Focolaio Covid tra i militari a Gioia del Colle, Cisl Bari: "Gestione della situazione pandemica non oculata"
Sarebbero almeno una decina i positivi al Coronavirus in servizio all'aeroporto militare in provincia di Bari
giovedì 30 dicembre 2021
10.39
È stato accertato un focolaio Covid tra circa una decina di militari dipendenti del 36° stormo, in servizio all'aeroporto militare di Gioia del Colle.
La Cisl ha denunciato la situazione perché "contrariamente a quanto garantito dal comandante della base aerea gioiese, col. Antonio Vergallo, in occasione di un incontro sindacale", pare si sia riscontrata "una gestione della situazione pandemica non proprio oculata". Il segretario generale del sindacato in una nota ha spiegato che "lavoratrici e lavoratori, civili e militari sono 'obbligati' ad operare in ambienti e in condizioni di massimo rischio di contagio in quanto" si sarebbero riscontrate "disattenzioni nel rispetto delle indicazioni contenute nei protocolli sottoscritti con le parti sociali e di quelle contenute nelle disposizioni ministeriali".
Ad esempio, sarebbe stata riscontrata una "scarsa pulizia giornaliera dei locali, delle postazioni di lavoro e aree comuni"; "nessuna sanificazione periodica degli ambienti"; "nessun monitoraggio a campione tra il personale dipendente"; "scarsa sorveglianza sanitaria da parte del medico competente"; "nessuna disponibilità a consentire forme flessibili di lavoro, seppur a rotazione, che consentano al personale dipendente di operare in condizioni di maggiore sicurezza".
La Cisl barese ha annunciato di assumere "ogni iniziativa utile a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori" sollecitando "l'intervento della Prefettura di Bari e degli organi di controllo istituzionali".
La Cisl ha denunciato la situazione perché "contrariamente a quanto garantito dal comandante della base aerea gioiese, col. Antonio Vergallo, in occasione di un incontro sindacale", pare si sia riscontrata "una gestione della situazione pandemica non proprio oculata". Il segretario generale del sindacato in una nota ha spiegato che "lavoratrici e lavoratori, civili e militari sono 'obbligati' ad operare in ambienti e in condizioni di massimo rischio di contagio in quanto" si sarebbero riscontrate "disattenzioni nel rispetto delle indicazioni contenute nei protocolli sottoscritti con le parti sociali e di quelle contenute nelle disposizioni ministeriali".
Ad esempio, sarebbe stata riscontrata una "scarsa pulizia giornaliera dei locali, delle postazioni di lavoro e aree comuni"; "nessuna sanificazione periodica degli ambienti"; "nessun monitoraggio a campione tra il personale dipendente"; "scarsa sorveglianza sanitaria da parte del medico competente"; "nessuna disponibilità a consentire forme flessibili di lavoro, seppur a rotazione, che consentano al personale dipendente di operare in condizioni di maggiore sicurezza".
La Cisl barese ha annunciato di assumere "ogni iniziativa utile a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori" sollecitando "l'intervento della Prefettura di Bari e degli organi di controllo istituzionali".