e Accogli: i due, tentarono la fuga, rifugiandosi nel cortile della casa del più grande dei due, in via Appulo.
Il tentativo di fuga, però, non sfuggì agli agenti che, dopo aver bloccato i due, sequestrarono oltre 100 grammi di hashish e uno smartphone (trovati ad Accogli) e un'ingente somma di denaro recuperata addosso a Lafirenze. Quest'ultimo è un cognome "importante" nella geografia della criminalità organizzata di Bari. Negli ultimi tempi, uno dei rampolli della dynasty, proprio il 21enne, benché incensurato, è stato alla ribalta della cronaca per vari episodi che hanno destato scalpore.
Lo scorso 16 aprile, infatti, il giovane, mentre era su un'Alfa Romeo Mito, fu ferito al collo e se la cavò miracolosamente: per questa storia furono arrestate cinque persone di età tra i 16 e i 23 anni, tra cui il figlio di un boss del clan Strisciuglio. Ignota la causa di quell'azione di fuoco per la quale i giovani sono a processo.