Furto alla Velo Stazione, Paco Ricchiuti: «Impotenti di fronte a questa delinquenza ripetuta»
Secondo furto nel giro di due mesi nei locali in corso Italia, i gestori spiegano ai nostri microfoni quanto accaduto
venerdì 23 marzo 2018
Hanno spaccato la vetrina e sono entrati per rubare. È successo ieri notte nei locali della Velo Stazione di Bari, in corso Italia, a due passi dalla stazione centrale. Purtroppo, non è nemmeno la prima volta, nel giro di un mese si tratta della seconda incursione di questo tipo. E i gestori dell'attività sono sconsolati e anche un po' delusi da questi eventi.
«Hanno sfondato il vetro, e sono entrati dal buco creato – dichiara Paco Ricchiuti, uno dei gestori – hanno portato via la cassa con un piccolo fondo cassa, alcune attrezzature, alcune carte. Per fortuna non hanno preso bici, perché il buco era troppo piccolo perché potessero passarci. Come anche le altre volte sono entrati nel punto vendita non nel parcheggio, l'altra volta avevano piegato la porta ed erano entrati senza rompere il vetro».
«Abbiamo un sistema di videosorveglianza – sottolinea sconsolato – ci sono le telecamere, ma le indagini finiscono sempre in un nulla di fatto».
«La nostra è una battaglia da un paio di anni per mettere in bici più persone possibili – conclude – facciamo diverse iniziative, e queste cose ci buttano un po' giù, la zona in cui siamo è pessima e dobbiamo studiare qualcosa per prevenire che certe cose possano ripetersi. Per la dura battaglia culturale legata all'uso della bici siamo disposti a tanto, ma dinanzi a questa delinquenza ripetuta siamo impotenti».
«Hanno sfondato il vetro, e sono entrati dal buco creato – dichiara Paco Ricchiuti, uno dei gestori – hanno portato via la cassa con un piccolo fondo cassa, alcune attrezzature, alcune carte. Per fortuna non hanno preso bici, perché il buco era troppo piccolo perché potessero passarci. Come anche le altre volte sono entrati nel punto vendita non nel parcheggio, l'altra volta avevano piegato la porta ed erano entrati senza rompere il vetro».
«Abbiamo un sistema di videosorveglianza – sottolinea sconsolato – ci sono le telecamere, ma le indagini finiscono sempre in un nulla di fatto».
«La nostra è una battaglia da un paio di anni per mettere in bici più persone possibili – conclude – facciamo diverse iniziative, e queste cose ci buttano un po' giù, la zona in cui siamo è pessima e dobbiamo studiare qualcosa per prevenire che certe cose possano ripetersi. Per la dura battaglia culturale legata all'uso della bici siamo disposti a tanto, ma dinanzi a questa delinquenza ripetuta siamo impotenti».